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    VIVO A PRATO E VOGLIO ESSERE INOCULATO – IL RACCONTO DELL’IMPRENDITORE CINESE WU YANG, PRIMO A VACCINARSI CONTRO IL CORONAVIRUS D'ITALIA – RESIDENTE NELLA CHINATOWN TOSCANA, È TORNATO NEL SUO PAESE D’ORIGINE PER SOTTOPORSI ALLA SPERIMENTAZIONE DEL "SINOVAC": “STO BENISSIMO E NON HO AVUTO EFFETTI COLLATERALI. MA SONO POCHISSIMI I MIEI CONNAZIONALI CHE L’HANNO FATTO. IL MOTIVO PER CUI NOI CINESI DI PRATO CI SIAMO AMMALATI COSÌ POCO È CHE ABBIAMO…”


     
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    Da www.liberoquotidiano.it

     

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    I cinesi sono stati più bravi a difendersi dal virus. Probabilmente è questo il motivo per cui quelli residenti fra le province di Prato, Firenze e Pistoia si sono ammalati meno degli italiani residenti nella stessa zona. La pensa così Wu Yang, imprenditore cinese di 42 anni che vive a Prato. Insieme alla moglie si è sottoposto volontariamente alla vaccinazione anti-Covid all'ospedale di Wenzhou.

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    "In agosto mi sono messo in lista per la sperimentazione del vaccino Sinovac e a settembre mi hanno chiamato", ha raccontato l'uomo. Che non ha avuto alcun timore per un farmaco non ancora sicuro al 100%: "Avevo troppa paura di ammalarmi. Ora sto benissimo e non ho avuto effetti collaterali", ha detto in  un'intervista al Giorno.

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    Molti pensano che la comunità cinese nella capitale toscana del tessile sia quasi immune al coronavirus solo perché tutti stanno andando in massa a vaccinarsi. Ma secondo Yang non è assolutamente così: "Sono pochissimi i connazionali che si sono sottoposti al vaccino. Il biglietto aereo costa circa 4mila euro, un viaggio con tutta la famiglia è molto oneroso".

     

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    Ma allora come hanno fatto i cinesi della zona ad ammalarsi così poco? Dallo studio di incidenza realizzato dal dipartimento di Prevenzione dell’Asl Toscana centro emerge che su una popolazione di 50.010 cinesi residenti fra le province di Prato, Firenze e Pistoia, i casi positivi sono stati solo 308. I ricoveri sono stati solamente 18 sui 109 attesi e non ci sono stati decessi sui 18 ipotizzabili.

    la chinatown di prato deserta la chinatown di prato deserta

     

    Come se lo spiega Wu Yang? "I cittadini cinesi, sin dall’inizio dell’epidemia in Cina, hanno applicato rigorosamente tutte le misure di protezione individuale. Siamo stati i primi a ritirare i bambini da scuola". Parlando della sua esperienza, l'uomo ha raccontato: "Io ero tornato a Wenzhou con mia moglie e i nostri due figli a marzo, quando era esplosa l’epidemia in Italia, mentre da noi, nello Zhejiang, le cose andavano abbastanza bene.

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    Avevamo seguito con grande apprensione quello che era accaduto a Wuhan e temevamo che qui potesse succedere lo stesso, quindi siamo partiti". Yang poi ha raccontato di essere tornato con la moglie in Italia solo dopo il vaccino.

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