Malcom Pagani per GQ Italia
MATT DILLON
Sul retro di una macchina che si fa lentamente strada negli equivoci di Roma, Matt Dillon giura che non sono stati 53 anni da marciapiede: <
Se e finito a terra - ucciso dalla polizia di Tulsa ne I ragazzi della 56? strada di Francis Ford Coppola, per poi scambiarsi parte, oneri e onori nell'ideale seguito, Rusty il selvaggio (in cui a morire, sempre in Oklahoma e per mano di un agente, e Mickey Rourke) - e stato solo per esigenze di copione. <
Nelle due settimane precedenti al film ti faceva lavorare anche tutti i giorni per 12 ore, ma aveva capito una cosa fondamentale: che i film giusti sono sempre sulle persone, sulle relazioni e sui rapporti umani. Scolpiva i personaggi e poi li levigava, fino a farli diventare indimenticabili. Marlon Brando, Al Pacino, Dennis Hopper. Non c'e stella che abbia lavorato con Coppola che non sia uscita rafforzata dall'incontro>>.
MATT DILLON
Nella stessa piazza in cui c'e l'albergo che ospita l'attore, da una porta usciva la principessa Audrey Hepburn, per andare incontro alle sue Vacanze romane con Gregory Peck. Era piu di sessant'anni fa, ma sulla terrazza scelta per i primi scatti, dove lo sguardo arriva fino al Vaticano e oltre, a Matt Dillon sembra di rivedere i suoi chilometri, le sue frenate, le sue accelerazioni: <
Quando ha trovato un equilibrio?
Piu che trovarlo, al limite e per un certo periodo, l'ho perso. All'inizio c'era un liceale entusiasta, assoldato per un film nel corridoio di una scuola. Dove non avrei dovuto neanche essere.
matt dillon 4
Invece c'era.
Il regista era Jonathan Kaplan e il film Over the Edge. Magari a lei non dice niente, perche chissa con quale titolo il film e uscito in Italia. L'altro giorno parlavo con un amico di Mimi Metallurgico e di quel genio di Lina Wertmuller, ma il titolo con l'operaio di Giancarlo Giannini non me lo ricordavo proprio.
Wertmuller ideava titoli chilometrici. Nel tradurre Over the Edge si opto per Giovani guerrieri...
matt dillon in sudan
Ecco, Giovani guerrieri. Quelli di Kaplan erano personaggi scritti in modo molto onesto e veritiero. Erano credibili i conflitti, gli scontri, le tensioni. Andai a parlare con il capo del casting, Vic Ramos, che mi rassicuro. Tornai a casa e con l'arroganza dell'incoscienza andai dritto da mia madre, dando l'ingaggio per scontato. Non le dissi <
Era sicuro di se.
Io non volevo fare l'attore a ogni costo, volevo farlo per qualcosa che valesse. E non ho deciso di diventare attore per la fama, ma per il potere. Non intendo il potere in se per se, ma il potere di avere un impatto sugli altri. Quando ho fatto il regista, passando dall'altra parte della barricata, ho cercato di applicare lo stesso principio a quello che facevo>>.
MATT DILLON 1
Nell'aria romana pulsa l'innaturale clima di memoria flaianea. Il sole e alto. Gli indicano il luogo dell'appuntamento: il Bar San Calisto, in piazza San Calisto, a due passi da Santa Maria in Trastevere. Nel farlo salire, l'autista lo chiama Mister Dillon e lui ride, dice che no, <
Nuove lentezze, ingorghi, semafori. Matt Dillon giura che passare tra il verde e l'arancione sfiorando la tempistica perfetta non e solo questione di impegno: <
matt dillon e roberta mastromichele
Trastevere e come ti immagini che sia Trastevere. Ci sono i tavolini all'aperto, i perdigiorno, gli studenti che hanno voltato le spalle al cancello, gli odori, il glicine sulle inferriate, le fotografie di Falcao e Bruno Conti alle pareti del bar. A Dillon il calcio piace (<
A vent'anni, lei era considerato il nuovo James Dean. E stato difficile sopportare il peso di tante aspettative?
Da ragazzo non sono mai stato un attimo senza l'attenzione degli altri addosso e non ho mai goduto del privilegio dell'anonimato, ma ho imparato a relativizzare presto. Devi sempre analizzare le cose minime, che noi chiamiamo problemi, in prospettiva: che siano davvero cazzate lo capisci quando vedi un campo profughi.
Lei e stato a lungo nel Sud del Sudan.
TRUMP
Un giorno camminavo con l'iPod e gli auricolari. Mi fermo a riposare su una roccia e li lascio li. Il giorno dopo torno e li ritrovo al loro posto. Secondo me erano rimasti, intatti, in quel punto perche nelle vite di chi abita laggiu quegli oggetti non hanno alcun valore.
Lei ha vissuto per molto tempo nei sobborghi di New York e anche a Los Angeles. <
Non credo di averlo detto, perche non lo penso. Hollywood non e triste, e solo un posto di solitudini in cui sono accadute tante storie tristi. Ma sento Los Angeles come casa mia. Ci ho vissuto a lungo. Ne conosco le contraddizioni.
In America sta bene?
Noi costruiamo sempre il nostro castello di aspettative. Nella nostra testa immaginiamo cosa saremo un giorno e dove ci piacerebbe essere domani. In Cambogia andai per la prima volta nel '93, con un amico. Ci sono tornato otto anni dopo per girarci un film. E per un po' ho pensato persino di trasferirmi nel Laos.
matt dillon e matteo garrone
E poi perche non l'ha fatto?
Perche quando apri gli occhi incontri sempre la realta. E un esercizio che tocca a tutti. Puo essere doloroso, ma da li devi passare. Devi trovare un tuo posto nel mondo, anche se il mondo non vuole farti spazio.
al pacino in wilde salome
Nella tavola preparata per lui, Dillon sta largo e discute di politica statunitense. <
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matt dillon valerio mastandrea matt dillon e dennis hopper
matt dillon