Niccolò Carratelli per "la Stampa"
protesta coprifuoco
Libertà di movimento fino a mezzanotte, palestre riaperte in anticipo, nuovo protocollo per matrimoni e ricevimenti.
Ecco le ipotesi su cui si ragiona in vista del «tagliando» di metà maggio. L' annuncio del premier Mario Draghi sulla riapertura dell' Italia ai turisti stranieri, a partire dal 15 maggio, ha impresso un' accelerazione verso la modifica delle regole attualmente in vigore. Il primo nodo da sciogliere è quello del coprifuoco, che Matteo Salvini e i leghisti vorrebbero cancellare del tutto, mentre l' ala più prudente del governo è disposta a consentire solo un allungamento dell' orario, rinviando l' abolizione all' inizio di giugno.
Di certo, dal 17 maggio, si arriverà fino alle 23, ma è possibile che ci si spinga fino a mezzanotte. È solo il primo punto sul tavolo della cabina di regia, che si riunirà tra una settimana, con in mano i primi dati significativi relativi all' impatto epidemiologico delle riaperture scattate il 26 aprile.
MATTEO SALVINI NO COPRIFUOCO
Durante la riunione di ieri, infatti, le Regioni hanno sottoposto altre questioni all' attenzione della ministra per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini. «Se ci fossilizziamo solo sul coprifuoco ho paura che sbagliamo obiettivo - ha spiegato Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia-Giulia e della Conferenza delle Regioni - ci sono attività ancora chiuse, come le palestre e il settore dei matrimoni e degli eventi, che non ha prospettive». La richiesta di anticipare di due settimane la ripartenza di queste ultime realtà è pressante. Per le palestre, comunque, si ipotizzano solo lezioni individuali e senza l' utilizzo degli spogliatoi.
MATTEO SALVINI E IL COPRIFUOCO BY ALTAN
Per i matrimoni si valuta una data ufficiale di ripartenza dei banchetti, con un apposito protocollo di sicurezza da consegnare agli operatori del settore. Secondo il cronoprogramma fissato al momento dal governo, a metà maggio riapriranno le piscine all' aperto e i centri commerciali anche nel weekend, mentre solo il 1 giugno toccherebbe alle palestre e ai ristoranti al chiuso.
Le Regioni insistono anche sulla riapertura delle visite nelle residenze per anziani, dopo aver inviato al premier Draghi e al ministro della Salute, Roberto Speranza, le loro linee guida per consentire a figli e nipoti di andare a trovare i propri cari in sicurezza. Dopo troppi mesi di lontananza forzata, aggrappati a telefonate o (i più fortunati) videochiamate, 350mila ospiti delle Rsa e quasi 2 milioni di parenti stretti aspettano il via libera del ministero, che però tentenna sullo strumento legislativo da utilizzare per definire le nuove regole.
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L' ex sottosegretaria e ora consulente di Speranza, Sandra Zampa, ieri ha parlato di «un' ordinanza nelle prossime ore, per consentire di festeggiare insieme la festa della mamma (domenica, ndr)». Ma l' ordinanza non è ancora arrivata, perché pare che il ministro preferirebbe puntare su un decreto, provvedimento sicuramente più forte, che però avrebbe tempi più lunghi, dovendo passare dal Consiglio dei ministri. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, chiede di fare subito una circolare e non risparmia una frecciata a Speranza: «Il ministro faccia presto, è necessaria una norma che abbia effetto immediato - dice a La Stampa - non è più possibile che le Rsa siano una zona rossa permanente».
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Appello simile a quello già lanciato da Fedriga, per «aprire uno spiraglio in quello che possiamo definire un lockdown degli affetti». A prescindere dallo strumento, il governo recepirà gran parte delle indicazioni arrivate dalla Regioni. L' ingresso nelle residenze per anziani sarà consentito solo a parenti o visitatori muniti del certificato di avvenuta vaccinazione anti-Covid o guarigione dalla malattia negli ultimi mesi, oppure del referto negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti la visita.
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Che andrà programmata in anticipo, prendendo un appuntamento, con l' obiettivo di distribuire gli accessi nell' arco della giornata ed evitare così assembramenti: «Gli accessi devono riguardare non più di due visitatori per ospite e per una durata definita». Se le condizioni di salute dell' ospite lo consentono, in caso di meteo e clima favorevoli si raccomanda di privilegiare «gli incontri all' aperto», magari in giardini, cortili o terrazze. Comunque ogni struttura deve individuare «spazi idonei, ampi e arieggiati», per assicurare il giusto distanziamento. L' ultima valutazione sull' organizzazione delle visite spetterà sempre alla direzione sanitaria o al medico-referente Covid della Rsa. E bisognerà predisporre un registro degli ingressi, con nomi e recapiti dei visitatori, da conservare per almeno un mese.
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