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    COVID NEL BAGAGLIO - UNA RAGAZZA ROMANA RIENTRATA DALLA GRECIA È RISULTATA POSITIVA AL TAMPONE A FIUMICINO – MA NELLO SCALO È CAOS SUI CONTROLLI OBBLIGATORI: MOLTISSIME PERSONE RIESCONO A NON FARSI TAMPONARE E DICONO CHE SI AUTODENUNCERANNO O ANDRANNO NEI DRIVE-IN A FARSI CONTROLLARE (CI CREDETE?) – I TEST VENGONO FATTI ANCHE A FORMENTERA PRIMA DELL’IMBARCO MA TANTISSIMI SI RIFIUTANO: SE SONO POSITIVI NON LI FANNO TORNARE. PERCHÉ NON HANNO FATTO LE VACANZE PATRIOTTICHE? PERCHÉ L’ITALIA È TROPPO CARA!


     
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    CI SONO TREDICIMILA PERSONE PARTITE DAI PAESI EUROPEI E SBARCATE IERI IN ITALIA CHE HANNO LASCIATO GLI AEROPORTI SENZA ALCUN TEST MEDICO - ORA TUTTI LORO DOVRANNO ORA AUTO-DENUNCIARSI (CHIAMANDO I CENTRALINI CHE SPESSO RISULTANO INTASATI), ESSERE SOTTOPOSTI AGLI ACCERTAMENTI E NEL FRATTEMPO STARSENE A CASA (CIAO CORE) - AEROPORTI NEL CAOS: NON RIESCONO A FARE TAMPONI A CHI ARRIVA…

    https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/sentite-questa-ci-sono-tredicimila-persone-partite-paesi-europei-244761.htm

     

     

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    1 – TEST A FIUMICINO,POSITIVA RAGAZZA DI RIENTRO DA GRECIA

    (ANSA) - E' risultata positiva al tampone rapido una ragazza romana di rientro all'Aeroporto di Fiumicino e proveniente dalla Grecia (Skiathos) con scalo ad Atene. La ragazza è asintomatica, sta bene ed stata posta in isolamento. Sono scattate le procedure di contact tracing previste dai protocolli operativi della sanità aeroportuale.

     

     

    "Le procedure si sono svolte in completa sicurezza e un idoneo mezzo del 118 ha accompagnato la ragazza che è stata posta in isolamento", precisa l'Unità di Crisi COVID-19 della regione Lazio. Ai test ha Fiumicino era risultato positivo anche un giovane di Pescara di ritorno da Malta con un volo Ryanair. "La modalità di prevenzione messa in atto negli aeroporti della Capitale sta funzionando" commenta l'Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato

     

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    2 – CORONAVIRUS:A FIUMICINO E CIAMPINO 30 MILA TEST RAPIDI

    (ANSA) - Una spedizione di 30 mila test rapidi per l'individuazione del Covid-19, è partita la notte scorsa dai magazzini di Genova del Ministero della Salute ed è arrivata questa mattina a Roma.

     

    Di questi 30 mila test, 15 mila ne sono stati consegnati all'aeroporto di Fiumicino, l'altra metà nello scalo di Ciampino. "Considerando che qui arriva un flusso di oltre la metà dell'intero numero di viaggiatori italiani che provengono dalle aree oggetto dell'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza per il contenimento del virus, abbiamo pertanto chiesto al Ministero di avere un'adeguata fornitura e così è stato".

     

    ALESSIO D'AMATO ALESSIO D'AMATO

    Lo ha detto l'assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D'Amato, presente questa mattina all'aeroporto di Fiumicino insieme con il Direttore Sanitario dell'ospedale Lazzaro Spallanzani, per seguire l'andamento del secondo giorno dall'entrata in funzione delle aree gestite dai medici Usmaf/Asl e allestite da Aeroporti di Roma.

     

    "Questo - ha spiegato D'Amato - ci consente di velocizzare le procedure dei test e di avere anche un risultato nell'arco di pochi minuti. Ieri, infatti, avendo un numero limitato di test rapidi, li abbiamo alternati con quelli classici. Ora - ha aggiunto - viene pertanto fatto il test rapido che ha un livello molto alto di affidabilità. Nel caso in cui venga riscontrata la positività, si fa quindi il test molecolare classico che è quello che dà l'assoluta certezza della diagnosi".

