Marco Gasperetti per il "Corriere della Sera"
GIUSEPPE CONTE – MEME
Una mattinata convulsa nel Pd senese. Poi nel pomeriggio una prima «schiarita» con il segretario nazionale Nicola Zingaretti che lancia messaggi distensivi - «le alleanze si decidono sui territori e noi rispettiamo la loro autonomia» - e infine in serata le parole dell' ex premier Giuseppe Conte.
Che, sulla ventilata ipotesi di una sua candidatura alle elezioni suppletive della Camera nel collegio uninominale di Siena, dice: «Non ne so nulla, non se n' è parlato, non me lo hanno chiesto né tantomeno mi sono mai proposto». Ossigeno per il Partito democratico di Siena.
GIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTE
Perché l' ipotesi Conte eletto alla Camera dai senesi non era piaciuta affatto. «A dicembre, dopo le dimissioni dal Parlamento dell' ex ministro Pier Paolo Padoan - racconta il segretario provinciale del Pd, Andrea Valenti - insieme ai segretari delle unioni comunali avevamo mandato un documento a Zingaretti chiedendo la candidatura di un rappresentante del nostro territorio. Adesso le dichiarazioni del nostro segretario e di Conte ci confortano».
CONTE E IL BANCHETTO DAVANTI PALAZZO CHIGI
Versione ufficiale. Perché all' interno del partito non sono pochi quelli che temono una «candidatura aliena» senza radici toscane. I motivi?
Li spiega una delle figure più conosciute della sinistra senese, Pierluigi Piccini, già sindaco dal 1990 al 2001 del Pci, Pds e poi leader di liste civiche. «È chiaro che un' operazione del genere avrebbe risvolti politici nazionali - spiega -. Suggellerebbe un' alleanza stretta tra Pd e M5S per le prossime elezioni Politiche (nel 2023 si vota anche a Siena per le Comunali, ndr ) e interromperebbe l' isolamento dei pentastellati che nel 2018 non si presentarono alle Amministrative determinando la sconfitta del centrosinistra e la conquista per la prima volta di Siena da parte della Lega e del centrodestra».
CONTE E IL BANCHETTO DAVANTI PALAZZO CHIGI
Una nuova maggioranza che adesso osserva con divertito interesse i dubbi e i timori dell' opposizione. «Come sindaco ritengo che la candidatura di un premier uscente sia un importante segnale della centralità di Siena - commenta Luigi De Mossi - ma allo stesso tempo non riesco a capire quale legame ci sia tra Conte e il nostro territorio. E dunque negli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, capolavori del nostro Palazzo Pubblico, i promotori di un' iniziativa di questo tipo finirebbero certamente nella parete dove si descrive il cattivo governo».
Più tranchant il giudizio del leader locale di Fratelli d' Italia e assessore, Francesco Michelotti: «Siena non è un parcheggio per chi è rimasto senza una poltrona e non può essere elemento di scambio di una maggioranza nazionale sgangherata».
2 - SIMONA BONAFÈ
giuseppe conte
Alessandro Di Matteo per "la Stampa"
Il nome del centrosinistra per le suppletive a Siena non può essere «calato dall' alto». Simona Bonafè non prende bene la voce di una possibile candidatura di Giuseppe Conte per il collegio della Camera lasciato libero da Pier Carlo Padoan. La segretaria del Pd toscano ricorda che in quella regione il partito vince, e bene, da tempo e che anche alle ultime regionali M5s ha scelto di andare da solo. E per definire le alleanze del partito per il futuro serve «un congresso».
Simona Bonafè, l' idea di Conte candidato a Siena non è stata accolta con entusiasmo dal Pd toscano. Perché questa freddezza verso l' ex premier?
MATTEO RENZI SIMONA BONAFE'
«Allora, intanto è chiaro che non c' è niente di personale nei confronti della figura di Conte, che anzi ha tutto il mio apprezzamento. Però c' è un problema innanzitutto di metodo: penso che le candidature dei seggi toscani debbano essere espressione del territorio e decise dal territorio, o perlomeno insieme al territorio. Parliamo di una realtà, la Toscana, dove il Pd ha vinto tutto nell' ultimo periodo: alle Europee del 2019 e anche alle Regionali dello scorso settembre siamo stati la regione dove il Pd ha preso più voti, abbiamo riconquistato città importanti come Livorno che erano governate dal M5s. Il Pd toscano è un partito in salute ed è un errore incomprensibile calare una candidatura dall' alto».
simona bonafe'
Non siete stati consultati?
