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    DELIRIO DA CORONAVIRUS – LE CHIAMATE PIÙ STRAMBE RICEVUTE DAL NUMERO VERDE 1500: “HO UN SERPENTE IN CASA, RISCHIO?”, “HO COMPRATO MAGLIETTE MADE IN CHINA, CHE DEVO FARE?” - LA PSICOSI STA SFUGGENDO DI MANO. A VENEZIA UNA BABY GANG HA SPUTATO CONTRO UNA COPPIA DI TURISTI, MENTRE LA SASSAIOLA DI FROSINONE ERA UNA FAKE E UN PROFESSORE È STATO DENUNCIATO PER PROCURATO ALLARME – VIDEO


     
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    Virus cinese, nessuna sassaiola a Frosinone: denunciato prof

    (LaPresse) - L'episodio di intolleranza in danno di cittadini cinesi dell'Accademia di Belle Arti verificatosi a Frosinone è da considerarsi "privo di fondamento". E' quanto rivela la polizia di Stato di Frosinone, dopo gli approfondimenti del caso. La polizia ha anche denunciato per procurato allarme il professore che aveva diffuso la notizia.

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    Virus cinese, nessuna sassaiola a Frosinone: denunciato prof-2-

    (LaPresse) - "A seguito delle notizie diffuse dagli organi di informazione locali e nazionali in ordine ad un episodio di intolleranza in danno di cittadini cinesi asseritamente verificatosi a Frosinone, la Questura ha dato immediatamente avvio, fin dalla serata di ieri, ad approfonditi accertamenti volti a verificare la fondatezza dell’informazione ed individuare gli eventuali responsabili delle illegalità descritte - si legge in una nota delle questura - Le ricerche effettuate dalla D.I.G.O.S. hanno consentito di chiarire che il professore che aveva reso pubblico l’episodio informando i giornalisti nel corso di un’estemporanea conferenza stampa non aveva la conoscenza diretta degli accadimenti ma aveva riferito informazioni raccolte da un’altra professoressa".

     

    Quest’ultima a sua volta "aveva appreso da un generico racconto di una studentessa cinese dell’Accademia di Belle Arti secondo che su una chat seguita esclusivamente da suoi connazionali, un altro giovane cinese aveva fatto riferimento a non meglio descritti episodi di intolleranza verso cittadini cinesi che sarebbero accaduti a Roma.

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    Il contenuto di tale conversazione in chat si sarebbe trasformato nella sassaiola a Frosinone a causa di una errato utilizzo del traduttore di Google da parte della studentessa".

     

    1 - «HO UN SERPENTE IN CASA: RISCHIO?» 1.600 CHIAMATE (FOLLI) AL MINISTERO

    Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”

     

    Chiamano anche per sapere se «è un rischio aver tenuto un serpente a casa» o «aver acquistato magliette made in China». Sono le domande più strambe raccolte dal 1500, numero verde istituito dal ministero della Salute con una doppia funzione. Rispondere alle domande sull' epidemia ed eseguire un primo screening sulle segnalazioni di casi sospetti. Una sorta di triage telefonico, per evitare le corse al pronto soccorso degli ospedali.

    turisti cinesi insultati a firenze 1 turisti cinesi insultati a firenze 1

     

    Tra il 27 e il 29 gennaio, smistate circa 1600 chiamate, soprattutto da italiani e cinesi residenti in Italia, dirigenti scolastici e albergatori. I dubbi espressi con maggiore frequenza riguardano le precauzioni da adottare per proteggersi, le modalità di trasmissione del virus, il periodo di incubazione, i sintomi Numerose le richieste sulla possibilità di infettarsi maneggiando oggetti e alimenti di provenienza cinese. Il traffico di telefonate dipende dal clamore delle notizie. Quando si è saputo della coppia cinese con diagnosi positiva da ricoverata allo Spallanzani, il flusso ha avuto una impennata: 1200 contatti in 24 ore.

