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    LIBIAM! DOPO LA FIGURA BARBINA DEL MANCATO INCONTRO CON SERRAJ, CONTE VUOLE FARE UN TOUR IN MEDIO ORIENTE PER FAR FINTA CHE L’ITALIA CONTI ANCORA QUALCOSA – MA ORMAI LA LIBIA È ANDATA: DECIDONO TUTTO PUTIN E ERDOGAN, PERCHÉ “GIUSEPPI” E IL MINISTRO DEGLI ESTERI (PER MANCANZA DI PROVE) DI MAIO SONO TROPPO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA PER CALCOLI POLITICI INTERNI… – DALL’INCONTRO DI IERI A PALAZZO CHIGI TRAPELA CHE “LA DISCUSSIONE È ANIMATA...”


     
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    Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

    GIUSEPPE CONTE KHALIFA HAFTAR GIUSEPPE CONTE KHALIFA HAFTAR

     

    CONTE SERRAJ CONTE SERRAJ

    Rincorre, l' Italia. Dopo la brutta figura del vertice annullato da Serraj, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte reagisce impostando una missione diplomatica di certo serrata, forse tardiva - che dovrebbe servire a riposizionare il Paese: un po' più vicini ad Haftar, ma comunque dialoganti con la Turchia, l' alleato che ha "sorpassato" Roma mettendo il cappello sul premier libico.

     

    GIUSEPPE CONTE E KHALIFA HAFTAR A PALAZZO CHIGI GIUSEPPE CONTE E KHALIFA HAFTAR A PALAZZO CHIGI MACRON HAFTAR MACRON HAFTAR

     L' idea dell' avvocato è quella di visitare i principali sponsor internazionali dei due contendenti, promuovendo l' obiettivo minimo in questo caos: il cessate il fuoco. Per lavorare a una «soluzione politica» che passa nella migliore delle ipotesi dall' individuazione di un terzo uomo di compromesso tra le fazioni libiche. In dote, Conte porterà anche la posizione che gli ha consegnato il generale della Cirenaica. E che si riassume così: si può siglare una tregua, a patto che le truppe inviate da Ankara rientrino in patria.

    PUTIN ERDOGAN PUTIN ERDOGAN

     

    KHALIFA HAFTAR KHALIFA HAFTAR

    La rincorsa è affannosa, appunto. E i piani dell' Italia un po' troppo ambiziosi rispetto alla dura realtà. Il presidente del Consiglio non può fare altro che intestarsi una posizione mediana, che però il dialogo diretto tra Putin ed Erdogan rischia di rendere vana. Pesano ancora, d' altra parte, le scorie del pasticcio di due giorni fa, quando Haftar è stato ricevuto con grande clamore a Palazzo Chigi, mentre Serraj disertava l' incontro. Ai piani alti dell' esecutivo c' è piena consapevolezza di avere gestito male una giornata che poteva portare frutti importanti. E a distanza di un giorno continua a trapelare anche qualche perplessità per la gestione logistica e la scaletta della visite di Haftar e di quella, poi saltata, di Serraj.

     

    al serraj haftar giuseppe conte al serraj haftar giuseppe conte LUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTAR LUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTAR

    Il premier, comunque, non può fare altro che leccarsi le ferite. E tentare di costruire con Luigi Di Maio un piano d' azione. L' alternativa, d' altra parte, sarebbe quella di continuare un duello con il suo ministro soltanto per la conquista dei riflettori. I due, allora, si ritrovano a Chigi. La discussione, trapela a sera, è animata. Dura. Si rinfacciano reciprocamente un approccio «poco prudente» negli annunci degli ultimi giorni. Si dividono anche sulle missioni all' estero, che il Movimento ha sempre voluto limitare soltanto ad alcuni teatri geopoliticamente decisivi per l' Italia, mentre Conte le considera intangibili.

     

    giuseppe conte luigi di maio giuseppe conte luigi di maio LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR

    Alla fine, comunque, la linea sulla Libia si assomiglia: tregua, soluzione politica, complicatissima ricerca di un ruolo per influenzare i futuri assetti di Tripoli, senza che a decidere siano soltanto Ankara e Mosca. Tocca a Conte illustrare per primo il viaggio con cui provare a battere un colpo. Lunedì il premier sarà in Turchia. Nel pomeriggio potrebbe volare al Cairo, ma la visita riceverà solo oggi una conferma ufficiale. Poi, martedì, tappa ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi.

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    La missione decisiva è quella che lo porterà da Erdogan. A lui, il premier italiano riferirà anche della posizione di Haftar, che ovviamente il leader turco conosce già benissimo: via le truppe turche per sancire una tregua. Difficile, d' altra parte, che la Turchia accetti di sguarnire un campo di battaglia su cui ha appena schierato gli scarponi delle sue truppe. All' Egitto e agli Emirati Arabi (che nel teatro nordafricano può contare a sua volta su miliziani impegnati nel conflitto al fianco di Haftar) offrirà invece il rapporto antico dell' Italia con Serraj. Proponendosi come mediatore affidabile e libero dal "fardello" militare turco, che alimenta la tensione tra il Cairo, Abu Dhabi e Ankara.

    giuseppe conte luigi di maio 1 giuseppe conte luigi di maio 1

     

    sirte conquistata dalle truppe di haftar 5 sirte conquistata dalle truppe di haftar 5

    A tutti, l' Italia lancerà soprattutto un segnale: Roma è capace di parlare con i contendenti, Roma dialoga con Haftar anche se considera Serraj il premier legittimo, Roma immagina una soluzione onorevole tra le parti che favorisca l' avvento di un "terzo uomo". Roma, purtroppo, sa anche bene che la vera partita si sta giocando altrove, con altri protagonisti. Ma deve comunque provarci, perché la Libia resta determinante per l' industria energetica del Paese, a partire dagli interessi dell' Eni.

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    giuseppe conte lorenzo guerini giuseppe conte lorenzo guerini

    È una sfida cruciale, questa. L' altra è tenere al riparo i militari italiani. All' incontro tra Di Maio e Conte partecipa in videoconferenza anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Ricorda che i soldati impegnati in Libia continuano a essere impegnati nell' ospedale militare di Misurata, e che ogni evoluzione del quadro sarà valutata mettendo al primo posto la loro sicurezza. E lo stesso vale per la missione in Iraq, dopo le tensioni tra Washington e Teheran di cui Conte ragiona nel pomeriggio al telefono con il presidente iraniano Hassan Rohani.

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