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    “IN ITALIA IL VIRUS HA AVUTO DUE INGRESSI DIVERSI, UNO DALLA CINA E UNO DALLA GERMANIA” – L’EPIDEMIOLOGO CICCOZZI: “STA CONTINUANDO A MUTARE, MA PERDE POTENZA, CONTAGIOSITÀ E PROBABILMENTE LETALITÀ” – “SI ANDAVANO A CERCARE I CINESI E NON FACEVAMO CASO AD ALTRE PARTI D’EUROPA. È STATO UNO DEGLI ELEMENTI CHE NON HA FRENATO L’EPIDEMIA”


     
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    Laura Cuppini per www.corriere.it

     

    massimo ciccozzi massimo ciccozzi

    Come scrive lo pneumologo Sergio Harari oggi sul Corriere, «Sars-CoV-2 è un grande sconosciuto, una immensa incognita che pesa sul nostro futuro e di cui sappiamo poco, molto poco. Ad oggi sono, infatti, più i punti interrogativi che le risposte certe che la scienza è in grado di dare su questo nuovo virus».

     

    Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha provato a mettere dei punti fermi durante un’audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato. Secondo Ciccozzi, «il virus sta perdendo potenza e sta continuando a mutare. Ma sta facendo mutazioni che a lui non sono più utili». Dunque evolve, ma perde «contagiosità e, probabilmente, letalità». Un dato che secondo l’epidemiologo trova riscontro nel «minor numero di decessi (dovuti alle infezioni pregresse) e nel minor numero di persone in terapia intensiva», risultati possibili grazie alle terapie ma anche alla perdita di potenza del virus. «È un virus nuovo — ha aggiunto l’esperto —, lo stiamo studiando. Non sappiamo, per esempio, quanto dura l’immunità. Anche se sappiamo che c’è».

    coronavirus lombardia coronavirus lombardia

     

    Nel Nord uno tsunami imprevisto

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    Nella sua ricostruzione, Ciccozzi ha affermato che «già intorno a dicembre questo virus avrebbe potuto circolare nelle persone». «Il Nord ha avuto uno tsunami assurdo, imprevisto e imprevedibile — ha detto —. In Italia abbiamo avuto due ingressi epidemici diversi, a due settimane di distanza, come abbiamo visto in un nostro lavoro: uno, con ceppi virali dalla Cina, attraverso l’Europa è andato al centro Italia. Successivamente un ceppo tedesco è andato a infettare la Lombardia e il Nord del Paese. Probabilmente si andavano a cercare i cinesi — ha aggiunto l’esperto — e non facevamo caso ad altre parti dell’Europa. E questo è stato uno degli elementi che non ha frenato l’epidemia».

    LA COPPIA DI CINESI RICOVERATA ALLO SPALLANZANI LA COPPIA DI CINESI RICOVERATA ALLO SPALLANZANI

     

    Italia, seriate - coronavirus Italia, seriate - coronavirus

    Ciccozzi ha poi ipotizzato che il centro-sud Italia si sia salvato da un’epidemia più intensa anche per il caso della coppia cinese ricoverata allo Spallanzani, primo impatto del nostro Paese con la malattia, che ha indotto a comportamenti di autotutela. «La coppia — ha ricordato — è arrivata il 31 gennaio, mentre il primo caso a Codogno è avvenuto il 21 febbraio. Questo ha fatto sì che le persone fossero più preparate: vedendo il caso dei due cittadini cinesi hanno cominciato da sé a distanziarsi, ad avere le mascherine. Hanno cominciato in qualche modo ad elaborare quello che poi è stato fatto durante il lockdown».

    massimo ciccozzi massimo ciccozzi MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIA MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIA

     

    I rischi di un secondo lockdown

    Sui possibili rischi della fase 2 fa il punto Paolo Bonanni, epidemiologo e professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze. «Sars-CoV-2 potrebbe mutare il proprio assetto, ma al momento non ha dato prova di grandi cambiamenti — spiega Bonanni —. In questa fase di semi-libertà servono attenzione e cautela. Certamente le fonti di contagio sono ridotte nel nostro Paese, perché il numero di persone infette è calato, ma se i comportamenti individuali non saranno responsabili i contagi torneranno a crescere in maniera esponenziale.

     

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    Il problema è che questo succederà tra 2-3 settimane o anche un mese: a quel punto un secondo lockdown sarebbe davvero doloroso. Di questo virus sappiamo con certezza due cose: la prima è che gli asintomatici sono molto numerosi e la seconda è che l’incubazione può durare molti giorni». Cosa si può fare per scongiurare il rischio di un secondo lockdown? «Il primo punto è essere responsabili a livello individuale, evitando per esempio gli assembramenti. In secondo luogo credo sia necessario creare una task force per il tracciamento dei contatti dei contagiati — afferma Bonanni —, non possiamo fidarci solo delle app. Nel caso si sviluppino piccoli focolai, saranno utili chiusure mirate».

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