Federico Capurso per la Stampa
Sovranità, difesa delle frontiere e «aiutiamoli a casa loro».
GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA
Poi, però, anche il no alla guerra, la possibile uscita dalla Nato e la Palestina libera. Tutto questo, e molto altro, nel nuovo programma di politica estera presentato dal Movimento 5 stelle alla Camera.
Slogan che delineano, come viene fatto notare in conferenza stampa, il ritratto di una forza politica che guarda agli anni Settanta. «Ma quel tempo è passato da un pezzo», risponde Alessandro Di Battista a chi vorrebbe accostare il Movimento a esperienze lontane.
Adesso, secondo i sondaggi, i Cinque stelle sono la prima forza politica in Italia e quindi, pretende "Dibba", «dovete prenderci sul serio».
alessandro di battista con testa di toro
Tanto sul serio che «stiamo ricevendo decine di richieste di incontri da ministri degli esteri e ambasciatori stranieri», racconta Di Battista ai giornalisti, «e quando ci chiedono perché è nato il Movimento, io rispondo: per restituire sovranità». Una sovranità energetica, politica, monetaria, in difesa degli interessi degli italiani, ma «la parola protezione non vuol dire isolamento» precisa l' ex membro del Direttorio, allontanando almeno il sapore nostalgico delle teorie autarchiche.
MANLIO DI STEFANO
La virata sovranista viene poi compensata dalle istanze pacifiste espresse più volte nel corso della conferenza stampa da Manlio Di Stefano, da alcuni indicato come il possibile futuro ministro degli Esteri del Movimento che sarà. Si parte con la critica all' Alleanza atlantica: «Se la Nato non cambia, dovremo riflettere se farne parte o meno».
manlio di stefano e beppe grillo
L' Alleanza, per i Cinque stelle, dovrebbe pensare solo a difendere gli stati membri, mai ad attaccarne altri. E in Afghanistan, promette Di Battista, «una volta al governo ritireremo tutte le truppe», in ossequio al «ripudio della guerra». Anche per questo, le ultime mosse di Donald Trump hanno tradito le aspettative dei Cinque stelle: «In campagna elettorale tante parole importanti, e poi va in Afghanistan con le bombe», analizza Di Stefano, facendo così esultare la gauche.
donald trump elicottero
Vengono presentate soluzioni anche per le altre questioni internazionali più spinose. «In Libia serve una conferenza di pace tra tutti gli attori economico politici presenti», sostiene Di Stefano, anche per arginare l' emergenza migratoria sulla quale il M5S ha elaborato un piano più specifico che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni. In Siria, poi, «va riaperto il dialogo diplomatico con le popolazioni presenti e con la Russia. Anche per questo, dobbiamo togliere le sanzioni, che non hanno funzionato».
Più difficile invece la soluzione per il Medio Oriente che il futuro governo pentastellato ha in mente, perché l' unica via sembra essere quella di «ridare forza alle Nazioni unite, così che prenda decisioni che possano essere rispettate», dice Di Stefano. Per farlo, però, aggiunge Di Battista, «l' Onu va ripensata. Che fine hanno fatto le Nazioni unite? Un' organizzazione fantasma superata regolarmente da coloro che hanno il grilletto facile. E che fine ha fatto l' Unione Europea?».
donald trump angela merkel