     

    MASCHERINA E BOTTIGLIA DI PLASTICA IN TESTA PER DIFENDERSI DAL CORONAVIRUS MASCHERINA E BOTTIGLIA DI PLASTICA IN TESTA PER DIFENDERSI DAL CORONAVIRUS

    La curva si è alzata in particolare dopo la conferenza stampa del premier Conte e del ministro della Salute Roberto Speranza. Il giorno successivo, sono arrivate altre 1500 chiamate. Fenomeno atteso per Giuseppe Ruocco, coordinatore al ministero Salute delle attività legate all' emergenza, tecnico della task force anti coronavirus. C' era lui nel 2003 quando il 1500 venne creato dall' allora ministro Girolamo Sirchia per affrontare l' emergenza SARS, la sindrome respiratoria grave simile alla nuova. Ora l' organico è stato rimpolpato anche con l' inserimento di mediatori di lingua cinese e psicologi che devono gestire 15 linee di risposta.

     

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    2 - SASSATE, CARTELLI CHOC E INSULTI I CINESI VITTIMA DELLA PSICOSI

    Filippo Femia per “la Stampa”

     

    XI JINPING CON LA MASCHERINA XI JINPING CON LA MASCHERINA

    Sassi lanciati contro un gruppo di studenti. La loro «colpa»? Essere cinesi. E quindi untori, nell' assurda logica dei ragazzi che li hanno aggrediti. Arriva da Frosinone l' ultima follia della spirale innescata dalla psicosi per il coronavirus. L'Accademia di Belle Arti della città era stata chiusa dopo che un' alunna cinese si era ammalata. I test eseguiti allo Spallazani, però, erano risultati negativi. Alla riapertura dell' istituto c' è stata la sassaiola della vergogna. Il risultato di un' escalation di episodi di fobia e intolleranza, questi sì un pericoloso virus, che si sono verificati in tutta Italia.

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    Gli allarmismi e le paure - talvolta alimentati dalle fake news del web - sono ingiustificate, continuano a ripetere infettivologi e medici. Ma la scienza si sgretola di fronte alla paura e all' ignoranza. Gli episodi di intolleranza sono iniziati pochi giorni dopo che il virus ha conquistato le prime pagine. Prima commenti a denti stretti - «Allontaniamoci, ci infettano» - di qualcuno che credeva di essere simpatico. Poi insulti sguaiati e senza ritegno. Come quelli pronunciati a Firenze contro una coppia di anziani turisti cinesi: «Fate schifo. Ci infettate, pezzi di m», si sente dire a un uomo in un video che è rimbalzato sul web.

     

    Alla fine, purtroppo, si è passati ai fatti. Lo scorso 26 gennaio una baby gang di adolescenti ha seguito, insultato e sputato contro una coppia di viaggiatori cinesi a Venezia. Un crescendo che non ha risparmiato i più piccoli. Nel Milanese, durante una partita giovanile di calcio, un ragazzino non ha trovato di meglio, per insultare l'avversario di origini cinesi, che pronunciare la frase: «Spero che ti prenda il virus».

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    La psicosi e l' intolleranza hanno poi assunto contorni inquietanti. Un bar nel cuore di Roma, lo scorso 31 gennaio, ha affisso un cartello che vietava l' ingresso ai cinesi. «A tutte le persone provenienti dalla Cina non è permesso entrare in questo posto», la scritta in inglese e con gli ideogrammi cinesi, non lontano dalla fontana di Trevi. Un episodio che ha evocato la pagine più buie della storia del '900. È dovuta intervenire l' ambasciata cinese, chiedendo l' intervento dell' Italia per mettere freno all' ondata di intolleranza: «Si sono verificati casi sfociati persino in insulti e discriminazioni. Chiediamo alle autorità italiane di tutelare i diritti legittimi dei cittadini e delle comunità cinesi».

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    Ma la psicosi non si è placata. Ieri a Torino la sindaca Appendino ha raccontato di una ragazza cinese costretta a scendere da un autobus partito da Cuneo. Gli altri passeggeri l' avrebbero fatta sentire non gradita per i suoi occhi a mandorla. La giovane, che non parla bene italiano, non ha sporto denuncia ma ha raccontato l' accaduto alla sua comunità di Torino. «Ci sono indicazioni chiare del ministero: invitiamo tutti i torinesi a informarsi e seguirle - ha dettola prima cittadina durante un pranzo in un ristorante cinese - Non cadiamo nel tranello della paura, che crea solo muri di diffidenza e psicosi di cui non abbiamo bisogno». Basterà questo appello al buon senso?

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