«Io ho appreso dai giornali di questa candidatura. Ne faccio una questione di metodo e di rispetto del territorio».
Però anche la scelta di Conte sarebbe politica, il Pd punta su di lui per cementare l' alleanza con il M5s. Non è giusto candidare l' uomo su cui si vuole costruire la strategia in vista delle prossime elezioni?
«Io faccio la segretaria regionale e mi fermo qui. Se si vuole discutere del profilo migliore per il collegio di Siena, una figura che rappresenti un territorio e sia competitiva, facciamo un percorso dentro la coalizione di centrosinistra e confrontiamoci su nomi e idee. Se invece si vuole calare dall' alto Conte in virtù di uno schema politico deciso altrove, allora dico che per decidere le alleanze non servono le suppletive ma un congresso dove si chiamano iscritti e elettori».
Cioè anche lei pensa che le scelte degli ultimi mesi vadano discusse e che serva un congresso per fare il punto sulla linea del partito, come chiedono molti nel Pd?
ZINGARETTI
«È una fase molto delicata e l' obiettivo di tutti è chiudere la crisi e far partire il prima possibile il governo. Dobbiamo essere tutti molto responsabili, ha ragione il segretario quando dice che non possiamo parlare di congresso adesso.
Dobbiamo intanto mettere in sicurezza sanitari e cittadini dal Covid. E poi c' è il Recovery plan, in Europa abbiamo appena votato il regolamento in base al quale gli Stati dovranno presentare i piani nazionali di recupero entro aprile. Per me queste ora sono le priorità, sulle quali Mattarella ha chiesto a tutti di concentrarci. Però penso che quando ci saranno occasione e modo sarà importante aprire una discussione sul futuro del Pd. Un congresso a norma di statuto».
SUPPLETIVE
Altro giro, altro candidato. Tra le fila del centrosinistra la scelta di un profilo giusto per correre alle suppletive si è trasformata ormai in una raccolta di figurine: il classico “celo, celo, manca” insomma. Il seggio alla Camera lasciato libero da Pier Carlo Padoan, eletto con il Pd nella circoscrizione di Siena nel 2018, fa gola; così, non passa giorno che non spunti un nome nuovo.
LUCA LOTTI
Raramente si vede la mano che lancia il sasso, ma fino a questo momento, c’è da dire, che le pietre sono state di peso. A partire dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, restio comunque a lasciare la carica di presidente della Regione Lazio, per poi passare a Gianni Cuperlo, ex presidente dei Democratici, finendo quindi con Enrico Rossi, per un decennio alla guida della Toscana e adesso commissario Pd in Umbria.
Sfoderati i big, senza per altro trovare risonanza o sponde concrete, ecco il colpo di genio. L’autore questa volta ha un nome e cognome. Luca Lotti, ex ministro e fedelissimo di Matteo Renzi, che secondo Il Tirreno, avrebbe proposto Carolina Orlandi, figlia dell’ex compagna di David Rossi. Un profilo senese, che negli ultimi anni, complice la drammatica vicenda dell’ex capo della comunicazione di Mps, ha avuto grande visibilità. Una figura per sparigliare le carte, in un frangente, come sottolineato nell’articolo, dove il fronte zingarettiano appare diviso.
carolina orlandi
Tutto bello, se non fosse che poche righe dopo, ecco apparire un altro concorrente: Vincenzo Ceccarelli, adesso consigliere regionale, ma calamita di voti nell’aretino: territorio del quale è stato presidente della Provincia. Dato che la circoscrizione comprende anche una parte della Valdichiana non senese, un candidato sicuramente forte. Ah, in questa partita ci sarebbe anche Siena, che per ora assiste alla sfilata senza battere ciglio. Il segretario provinciale Pd, Andrea Valenti, questa volta è deciso a giocarla fino in fondo. Per il territorio e per il partito, uscito rafforzato dalle Regionali. Maggio è lontano, patatine e popcorn serviranno in abbondanza.
giuseppe conte mejo di un venditore di castagne davanti a palazzo chigi