Ieri, durante il Processo alla Tappa, Valerio Conti ha ricevuto la telefonata di Carlo Verdone, di cui è un grande fan.
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Francesca Monzone per ''il Messaggero''
valerio conti
Dal quartiere Prenestino al Giro d' Italia, Valerio Conti la maglia rosa la tiene stretta e dopo tre giorni da leader oggi a San Marino lotterà per mantenere il primato. «Non sarà facile. Ci sono Roglic e Yates che sono i favoriti e anche Nibali con Lopez non vorranno perdere secondi - ha spiegato il romano - a Bologna mi ero difeso bene e avevo perso un minuto da Roglic». Valerio pensa alla cronometro, quando all' improvviso l' espressione seria si trasforma in sorriso. A chiamarlo dopo il traguardo c' è il suo idolo: Carlo Verdone. L' attore e regista romano parte subito con una battuta ispirata ad uno dei suoi film più famosi e si rivolge a Conti dicendo che è Troppo Forte. L' atleta e l' attore scherzano, si scambiano battute e al ragazzo del Prenestino brillano gli occhi.
«Sei il migliore di tutti e conosco ogni tuo film- ha detto il corridore - Posso farti anche le battute della Sora Lella fino a quelle degli ultimi film». Verdone non si tira indietro e con la sua comicità inconfondibile, ripete al ragazzo le battute del film Bianco Rosso e Verdone, adattandole al giovane corridore e al Giro d' Italia.
VERDONE
Prima di concludere la telefonata Verdone fa le sue raccomandazioni a Valerio: «So tutto di te. Dai giornali ho saputo della tua impresa ma ora devi continuare. Sei romano e questo Giro d' Italia devi vincerlo». Valerio ha capito di aver fatto cose grandi e di essere entrato nel cuore della gente.
«Tante persone mi hanno chiamato e mi hanno mandato messaggi. Sono felicissimo. Papà sta offrendo da bere a tutti i suoi amici. Spero che abbia messo un po' di soldi da parte, perché mi hanno detto che sta spendendo un sacco».
verdone
TAPPA A EWAN La tappa più lunga del Giro, con i suoi 238 chilometri, a Pesaro celebra Caleb Ewan, che in volata ha superato Viviani e Ackermann. L' italiano è il tedesco devono accontentarsi del secondo e terzo posto. Valerio Conti, il romano festeggia la maglia rosa e dopo la corsa ha scherzato al telefono con l' attore Carlo Verdone. I big oggi si sfideranno e la classifica potrebbe cambiare. La cronometro di San Marino, di 34,8 chilometri e partenza da Riccione, con il suo arrivo in salita potrebbe far saltare tante posizioni nella classifica generale. Oggi ci sarà la cronometro individuale. Per la seconda volta, in questo Giro numero 102, l' Emilia Romagna ospiterà una prova contro il tempo e ancora una volta sarà un arrivo in salita.
valerio conti
Questa volta non vedremo la scalata secca e cattiva del San Luca, sarà più dolce e si sconfinerà a San Marino. Roglic e Yates sono gli specialisti e senza Dumoulin saranno loro a contendersi il successo. Nibali e Lopez dovranno decidere se giocare in difesa o in attacco, perché in 34,8 chilometri possono succedere tante cose. Attenzione a Ilnur Zakarin. Il russo deve recuperare sui suoi avversari, ma nelle prove contro il tempo si difende bene. Il tedesco Denz sarà il primo a partire alle 12,50, con la maglia rosa Conti per ultimo e i big che inizieranno a muoversi alle 15. Roglic dal romano ha 5'24, mentre Yates di secondi ne ha 5'59. Nibali è sopra i sei minuti come Lopez e di certo in questa prova non potranno recuperare tutto.
CONTI IN ROSA
Sebastiano Vernazza per gazzetta.it
verdone
Con la faccia di chi l’ha scampata bella, ma con lo sguardo malandrino dei romani, un mezzo ghigno tipo “pensavate di fregarmi, eh?”. Valerio Conti ha difeso la maglia rosa fino all’ultimo maledetto centimetro di una tappa mossa, elettrica e nervosa. È stato fondamentale il gioco della sua squadra, l’Uae Team Emirates, ridotta ai minimi termini per l’abbandono di Gaviria e perché Molano è stato fermato. Sono rimasti in sei, Conti incluso. Una mezza sporca dozzina. Qui di seguito un Conti a tutto tondo, tra bici e vita vissuta.
valerio conti
“Sono state mantenute medie elevate. Tutti volevano scappare, specie chi era vicino a me in classifica. Rojas è andato forte, è stato bravo. Ringrazio i miei compagni, la maglia è per loro. Se non si fossero battuti così, non sarei più in testa alla classifica. Li voglio nominare: grazie a Ulissi, a Polanc, a Marcato, a Consonni, a Bohli”.
Nella zona dell’anti-doping ha abbracciato Ulissi
“Un abbraccio forte. Diego ha dato il 110 per cento per me, come gli altri. Senza il loro lavoro, la fuga del gruppo di testa sarebbe finita in un altro modo. Ero preoccupato, là davanti andavano sparati, ma ce l’abbiamo fatta”.
