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CHI CONTROLLA I MALATI SE SI AMMALANO I CONTROLLORI? - A TREVISO FOCOLAIO TRA CHI FA I TAMPONI: 9 POSITIVI TRA MEDICINA LEGALE E PROGRAMMI DI SCREENING - COME HA FATTO IL COVID A ENTRARE NEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE? L'IPOTESI È CHE L'OPERATORE SIA STATO CONTAGIATO IN AMBITO FAMILIARE. E CHE POI ABBIA DIFFUSO IL VIRUS, IN MODO INCONSAPEVOLE, NEGLI SPAZI COMUNI DELLA MADONNINA, COME L'ATRIO, LA ZONA DELLE MACCHINETTE DEL CAFFÈ E COSÌ VIA. QUESTO SPIEGHEREBBE L'ANDAMENTO APPARENTEMENTE PUNTIFORME DEI CONTAGI

 

Da www.ilgazzettino.it

 

Il coronavirus ha colpito il cuore pulsante della macchina dei tamponi dell'azienda sanitaria trevigiana. Un nuovo focolaio è esploso proprio all'interno del dipartimento di Prevenzione che ha sede nel centro della Madonnina di Treviso. Sono emersi complessivamente 9 contagi tra il personale del servizio Igiene e sanità pubblica, Medicina legale, servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione, Spisal e servizio Programmi di screening.

TAMPONE COVID CORONAVIRUS DRIVE IN

 

LA RICOSTRUZIONE

L'allarme è partito dal servizio Igiene e sanità pubblica, la cabina di regia del tracciamento delle persone positive nella Marca. Nei giorni scorsi un dipendente ha manifestato sintomi simil influenzali compatibili con l'infezione da Covid-19. Il tampone ha confermato il contagio. E così, parallelamente all'isolamento domiciliare, sono scattati i controlli sui colleghi di lavoro entrati in stretto contatto con lui. Tra questi, otto sono risultati a loro volta contagiati: 4 in Medicina legale, 2 nel servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione, 1 allo Spisal e 1 agli screening.

 

La scia di contagi ha stranamente colpito settori diversi, non solo persone che lavorano quotidianamente gomito a gomito. Da qui la decisione dell'Usl di avviare uno screening generale sui quasi 200 operatori della Madonnina. Non si parte da zero. Nelle scorse ore è già stato testato tutto il servizio Igiene e sanità pubblica. Sono state controllate complessivamente 60 persone. E tutte sono risultate negative. Un primo sospiro di sollievo, dato che il servizio diretto da Anna Pupo è più che mai strategico nel contrasto alla diffusione del Covid-19. Oggi toccherà a tutti gli altri: ci sono ancora circa 130 persone da controllare.

 

luca zaia

 

IL PUNTO

«La Madonnina resta aperta assicurano dall'Usl ora verrà applicato il protocollo ospedaliero con la ripetizione periodica dei test sugli operatori». La speranza è che il focolaio sia già stato circoscritto. In caso contrario si rischierebbero pesanti rallentamenti nell'attività di screening per il coronavirus. Come ha fatto il Covid a entrare nel dipartimento di Prevenzione che sorge in via Castellana, a due passi dalla strada Ovest? L'ipotesi avanzata dall'azienda sanitaria è che l'operatore del servizio Igiene e sanità pubblica sia stato contagiato in ambito familiare.

 

 E che poi abbia diffuso il virus, ovviamente in modo inconsapevole, negli spazi comuni della Madonnina, come l'atrio, la zona delle macchinette del caffè e così via. Questo spiegherebbe l'andamento apparentemente puntiforme dei contagi. «Il primo contagio è avvenuto al 99% in ambito familiare fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca dopo il primo screening generale, ci saranno controlli periodici sul personale tra 5 giorni, tra 10 giorni e tra 14 giorni». Non c'è il rischio che il primo operatore possa essersi contagiato proprio mentre eseguiva i tamponi? Il rischio zero non esiste. L'azienda sanitaria, però, tende a escludere tale ipotesi. «Gli operatori che eseguono i tamponi sono tra le persone più protette in assoluto», sottolinea il direttore generale.

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L'APPELLO

In tutto ciò bisogna anche fare i conti con un altro contrattempo. L'Usl aveva lanciato un avviso pubblico per assumere 15 assistenti sanitarie a tempo determinato proprio per fare i tamponi. Ma alla fine se ne sono presentate solo 8. A novembre verrà pubblicato un nuovo avviso. Intanto bisogna stringere i denti. «Con le nuove assunzioni rafforzeremo il sistema di tracciamento dei casi positivi spiega Benazzi i numeri sono sempre più elevati. Anche se con qualche ritardo, nell'ordine di uno o due giorni, riusciamo comunque ancora a garantirlo. In caso di necessità, poi, andremo a ridurre attività diverse, come Medicina legale, per recuperare altre forze». Tutti si augurano che non serva.

 

 

IL BILANCIO

A livello generale, intanto, continuano ad aumentare i contagi. Ieri nel trevigiano sono emerse 125 nuove positività. Il totale delle persone che stanno attualmente combattendo contro l'infezione da coronavirus è salito a 2.115. Compresa un'operaia dello stabilimento Electrolux di Susegana, come evidenzia il gruppo sindacale Skatenati Electrolux, che il 10 ottobre aveva preso parte a un matrimonio trasformatosi in un focolaio con 28 contagi. Per i contatti stretti è scattata la quarantena precauzionale.

 

crisanti

Sempre ieri, inoltre, l'Usl ha portato a termine lo screening generale tra i lavoratori della cooperativa Co-Work, che opera per la società di logistica Xlog di Geox, dove si è arrivati a contare 48 positivi su 500 lavoratori. Il dato dei ricoverati, infine, resta in linea con quello di ieri. Al momento sono 57 i pazienti Covid positivi che hanno bisogno di cure ospedaliere.

 

Due si trovano nella Terapia intensiva di Treviso, 24 sono ricoverati nelle unità di Malattie infettive e di Pneumologia dello stesso Ca' Foncello, altri 24 nella Medicina dell'ospedale di Vittorio Veneto e 7 nell'ospedale di comunità sempre di Vittorio Veneto. «Restiamo in fascia verde per quanto riguarda l'occupazione delle Terapie intensive», evidenzia Benazzi. E da oggi verranno riattivate le aree sub-intensive dei reparti Covid.