BEPPE SALA MATTEO SALVINI
Con la battuta «si faccia eleggere» rivolta a Ramy, il ragazzino di origine egiziana che ha chiesto la cittadinanza italiana per sé e i suoi compagni coinvolti nel dirottamento del bus, il ministro dell’Interno «sfugge al dibattito» sullo ius soli. A dirlo è stato il sindaco di Milano, Beppe Sala, interpellato sul punto a margine della partenza della Stramilano. «Io non voglio mettere il cappello su questi fatti, come fanno in tanti, perché i temi sono complessi. Certo la battuta di Salvini «fatti eleggere» mi sembra una risposta che non ha senso. È un modo per sfuggire al dibattito», ha commentato Sala. «Adesso si riattiverà il dibattito sullo ius soli - ha aggiunto - che è una questione significativa. Giusto che ne parli il Parlamento, quindi io voglio evitare di cavarmela con delle battute, ma certamente c’è un tema di tanti ragazzi che sono nati in Italia e vivono la nostra cultura».
beppe sala
Il ministro dell’interno però chiude a ogni ipotesi di dialogo con una dichiarazione arrivata nel tardo pomeriggio: «Ius soli? Non se ne parla. L’Italia è già oggi il Paese che concede più cittadinanze ogni anno, non serve una nuova legge. La cittadinanza è una cosa seria e arriva alla fine di un percorso di integrazione, non è un biglietto per il Luna Park. In singoli casi eccezionali si può concedere anche prima del tempo, ma la legge non cambierà. Ramy? Stiamo proseguendo con tutte le verifiche del caso, spero di incontrarlo presto e ringraziarlo per il suo coraggio».
salvini
«Milano città aperta»
«Il destino di Milano è di essere una città aperta: una volta eravamo aperti verso gli altri italiani, oggi abbiamo allargato l’orizzonte». È quanto ha sottolineato il sindaco. «Noi integriamo chiamando ai doveri, oltre che concedendo i diritti. Questa formula penso che funzioni e che possa funzionare ancora di più. Quindi in questo momento c’è un doppio dovere di Milano, perché vogliamo essere un avamposto di civiltà», ha detto Sala. «Senza demagogia: mentre in Italia ci sono l’8,5% di immigrati o di non italiani d’origine, a Milano ce n’è il 19% e alla fine la città funziona. È fatica l’integrazione, certo che è fatica. Niente è semplice, ma non bisogna rifiutare le scelte difficili, se hanno senso per il futuro», ha aggiunto.
BEPPE SALA PIERFRANCESCO MAJORINO
L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, in un post su Facebook ha attaccato duramente il ministro dell’Interno per la replica data a Rami, il ragazzino che ha telefonato al padre dal bus sequestrato a San Donato Milanese. «Salvini che dice a Rami di “farsi eleggere”, è veramente un penoso poveraccio, ancora una volta protagonista di un comportamento degno di un bullo», ha commentato Majorino. «E fa bene il Pd - ha aggiunto - a rimettere al centro, con Nicola Zingaretti, la battaglia dello “ius soli”, che abbiamo sciaguratamente abbandonato quando governavamo. Credo che a Milano e nelle altre città servano di nuovo attribuzioni simboliche di cittadinanze ai nostri piccoli e giovani concittadini». «La barbarie e l’odio si sconfiggono con la mobilitazione delle idee. Come abbiamo fatto il 2 marzo. Come dobbiamo fare ogni giorno», ha concluso Majorino.
BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA