Francesco Malfetano per “il Messaggero”
FABRIZIO SALINI
«Dimissioni di Salini? Non confermo, sta facendo bene».
Così ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, ha praticamente dato fuoco alle polveri nella maggioranza dando il la a uno scontro finora mai del tutto esploso.
Correndo in soccorso dell' Ad della Rai (travolto dalle polemiche per la vicenda dell' invito ad una trasmissione sui Rai3 poi revocato all' ultimo minuto al presidente della commissione antimafia Nicola Morra, senatore del M5s), il premier si è di fatto messo di traverso davanti alla strada segnata dal Pd. Per i dem infatti, con il ministro dell' Economia Rorberto Gualtieri in prima fila e il supporto di Italia Viva, Salini dovrebbe dimettersi o quantomeno non essere affatto preso in considerazione per una proroga in vista del rinnovo dei vertici atteso per la prossima primavera (e per qualcuno già pronto per essere presentato con la motivazione del Covid).
STALLO
giuseppe conte tosse e raffreddore
Non solo il dossier Viale Mazzini. All' interno della maggioranza va via via incancrenendosi anche lo scontro sulle riforme costituzionali. Con il Movimento preso dai suoi cambiamenti di forma (la leadership collegiale e gli altri temi emersi nel corso degli Stati Generali e pubblicati in un documento ieri saranno votati dagli iscritti la prima settimana di dicembre) il Pd sembra trovare poco spazio per il dialogo. «Il nulla di fatto registrato nella riunione di maggioranza è grave - hanno dichiarato i capigruppo democratici di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci - si deve procedere secondo le intese concordate portando a conclusione i correttivi costituzionali già in agenda alle Camere e la legge elettorale».
Al centro della discussione il cambiamento dei rapporti fra Stato e Regioni, il bicameralismo e la legge elettorale. «Che improvvisamente le lancette dell' orologio tornino di nuovo al punto di partenza non è accettabile» hanno concluso i dem.
andrea marcucci e graziano delrio arrivano al quirinale 1