     

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    3 – IL COLABRODO DEI CONTROLLI A FIUMICINO: LUNGHE CODE E MOLTI SFUGGONO AL TEST

    Flavia Amabile per “la Stampa”

     

    È come avere un setaccio e voler filtrare l’acqua di un mare intero. Non ci si può riuscire e non ci riescono, nonostante la buona volontà e l’impegno, nemmeno i medici degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera responsabili dei controlli allestiti all’aeroporto di Fiumicino dopo due giorni di lavoro per dare applicazione all’ordinanza del ministero della Salute che chiede test per chi rientra da quattro Paesi a alto tasso di contagi: Grecia, Malta, Croazia e Spagna.

     

    Sono i Paesi delle vacanze e anche quest’anno tanti italiani hanno trascorso una o due settimane lì ma sono anche una delle principali cause di aumento dei positivi: uno su tre nel Lazio, il 40 per cento in Toscana e molti altri nelle varie regioni italiane.

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    Solo ieri sono rientrati all’aeroporto di Fiumicino in 2mila, una cifra enorme se si pensa all’effetto esponenziale che potrebbero creare se circolassero senza alcun controllo. Hanno trovato ad attenderli un’area di circa mille metri quadrati con 12 cabine.

     

    Quasi tutti i passeggeri in arrivo dai quattro Paesi a rischio vengono inviati lì. A metà mattinata dopo quattro voli in rapida sequenza carichi di passeggeri da controllare, davanti all’ingresso alle cabine si è formata un assembramento difficile da gestire. Si cerca di allontanare le persone, si crea un lungo serpentone, soprattutto si aspetta. Ore di fila e inevitabili disagi.

     

    Andrea e Benedetta sono atterrati da Mykonos, devono ancora affrontare un viaggio per tornare a casa in Toscana. «Abbiamo aspettato tantissimo per questo tampone, ora abbiamo perso la coincidenza». Camilla, rientrata da Malta con il fidanzato dopo una settimana di mare, non nasconde una certa irritazione.

     

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    «Avevo prenotato un taxi, ho dovuto disdirlo. Siamo in fila da un’ora ma non credo che riusciremo a arrivare alle cabine prima di un’altra ora. Non sapevo nulla quando sono partita, abbiamo scelto Malta perché ci sembrava anzi un luogo tranquillo, lontano da rischi. Abbiamo avuto una vacanza da pensionati e ora ci trattano come se fossimo stati per una settimana intera in discoteca!».

     

    In tanti ora dicono che forse bisognava rinunciare alla vacanza all’estero, che quest’anno si doveva rimanere in Italia ma chi è in fila davanti all’area tamponi di Fiumicino ha la risposta pronta. «Abbiamo sopportato la quarantena, abbiamo lavorato senza fermarci mai – spiega Elena, una professoressa di storia dell’arte, ancora precaria – non ho una seconda casa e non ho abbastanza soldi per andare in vacanza in Sicilia o in Puglia.

     

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    Con la stessa cifra di quattro giorni di mare nel Sud Italia o in Sardegna ho trascorso due settimane con poca gente, mare pulitissimo, cibo stupendo in Grecia. Ora c’è da fare la fila e poi anche la quarantena a casa in attesa dell’esito. Va bene così, anche se non sono andata in discoteca, né in mezzo ad assembramenti e di sicuro non sono positiva. Almeno per due settimane sono stata lontana da tutto».

     

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    Ma al controllo nell’area tamponi di Fiumicino si sottopone solo una parte di chi è arrivato allo scalo romano e comunque una parte minima di chi rientra ogni giorno in tutta Italia dai quattro Paesi a rischio. È questo a generare quella sensazione di frustrazione di fronte a quanti possibili positivi in realtà sono liberi di circolare.

     

    Alessandra è appena atterrata a Fiumicino. Arriva da Madrid ma non è in fila nel serpentone dei rientri a rischio. Imbocca direttamente l’uscita 1 e si allontana. «Ho mia mamma che mi aspetta, sono nove mesi che non la vedo e devo rientrare in Toscana. Non aspetto il test qui, ho prenotato il tampone domani mattina in Toscana», assicura e corre via.

