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“Ci vediamo in tribunale. Vilipendio? Rispetto al mio pedigree in tribunale, è poca roba. Preoccupato? Ma quando mai. I fatti sono dalla mia parte”. Lo dice Cateno De Luca, sindaco di Messina, a La Zanzara su Radio24 rispondendo al ministro degli Interni Lamorgese che ha annunciato una denuncia per il reato di vilipendio.
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“Ho sempre toni eccessivi – dice De Luca - ne sono cosciente. Si tratta del fatto che per far passare un messaggio devo usare qualche frase più forte. E ben venga, soprattutto se la finalità è giusta. E comunque abbiamo denunciato dieci persone che non potevano essere a Villa San Giovanni, e altre sono ferme in Calabria. Lo testimoniano i poliziotti che erano con me. Sono stati i poliziotti accanto a me hanno accertato che dieci persone hanno una dichiarazione irregolare. Il prefetto? Loro sono più attenti alla forma, al combinato disposto delle leggi, più che alla sostanza”.
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Ma non ti penti aver mandato affanculo il ministro?: “No, perché sul territorio ci siamo noi e dobbiamo subire le norme di carta che vengono fatte. Farei questo ed altro per salvare vite umane. E se per salvare vite umane mando affanculo tutti, lo faccio”. Hai parlato anche di imbroglioni e impostori al ministero dell’Interno: “Addirittura? Me ne è scappata più di una, allora. Porca miseria. Ho parlato anche di depistaggio di Stato. E’ vero. Cavoli, sto Cateno De Luca è impertinente veramente. Ma a parte gli scherzi, il ministro non conta più di me, va bene? La Costituzione mi riconosce lo stesso ruolo. Il ministro ha un ruolo, mi può anche rimuovere. Allora faccia la procedura, lo rimuova, così De Luca non romperà le palle. Se non mi pento di nulla? No, no”
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