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    “IN AULA CI SI CONTAGIA” (MA NON CI DIRE) – PIERLUIGI LOPALCO, EPIDEMIOLOGO DIVENTATO ASSESSORE ALLA SALUTE IN PUGLIA, CONFERMA QUELLO CHE TUTTI SAPEVAMO, CIOÈ CHE LA SCUOLA CONTRIBUISCE ALLA CRESCITA DEI POSITIVI: “CON L’IMPATTO DELLE VARIANTI, INSISTERE SULLE LEZIONI IN CLASSE È TROPPO RISCHIOSO” – ANCHE IL CTS SI È CONVINTO: IN ZONA ROSSA ISTITUTI CHIUSI. DA DOMANI PIÙ DI UN ALUNNO SU TRE SARÀ IN DAD


     
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    1 – DA DOMANI PIÙ DI UN ALUNNO SU TRE A CASA IN DAD

    (ANSA) - ROMA, 28 FEB - Oltre 3 milioni di studenti da domani seguiranno le lezioni da casa: 800 mila bambini della scuola dell'infanzia e primaria, quasi mezzo milione di alunni delle medie e 1 milione e 800 mila studenti delle superiori. E' la valutazione del sito specializzato Tuttoscuola, che ha esaminato il numero degli alunni in Dad dall'Alto Adige alla Basilicata, calcolando che in totale uno su tre degli 8,5 milioni di iscritti resteranno a casa.

     

    PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA

    Degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie domani saranno a scuola in presenza due alunni su tre. Le situazioni estreme vedono i 207.268 alunni della Sardegna tutti a scuola in presenza, grazie al fatto che la regione è stata dichiarata zona bianca, mentre all'opposto i 994.993 alunni della Campania saranno costretti a starsene a casa per consentire a tutti i loro insegnanti, secondo quanto disposto dal presidente regionale De Luca, di sottoporsi alla vaccinazione.

     

    focolai nelle scuole focolai nelle scuole

    Dovranno rimanere a casa gli alunni delle zone dichiarate rosse: i 159.721 dell'Alto Adige, i 75.896 della Basilicata e i 37.558 del Molise. Dei quasi 176mila alunni abruzzesi soltanto 30.556 bambini della scuola dell'infanzia potranno frequentare le attività educative in presenza, mentre gli altri 145.367 dovranno seguire le lezioni in DAD. In Puglia, dopo che il TAR ha confermato la validità dell'ordinanza regionale, dovranno seguire la didattica a distanza i 320.432 studenti della secondaria di I e II grado, mentre per i 264.912 alunni di primaria e infanzia resta confermata la facoltà di seguire le lezioni in presenza.

    PIERLUIGI LOPALCO PIERLUIGI LOPALCO

     

    Vi sono infine, ricorda Tuttoscuola, singole situazioni provinciali costrette ad adottare restrizioni, come, ad esempio Brescia con oltre 172 mila alunni in Dad, la città metropolitana di Bologna con oltre 113mila alunni bloccati a casa, Ancona e Macerata con 14.700 degli ultimi due anni della scuola media obbligati alla DAD insieme a tutti i 73.060 studenti delle superiori dell'intera regione.

     

    infografica el pais diffusione coronavirus a scuola senza mascherine e ventilazione infografica el pais diffusione coronavirus a scuola senza mascherine e ventilazione

    In Toscana quasi 80 mila alunni delle province di Pistoia e Siena entrate in zona rossa non potranno seguire le lezioni in presenza. Infine un numero imprecisato di alunni del primo ciclo e dell'infanzia, stimato in poco più di 14.100 unità, di piccoli comuni laziali dichiarati in zona rossa, non potrà seguire le lezioni presenza.

