Claudio Bozza per il "Corriere della Sera"
luigi di maio giuseppe conte meme by carli
La domenica dopo il «mezzogiorno di fuoco» scatenato dalle dimissioni di Luigi Di Maio dal comitato di garanzia è di calma apparente nel M5S. La quiete prima di una nuova tempesta, che il meteo pentastellato prevede nel corso della settimana (quando è previsto anche l'arrivo di Grillo a Roma).
Perché è in questi giorni che si terrà l'assemblea pubblica chiesta dal ministro per confrontarsi in maniera schietta con il leader Giuseppe Conte. Entrambi i contendenti, in vista del primo redde rationem , stanno schierando le truppe e studiando gli interventi.
Ma è chiaro a tutti che Di Maio, dopo aver risposto picche alle sirene che gli chiedevano di aderire al nuovo partito di centro, abbia lanciato il guanto di sfida per tentare di riconquistare la leadership del partito.
conte di maio
«Assolutamente niente scissione», assicurano dalla Farnesina, ma battaglia politica a viso aperto. Visioni politiche opposte a parte, uno dei nodi chiave su cui si incentra il duello sarà chi deciderà le prossime candidature, alle Comunali prima e alle Politiche poi.
Su 230 parlamentari rimasti nel M5S (73 senatori e 157 deputati) ben 66 stanno per completare il secondo mandato. Un parlamentare su tre, secondo le regole interne in vigore, oggi non sarebbe ricandidato nel 2023.
È una lista lunga e con tanti big. Conte tra pochi mesi, nonostante un'organizzazione partitica rigida (con pesi e contrappesi), avrà il potere maggiore di decidere le candidature. Sarà un momento chiave per la «rifondazione» avviata dall'ex premier, che, avendo preso in corsa il timone dei 5S, oggi non può contare su un numero così ampio di «fedelissimi».
LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE
Le truppe sono molto frammentate e una discreta fetta di eletti è controllata appunto da Di Maio. A breve, quindi, i vertici del Movimento dovranno decidere come muoversi sulla delicatissima questione del terzo mandato. Il regolamento pentastellato, specchio della strategia «anticasta» delle origini, afferma che un parlamentare non può essere eletto per più di due volte.
LAURA CASTELLI
Ma in base a questa norma rimarrebbero fuori una folta schiera di volti noti. Il primo è appunto Di Maio. Ma ci sono anche deputati a lui vicini come Sergio Battelli o la viceministra dell'Economia Laura Castelli.
In cima alla lista dei non ricandidabili ci sono anche vertici istituzionali come il presidente della Camera Roberto Fico (capo degli ortodossi) e la vicepresidente del Senato Paola Taverna, oggi fedelissima di Conte.
Sul fronte Palazzo Chigi, oltre a Castelli, rimarrebbero esclusi anche tutti i membri M5S del governo, come Fabiana Dadone e Federico D'Incà.
sergio battelli
Si salverebbe invece Stefano Patuanelli, che potrebbe sfruttare il «mandato zero», che non conta il suo mandato da consigliere comunale.
Altri grandi esclusi sarebbero Danilo Toninelli, il capogruppo alla Camera Davide Crippa (avverso a Conte), il sottosegretario Manlio Di Stefano, il probiviro del partito Riccardo Fraccaro.
Ci sono anche diversi fedelissimi di Conte, come l'ex capo reggente Vito Crimi. C'è pure un «mediatore» come l'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede.
paola taverna giuseppe conte
Ma anche, e sopratutto, Claudio Cominardi: il deputato ha fatto due mandati, non si è mai esposto mediaticamente, ma oggi è il tesoriere che gestisce tutti i soldi per le attività del Movimento.
Conte come gestirà la patata bollente del terzo mandato? Difficile che lo abolisca in blocco, perché così il Movimento perderebbe la presa sulla macchina politico-istituzionale, traguardo raggiunto solo grazie all'esperienza accumulata dai parlamentari di lungo corso. Più probabilmente verrà scelta la strada di un pacchetto di deroghe per il 2023.
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
Ma quanti posti verranno concessi per rimettere in lista chi non potrebbe? E quali saranno i nomi? La strada è sempre più stretta per due motivi. La prossima legislatura, proprio con il taglio dei parlamentari, avrà 345 posti in meno e il partito molto difficilmente conquisterà la valanga di seggi del 2018. Inoltre, proprio nelle ultime ore, il fondatore Grillo ha rilanciato un monito chiaro: «Limiti alla durata delle cariche, anche per favorire una visione della politica come vocazione e non come professione».
vito crimi LUIGI DI MAIO VITO CRIMI laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede