giuseppe conte e rocco casalino
1 - LO SCONTRO SUL RELATORE DELLA LEGGE DI BILANCIO
Estratto dell’articolo di Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”
(…) E se dentro Palazzo Madama si è respirato un clima da stadio, fuori si sono rincorse le preoccupazioni per una stabilità della maggioranza che in Senato è vacillante e che ieri ha subito altri scossoni per via di un conflitto interno al centrosinistra. Lo scontro ha visto Pd e Leu da una parte e il Movimento 5 stelle dall'altra.
VASCO ERRANI
Uno scontro non da poco visto che si parlava dei relatori della legge di Bilancio, appena approdata al Senato. Da prassi, un relatore tocca al centrodestra, l'altro al centrosinistra: per quest' ultimo Pd e Leu hanno proposto Vasco Errani (in quota Leu) ma i pentastellati si sono opposti. C'è chi ha visto in questo la rivalsa di Giuseppe Conte per le nomine in Rai. (…)
giuseppe conte enrico letta
2 - NON SOLO IL CASO RAI LA MAGGIORANZA SI SPACCA IN SENATO
Federico Capurso per "la Stampa"
Il cielo su palazzo Chigi si è fatto improvvisamente più scuro. Le nomine Rai, approvate ieri dal Consiglio d'amministrazione, hanno già fatto infuriare il Movimento 5 stelle, rimasto senza poltrone, e lasciano scorie pesanti dietro di sé.
GIUSEPPE CARBONI
Giuseppe Conte, che propone ora «una raccolta firme per riformare la Rai», non ce l'ha solo con il premier Mario Draghi, ma anche con il "suo" Luigi Di Maio, che avrebbe portato avanti una trattativa parallela indebolendo, così, le richieste avanzate dagli sherpa del leader M5S.
«Mi attribuiscono un potere che non ho», si schermisce Di Maio, che poi si dice «d'accordo con Conte per approvare una legge che tolga la Rai dalle mani dei partiti, ma se vogliamo farla muoviamoci». Le braci del conflitto sulla Rai sono ancora accese, dunque, quando a palazzo Madama, all'ora di pranzo, la maggioranza va di nuovo in fibrillazione.
mario draghi luigi di maio
Durante l'esame del decreto capienze, il governo viene battuto due volte su emendamenti sui quali aveva dato parere contrario, uscendo sconfitto dall'asse che si viene a creare tra centrodestra e Italia viva. Alla fine il Senato approva il decreto con 174 voti favorevoli e soli 20 contrari, ma vedere Lega, Forza Italia e renziani votare contro la maggioranza di cui fanno parte fa scoppiare la bagarre in Aula.
salvini renzi
Il doppio strappo si consuma su un emendamento di Iv con cui si allunga a 68 anni il limite d'età per i direttori generali del servizio sanitario e su uno del centrodestra con cui si porta la capienza dei bus turistici al 100 per cento. Su quest' ultima richiesta, c'era la condivisione anche di Pd, Leu e M5s, ma il no del governo aveva fatto desistere i giallorossi. «È grave», viene fatto notare dal Nazareno, che tra i voti favorevoli ci siano anche quelli dei leghisti Matteo Salvini ed Erika Stefani, «un leader di un partito di maggioranza e una ministra di quello stesso governo che ha dato parere contrario».
giuseppe conte patuanelli
Sull'emendamento di Italia viva c'è anche il Sì del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, M5S, e quello del senatore Pd Antonio Misiani, ma «per errore», si scusano entrambi. Salvini, invece, difende il suo voto: «Ho votato per aiutare gli autobus turistici e per controllare l'immigrazione. Il Parlamento esiste per migliorare i provvedimenti», dice a Porta a porta.
Una spaccatura che porta «preoccupazione» nel governo, come ammette il vicesegretario Pd Andrea Orlando, soprattutto «tenendo conto che arriverà una fase in cui dovremo prendere provvedimenti per la pandemia e per l'attuazione del Pnrr». E prima di questo, sottolinea la capogruppo Pd Simona Malpezzi, c'è la manovra da discutere: «Serve un metodo di lavoro condiviso. Il Pd è al governo con serietà e responsabilità. Mi domando se anche Lega, Fi e Iv si stiano comportando allo stesso modo».
carlo fuortes foto di bacco (1)
Il capodelegazione dei Cinque stelle Stefano Patuanelli, uscendo dall'Aula, punta invece il dito contro Renzi, che «vuole provocare la seconda crisi di governo dell'anno. Ormai è uscito dal campo riformista per entrare in quello del centrodestra». E se i due schieramenti governano insieme, è un problema.
GIUSEPPE CARBONI