Oltre ai suoi compagni, dovrebbe ringraziare la Bardiani e la Trek-Segafredo, le due squadre che con voi hanno tirato il gruppo.
“Non ci sono stati accordi particolari. La Bardiani spingeva per la maglia bianca di Carboni, la Trek si impegnava perché voleva far vincere la tappa all’abruzzese Ciccone”.
verdone
Che effetto fa pedalare in maglia rosa?
“Il gruppo mostra più rispetto, la gente ti incita di più: ho sentito tanti “dai Valerio”. Non ne ho goduto appieno, la corsa è stata troppo movimentata”.
E adesso?
“È in arrivo un’altra tappa dura, domani (oggi, ndr) sarà un’altra giornata di lotta. Spero che il gruppo sia un po’ stanco, che gli attacchi a noi diminuiscano, che qualche squadra sgobbi per portare al traguardo un velocista”.
Fin dove pensa di arrivare in rosa?
“Fin dove sarà possibile. Qui ci sono corridori come Nibali e Roglic che sanno come affrontare i grandi giri”.
Come ha passato la prima notte da primo in classifica?
“Ho dormito il giusto, anche se mi sono alzato un’ora prima, quando nel dormiveglia dell’alba ho realizzato la cosa in maniera definitiva”.
Quanti messaggi aveva nello smartphone?
“Quasi mille, mi ha scritto mezzo mondo. Ho cercato di rispondere alle persone più vicine a me. Ho chiamato papà e mamma e la mia ragazza”.
Suo padre Franco, ex ciclista, che cosa le ha detto?
verdone viaggi di nozze stadio
“È una persona di poche parole, super semplice, era contentissimo. La sera è andato al bar a offrire da bere. È stato un padre giusto, da ex corridore non mi ha mai stressato con il ciclismo. Ci confrontiamo sui percorsi, ma finisce lì. Mia madre quasi piangeva: “Figlio mio, la maglia, non ci credo!”. È stato bello sentirli felici”.
E la fidanzata?
“Si chiama Michela, è una grande persona, umilissima. Mi ha scritto alle 4 del mattino dell’altro giorno per dirmi che non dormiva, tanta era l’emozione. Lei è veronese, della Valpolicella. Ci siamo conosciuti a una gara, abbiamo cominciato a seguirci su Facebook, ci siamo rivisti, è nato l’amore. Michela sta per laurearsi in Scienze dell’educazione”.
Che rapporto ha con i social?
la trippa della sora lella 12
“Sono su Instagram e su Facebook. Vanno usati bene, con cautela, sennò possono rovinare le persone”.
Lo sa che è il primo romano a indossare la maglia rosa?
“Ne sono orgoglioso, in una città come Roma è difficile diventare ciclisti professionisti. È complicato allenarsi a Roma, bisogna uscire dalla città. Io parto da Prenestino e vado verso Frascati, verso Tivoli, verso Zagarolo. Faccio 10 chilometri “cittadini” e non ho problemi perché le buche le ho memorizzate tutte e so come schivarle. Capisco quanto sia difficile per un papà a Roma invogliare il figlio alla bici. Nel mio caso c’è voluto l’impulso della famiglia, che è “ciclistica” da decenni. Però, dai, vedo che a Roma qualche strada piano piano la stanno rifacendo. Speriamo”.
VERDONE
La sua prima bici?
“Me la regalò mio zio Noé (ciclista professionista anche lui, ex gregario di Coppi, scomparso nel 2015, ndr). Era un bicicletta Bortolotto, dal nome del negozio sulla via Casilina in cui l’aveva comprata. Avevo 13 anni e giocavo a calcio, ma sentivo un richiamo dentro di me. A pallone ero forte e mio papà voleva che continuassi lì, però un giorno per non andare all’allenamento cominciai a girare intorno al tavolo e a casa si arresero. In bici gareggiai per la prima volta in Toscana, dalle parti di Empoli: arrivai decimo, ero arrabbiato nero. Da ragazzo correvo per la Guazzolini Coratti, una squadra di Roma”.
Chi è stato il suo campione di riferimento?
“Contador, per la classe e l’inventiva, ma da bambino tifavo per Pantani. Continuo a rivedere i video del Pirata perché mi danno la carica. Pantani resta un’emozione”.
valerio conti
Ha passioni particolari?
“La pesca, vado ai laghetti artificiali, prendo trote e a volte, storioni. Un laghetto è a Ponte di Nona, vicino a casa mia”.
Conosce tutte le battute dei film di Carlo Verdone: il regista-attore l’ha chiamata?
“No, sarebbe un’emozione forte se lo facesse. Gli direi che è un idolo. Anzi, che è un sacco bello”.
Dalla Roma, di cui è grande tifoso, ha ricevuto qualche segnale?
“Non ho controllato bene il telefono, ma i calciatori vivono su un altro pianeta”. Lo dice con il sorriso, senza acredine. Valerio Conti pensa positivo.
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