Laura Cuppini per il “Corriere della Sera”
CARLO LA VECCHIA
I numeri della pandemia sono in lieve decrescita. Professor Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università Statale di Milano, è presto per tirare un sospiro di sollievo?
«Dobbiamo tenere duro ancora un po’, ma non manca molto. Omicron ha una diffusione vastissima: secondo l’Institute for Health Metrics and Evaluation della Fondazione Bill e Melinda Gates, avrebbe infettato il 60% della popolazione mondiale.
Se aggiungiamo la quota di vaccinati, in Italia dovremmo superare il 95% di persone almeno parzialmente immuni. Ufficialmente i contagiati con Omicron, che ha iniziato la sua ascesa a metà dicembre, sono 5 milioni, ma possiamo presumere che siano ben oltre il doppio considerando che molti positivi sono asintomatici o paucisintomatici e solo per pochi giorni».
COVID VARIANTE OMICRON
Omicron è meno letale?
«Sì, non possiamo calcolare con esattezza l’impatto della vaccinazione ma il numero di decessi è rimasto contenuto anche in aree con coperture estremamente basse, come l’Africa (dove la copertura è all’11%). Si stima che, con le varianti precedenti, i morti fossero uno ogni cento positivi. Con Omicron sono scesi a uno ogni mille positivi».
tamponi
Cosa succederà nelle prossime settimane?
«Il numero di nuovi contagi quotidiani è aumentato rapidamente fino a metà gennaio, poi c’è stato uno stallo e dal 20 è iniziata una lenta discesa, che dovrebbe accentuarsi nella seconda metà di febbraio.
Abbiamo ancora numeri alti: 150 mila casi al giorno (media settimanale) e quindi per le prossime settimane le misure prudenziali devono essere mantenute, anche a livello individuale. È importante percorrere questo ultimo tratto in sicurezza.
bambini mascherine 4
Si tratta di resistere un mese: a fine febbraio dovremmo avere circa 10 mila casi al giorno, ovvero 10 volte meno di quanto avviene ora, con un’ulteriore discesa a marzo. Anche la pressione sugli ospedali e i decessi caleranno, con un ritardo di circa due-tre settimane rispetto al numero di contagi. A Pasqua, se tutto va bene, dovremmo essere fuori da questo ciclo pandemico che ci accompagna da più di due anni».
C’è il rischio che, una volta ridotta la diffusione di Omicron, rispunti Delta?
CARLO LA VECCHIA.
«Potrebbe persistere, ma anche Delta difficilmente resterà a lungo tra noi. Al contrario di Omicron, è coperta bene dai vaccini. Non possiamo escludere la comparsa di altre varianti, ma ciò è improbabile nel breve periodo, considerata la diffusa immunità data dai vaccini e da Omicron. Il virus non scomparirà, ma il suo impatto da marzo in poi resterà marginale a lungo».
Perché servono ancora le misure di contenimento?
«Durante l’ascesa di Omicron le limitazioni (mascherine, distanziamento, green pass) hanno permesso di spalmare su un tempo più lungo gli effetti del picco di una variante che possiamo definire “incontenibile”, limitando lo stress sulle strutture sanitarie: ancora oggi abbiamo circa 20 mila ricoverati, che occupano il 30% dei posti letto disponibili».
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