     

    2 – " IN AULA CI SI CONTAGIA, ORA SI SA STUDENTI A CASA PER TUTTO APRILE"

    Niccolò Carratelli per “La Stampa”

     

    Ha il tono del «ve l'avevo detto» Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia. Da mesi, in tandem con il presidente Michele Emiliano, insiste sulla necessità di limitare la didattica in presenza, di tenere a casa quanti più studenti possibile.

    lopalco lopalco

     

    «Ora anche quelli che dicevano che la scuola è sicura e non è un luogo di contagio cominciano a tentennare o a ricredersi - dice - bisogna prendere atto che, con questo quadro epidemiologico, e con l'impatto delle varianti, insistere sulle lezioni in classe è troppo rischioso».

     

    Anche gli esperti del Cts sembrano essersi convinti

    «Mi sembra abbiano dato un'indicazione di buon senso. Fissare una determinata soglia di incidenza dei contagi, a prescindere dal colore, oltre la quale debba scattare lo stop alla didattica in presenza, è un passo avanti. Non bisogna rincorrere il virus e aspettare di finire in zona rossa per puntare sulla Dad, noi l'abbiamo fatto pur essendo in giallo».

     

    Sul reale impatto della scuola, in termini di contagi, non siete d'accordo nemmeno voi scienziati. Perché?

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    «Perché il dibattito dovrebbe basarsi su numeri certi, su evidenze scientifiche che non ci sono, né in un senso né nell'altro. In piena pandemia non c'è la possibilità di fare studi completi, con parametri stabili, anche se ne ho appena letto uno che arriva dagli Stati Uniti piuttosto chiaro in merito».

     

    Cosa dice?

    «È un'indagine svolta ad Atlanta: dimostra come nelle comunità dove l'intensità di circolazione virale è alta, le scuole rappresentino un volano di contagio. Hanno analizzato piccoli cluster, monitorando lo sviluppo del focolaio, con il virus che passa tra gli studenti, o dallo studente al docente, e poi viene portato a casa».

     

    Sta succedendo anche da noi?

    infografica el pais diffusione coronavirus a scuola con mascherine infografica el pais diffusione coronavirus a scuola con mascherine

    «Basta un po' di buon senso e un minimo di esperienza epidemiologica per capirlo:criticità irrisolte all'interno delle scuole, nonostante i protocolli sanitari, scarsa attenzione all'igiene di bambini e ragazzi, servizio mensa, uso disinvolto delle mascherine. E poi il fattore di rischio principale: la mobilità legata alla scuola, milioni di persone ogni giorno».

     

    Quindi, la soluzione è tenere gli studenti a casa?

     «Sì, per quanto possibile, salvaguardando i più fragili e con particolari esigenze. Ma è una scelta tristemente necessaria, oltre che impopolare: io ed Emiliano ci saremmo evitati molte critiche e fastidi, per ogni ordinanza finiamo davanti al Tar, le assicuro che non è semplice».

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    Crede che ci sia un approccio ideologico al problema?

    «È così, non c'è serenità di dibattito. Nessuno cerca di sminuire l'importanza della didattica in presenza, ma è fondamentale spiegare la scelta di quella a distanza, legandola a una strategia, in particolare alla campagna vaccinale per il personale scolastico».

     

    È quella la chiave per uscirne?

    le varianti circolano a scuola le varianti circolano a scuola

    «Noi abbiamo deciso di dare massima priorità a docenti e operatori scolastici, una platea di 100mila persone: useremo solo per loro il vaccino di AstraZeneca e puntiamo a immunizzarli tutti entro metà marzo. Ci sono anche alcune migliaia di over 65 per i quali dovremo mettere da parte dosi di Pfizer o Moderna. L'obiettivo è garantire la loro protezione, per ragionare poi sul ritorno in classe».

     

     Quindi, dal 15 marzo, in Puglia riprenderete la didattica in presenza?

    «Ci sarà una valutazione, anche alla luce delle indicazioni contenute nel prossimo Dpcm, a cui potremo fare riferimento. Temo, però, che da qui a due settimane la situazione epidemiologica possa peggiorare molto. Comunque, il rischio che i ragazzi si infettino tra loro, portando poi il virus a casa, resta. A prescindere dalla vaccinazione degli insegnanti. Fosse per me, manterrei la didattica a distanza prevalente fino a fine aprile».

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