     

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    Quante persone incontrerà mentre rientra a casa della madre? E se fosse positiva? Le regole disposte dal ministero della Salute infatti permettono di saltare la fila se si ha un test effettuato nelle ultime 72 ore oppure, per quanto riguarda Roma, se ci si dirige verso uno dei drive-in attivi in città e dove ieri si sono comunque create lunghe code sotto il sole, di domenica 16 agosto anche gran parte del personale sanitario è in ferie. Le regole prevedono poi che si debba aspettare a casa l’esito del test senza incontrare nessuno. Quanti rispetteranno le regole?

     

    Se Fiumicino è l’area ormai pronta dove quindi tutto funziona al meglio, i controlli saranno operativi solo da oggi per chi rientra a Ciampino e solo nei prossimi giorni per chi invece rientra agli aeroporti di Palermo, Catania, Malpensa o Linate. E il senso di frustrazione non può che aumentare.

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    FORMENTERA, TEST PRIMA DI TORNARE IN ITALIA MOLTI DICONO NO: RISCHIAMO DI NON PARTIRE

    Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

     

    E adesso a Formentera, isola a mezz' ora di traghetto da Ibiza che, anche nell'estate del Covid, è ampiamente italianizzata, c'è la caccia al tampone da eseguire prima di tornare a casa.

     

    Anche se, tra gli italiani che rappresentano una maggioranza sia come turisti (il 60 per cento sono nostri connazionali) sia come gestori di ristoranti, bar e strutture di accoglienza, c'è chi riflette a voce alta: «Mi conviene eseguire il tampone qui, prima di partire? Se risulto positivo, poi non posso rientrare in Italia». Si tratta di un dubbio che riguarda anche chi si trova nella vicina Ibiza.

     

    IL NODO

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    Anche le autorità locali, dopo che da molti Paesi europei è arrivato l'obbligo della quarantena al ritorno (ad esempio il Regno Unito) che di fatto ha fermato le partenze verso le Baleari, si sono mosse per consentire agli italiani di eseguire il test molecolare già a Formentera.

     

    La presidente del Consell insular, Alejandra Ferrer, una sorta di sindaco dell'isola, l'altro giorno ha scritto una lettera al governo in cui chiede di aiutare i turisti a fare i test, regolando il prezzo: «Semplifichiamo l'esecuzione dei tamponi a tutte le persone che lo chiedano, prima del rientro nel Paese di origine, in modo semplice e ad un prezzo ragionevole, per garantire che la visita alle nostre isole non ponga ostacoli insormontabili».

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    Ancora: «Se queste prove venissero effettuate anche a livello nazionale per visitare le isole, potremmo lavorare meglio sul concetto di corridoi sicuri». Da parte degli italiani che sono in vacanza a Formentera o che lavorano nell'isola, in queste ore si inseguono le ricerche di informazioni e lo scambio di opinioni su quale sia la strategia migliore da seguire.

     

    Ci sono laboratori che offrono questo tipo di servizio, anche nella vicina Ibiza che si può raggiungere in mezz' ora, ma si parla di una spesa compresa tra i 100 e i 150 euro. Sempre con l'incognita di cui sopra: cosa succede se poi risulto positivo?

     

    LE RICHIESTE

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    Secondo il Diario de Ibiza, un quotidiano locale, ai laboratori delle due isole in queste ore sono arrivate moltissime telefonate e richieste di informazioni da parte dei turisti italiani per capire se era possibile eseguire il test molecolare per il coronavirus. Racconta il quotidiano: «Alla centrale telefonica dell'Area Sanitaria Pitiusas, è giunto in questi giorni un insolito numero di domande su dove e come si possono effettuare i test per rientrare in Italia senza che vi siano problemi».

     

    In alcune strutture, però, viene richiesta la prescrizione medica o la presenza di sintomi della malattia. Insomma, non esiste ancora una soluzione chiara al problema. Nelle Baleari, fino alla settimana scorsa, la situazione epidemiologica era sotto controllo, con una diffusione del coronavirus decisamente minore di quella del resto del Paese.

     

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    Negli ultimi giorni, però, si è registrato un aumento di nuovi casi, anche se comunque non paragonabile a quello di altre aree della Spagna. Ma anche a Formentera e a Ibiza, dove le discoteche non sono state aperte, è arrivato lo stop ai bar e l'ordine di chiusura dei ristoranti all'una come in tutta la Spagna.

     

     

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