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    ALLORA, COME SIAMO MES? – ORMAI È DECISO: CONTE PREPARA IL SÌ AL FONDO SALVA STATI! VISTO CHE I (POCHI) SOLDI DEL RECOVERY FUND ARRIVERANNO NON PRIMA DEL 2021, È SEMPRE PIÙ PROBABILE CHE L’ITALIA CHIEDA DI ACCEDERE ALLA LINEA DI CREDITO ‘SANITARIA’ DEL MES. ANCHE I GRILLINI SI SONO AMMORBIDITI, TRANNE LE TRUPPE DI DIBBA CHE MINACCIANO LA SCISSIONE. MA È GIÀ PRONTO IL SOCCORSO AZZURRO DI 'FORZA ITALIA'


     
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    Alberto Gentili per “il Messaggero”

     

    giuseppe conte giuseppe conte

    La porta verso l'adesione dell'Italia al Fondo salva Stati (Mes) è sempre più aperta. E non soltanto perché Giuseppe Conte non l'esclude più e i 5Stelle cominciano ad ammorbidirsi, martellati come sono da mesi da Pd, Leu, Italia Viva.

     

    LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN

    Oppure perché i 36 miliardi del Mes dedicati alla riforma e al rilancio del sistema sanitario sono immediatamente disponibili e comportano un risparmio di ben 7 miliardi di spese in interessi. La porta si sta schiudendo in quanto i soldi del Mes sono disponibili quest'anno al pari dei 20 miliardi del Sure per la cassa integrazione, mentre i fondi del recovery fund di cui ha discusso ieri il Consiglio europeo arriveranno solo nel 2021. Tranne una piccola trance, se va bene, di 4-5 miliardi tra novembre e dicembre.

     

    Valutata la situazione, giorno dopo giorno Conte si mostra sempre più aperturista. Tre giorni fa il premier diceva: «Il Mes? Al momento non ne abbiamo necessità». Ieri, chiusa la teleconferenza con i Ventisette, ha dichiarato: «Faremo di conto con il quadro di finanza pubblica, vedremo le nostre necessità, leggeremo i regolamenti, andremo in Parlamento, discuteremo». Insomma, il muro è caduto.

     

    GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

    Anche perché, si diceva, il soccorso del recovery fund («che non è collegato al sì al Mes») rischia di arrivare tardi. Ed è la ragione per la quale, durante il vertice europeo, dopo aver difeso con il coltello e con i denti la proposta della Commissione che prevede 500 miliardi di finanziamenti a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti (172 miliardi in tutto per l'Italia), Conte ha sollecitato «tempi rapidi» nell'erogazione delle risorse: «Dobbiamo assolutamente chiudere l'accordo entro luglio e assecondare gli sforzi della Commissione di rendere disponibili alcuni fondi già per quest'anno».

    GIUSEPPE CONTE MEME GIUSEPPE CONTE MEME

     

    Concetto ribadito a Villa Pamphili durante il punto stampa: «Il recovery plan è collegato al prossimo quadro finanziario pluriennale» 2021-2027, «c'è però la possibilità di un anticipo, il cosiddetto bridge: è un modesto anticipo. Ci stiamo ancora lavorando, speriamo possa diventare più consistente».

     

    Il ragionamento del premier è chiaro: se il muro 5Stelle non dovesse cadere e ci fosse il rischio di una crisi di governo sul Mes, un anticipo dei fondi del recovery plan potrebbe permettere al governo rossogiallo di aggirare lo scoglio. Anzi, gli scogli: il voto in Parlamento a metà luglio, prima del prossimo Consiglio europeo chiamato a chiudere la trattativa, sulle comunicazioni del presidente del Consiglio (ostacolo aggirato con non poca fatica questa settimana, trasformando le comunicazioni in informativa per la quale non sono richieste votazioni).

    sarkozy lagarde merkel sarkozy lagarde merkel

     

    E poi il voto sul nuovo scostamento di bilancio: l'adesione al Mes comporta infatti la richiesta di un prestito e dunque un aumento del debito pubblico per il quale è necessario il via libera delle Camere.

     

    l'ennesima conferenza stampa di conte by osho l'ennesima conferenza stampa di conte by osho

    E se è vero che in Senato, dove i numeri sono sul filo, è già pronto il soccorso di Forza Italia per rendere irrilevanti i 5-6 senatori grillini ammaliati da Alessandro Di battista. E' anche vero che il vulnus di questo strappo, con la possibile scissione del Movimento e la contaminazione forzista, non sarebbe cosa da poco per il governo. Anzi.

     

    IL NODO MERCATI

    ROBERTO GUALTIERI AKA MAO TSE TUNG ROBERTO GUALTIERI AKA MAO TSE TUNG

    A consigliare prudenza a Conte c'è anche la questione dei mercati finanziari. «E' ragionevole prendere i 36 miliardi del Mes», dice che ha parlato in queste ore con il premier, «ma una cosa è chiedere il Mes se lo faranno anche Spagna, Portogallo, Grecia etc.

     

    Un'altra, è se ti presenti da solo. In questo caso rischieremmo di dare il segnale di essere un Paese alla canna del gas e lo spread potrebbe impennarsi». Dunque, «dovremo fare in modo di aderire assieme ad altri Paesi per evitare tempeste sui mercati».

     

    CONTE LAGARDE CONTE LAGARDE

    E' la ragione che consiglia prudenza anche a Roberto Gualtieri. Il ministro dell'Economia sottolinea che prendere i fondi del Mes «sarebbe conveniente», in quanto il prestito avverrebbe «con tassi di interesse dello 0,08%, quindi più bassi rispetto all'1,3% a cui siamo abituati e ciò produrrebbe un risparmio sul debito».

     

    E ricorda, smantellando ciò che resta della propaganda grillina: «Abbiamo ottenuto che l'unica condizione del Mes sia che i soldi siano usati per le spese sanitarie, non ci sono altre condizionalità». Ma poi prende tempo: «Affronteremo la questione quando avremo concluso il negoziato sul recovery fund».

     

    giuseppe conte giuseppe conte

    Fondo salva Stati a parte, il premier si gode «il nuovo passo avanti» compiuto dal Consiglio, il sostegno di Ursula von der Leyen, gli elogi dell'olandese Mark Rutte per il piano di riforme del governo italiano («c'è un forte avvicinamento»), l'ammorbidimento di Polonia e Slovacchia che incrina il fronte di Visegrad e la sponda di Angela Merkel.

     

    La Cancelliera, al pari di Conte ed Emmanuel Macron, vuole il chiudere il negoziato «assolutamente entro luglio», in quanto «la recessione è grave». E soprattutto perché se il dossier si dovesse trascinare, il muro del Nord potrebbe diventare ancora più alto.

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