DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Francesco Bechis per il Messaggero - Estratti
Rieccoli. Si attovaglia e si organizza a due passi da Palazzo Chigi, il campo largo progressista. O meglio, una parte.
Che ci facevano ieri Giuseppe Conte e Maurizio Landini a pranzo insieme, da Sabatino, in pieno centro? Colloquio fitto tra il presidente dei Cinque Stelle e il segretario della Cgil, condito di risate e dei sontuosi antipasti in vetrina nel ristorante a due passi dai palazzi della politica. Con annessa spigola al forno.
Doveva restare riservato, al riparo delle mura di una saletta interna. Invece ciak: una foto coi proprietari li immortala sull'uscio, un pizzico imbarazzati. Si conoscono e si frequentano, questo si sa. Ma è il tempismo a rendere il pranzo politicamente saliente. Mentre Giorgia Meloni è chiusa in conclave a pochi metri con i suoi vice e il titolare dei conti Giorgetti, a cercare come e dove trovare dieci miliardi per la manovra, due arcirivali studiano la "contro-manovra" d'autunno al ristorante.
Sanità, scuola, fisco. Insieme alle riforme odiate dalla destra al governo e che invece compattano il centrosinistra e il sindacato "rosso". A partire dal salario minimo: la premier lo ha messo in un cassetto, Conte e Landini si ripromettono che la battaglia tornerà in piazza.
Lo fanno senza Elly Schlein, che incroceranno più tardi sul palco della festa di Avs, in serata. Chissà se ingelosita dal pranzo segreto fra "Giuseppe" e "Maurizio", amici discreti che discreta tengono la loro amicizia anche, appunto, per non dare l'idea di un sorpasso a sinistra del Movimento sul Pd, di uno "scippo" del sindacato da sempre prossimo, per non dire simbiotico alla sinistra italiana.
L'intesa, si diceva, è anzitutto umana e risale ai tempi di Conte a Palazzo Chigi. Nel tempo però si è fatta politica. E si rinsalderà in questo caldo autunno in una serie di comuni battaglie tra piazza e palazzo.
Da un lato il salario minimo su cui Conte non intende mollare (e neanche Schlein), dall'altro il redivivo Ius Scholae, cruccio estivo della premier su cui è entrata in pressing (e non mollerà) Forza Italia. Il pressing sul governo cresce e si fa asfissiante, da ambo i lati. Landini già spara a palle incatenate sulla manovra che non c'è. Mentre l'avvocato alla guida dei Cinque Stelle alza il tiro su qualunque dossier, lasciando indietro l'alleata-rivale Schlein.
Un'escalation che preoccupa Palazzo Chigi, dove sono convinti che Conte abbia le mani legate e sia costretto a sposare la linea pasdaràn per tenere testa alla vera sfida che è tutta interna al Movimento e si chiama Beppe Grillo. Ancora ieri il Garante lo sfidava sul Blog in vista del redde rationem per il controllo del marchio e della fabbrica: «Ti sarei grato se volessi rispondermi con cortese sollecitudine».
La tensione mette Conte alle corde, e Conte alle corde un po' fa paura al governo. Per dire: l'ottimismo su un'intesa segreta fra destra e grillini per votare un presidente Rai in Commissione di Vigilanza va scemando di ora in ora.
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