Brano del libro “Sexout” di Wilhelm Schmid in libreria l’11 febbraio
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SESSO A PAGAMENTO?
SEX OUT DI WILHELM SCHMID
Una settima possibilità dell’arte di ricominciare consiste nel sesso a pagamento, occasionale o regolare. È molto più richiesto dagli uomini che dalle donne, e a offrirlo sono molto più spesso le donne che gli uomini.
Perché? Forse esiste una differenza di genere che espone gli uomini al sexout più delle donne. O magari perché gli uomini non riescono a trovare soddisfazione nel loro letto. O perché vogliono gustarsi il loro potere. E come mai ci sono donne che offrono questo tipo di sesso?
Perché vogliono trovarci un nuovo modo per essere accettate? Perché è un lavoro che amano? O vi sono costrette? È un tema molto complicato. Questa modalità di sesso è disprezzabile? Una questione antichissima. Il sesso a pagamento può contribuire alla ricerca di un senso della vita, perlomeno nella sfera della sensibilità? Un tabù.
Wilhelm Schmid
La flautista che suona in sottofondo nel Simposio di Platone potrebbe anche mettersi a fare qualcos’altro. Questo la dice lunga. Nel corso della storia molti letterati e artisti non hanno mascherato il loro interesse per il sesso a pagamento e per l’ambiente in cui matura. Perché? Perché è così avvincente?
Probabilmente a causa dell’eccitazione prodotta da un mondo insolito e sconosciuto. O per la domanda su quali siano i pensieri e i sentimenti di chi lo popola, o su come si senta un corpo toccato per denaro. O che cosa si possa fare in questa condizione che altrimenti non sarebbe lecito. O quale sia la forma di eccitazione connessa a questo modo di praticare il sesso, o che tipo di potere si possa esercitare su un Io con il quale si ha un’intimità soltanto apparente.
PROSTITUZIONE
Ci si chiede che tipo di prossimità, di calore e di soddisfazione possa emergere in questi casi, ma anche che tipo di lontananza, freddezza e delusione siano in gioco. In sostanza, in questo spazio extraterritoriale si trovano mescolati, come in un’ampolla, tutti gli elementi che costituiscono la vita umana e intersoggettiva, che si susseguono intrecciati in un breve lasso di tempo e con un non so che di stravagante.
L’intimità postribolare è raccontata nei libri e raffigurata nei quadri. Già nel XIX secolo i diari dei fratelli Goncourt fornivano descrizioni molto libere e spensierate, ai limiti dell’indiscrezione, di chi calcava la scena intellettuale dell’epoca e aveva preferenze del genere. Nel suo romanzo del 1880, Nanà, Émile Zola fantastica di una protagonista dell’«onnipotenza della carne» che, dopo accurati studi condotti sul campo, considerava allo stesso modo in cui un tempo Platone aveva inteso l’idea del bello.
PROSTITUZIONE
Il pittore Edgar Degas, in quella stessa epoca, incideva il proprio desiderio, che probabilmente provava durante i sopralluoghi e poi richiamava alla memoria nel suo atelier, su piastre di metallo. Picasso ci delizia con disegni compiuti in bordelli di Barcellona e Parigi tra il 1900 e il 1905 in cui ci mostra i suoi amici in azione, e si cimenta anche in un timido tentativo di autoritratto, intitolato Nudo disteso con Picasso ai suoi piedi, che apre la serie.
Anche la musica e il teatro si sono ispirati moltissimo alla prostituzione. L’operetta veniva considerata, già ai suoi inizi nel XIX secolo, come un’«orgia cantante e danzante». Nel XX secolo Frank Wedekind dà una forma alle sue esperienze postribolari in una tragedia in cinque atti intitolata Lulù (1904), composta sulla base delle sue pièce Lo spirito della terra e Il vaso di Pandora. L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill, eseguita per la prima volta presso il teatro dello Schiffbauerdamm di Berlino, canta lo stesso ambiente dal punto di vista della critica sociale.
prostituzione nelle campagne americane
Nella cultura dei figli dei fiori che si è sviluppata nel dopoguerra, nel 1964 il gruppo pop The Animals dedica alle prostitute una canzone tradizionale, già ripresa da Bob Dylan, sulla Casa del Sole Nascente, House of the Rising Sun, di New Orleans. Qui, infatti, l’esperienza del sorgere del sole fu la rovina di molti poveri giovani, come dice il testo: «And God, I know I’m one».
Nel XXI secolo Clemens Meyer descrive nel romanzo Im Stein (2013) lo scenario dell’amore a pagamento e delle sue connessioni con il mondo della criminalità, della violenza e della droga. Nei monologhi interiori, che è riuscito a immaginare o che gli sono stati confidati, Meyer costituisce il flusso di coscienza dei diversi personaggi collocandosi nella loro prospettiva in maniera cruda e discontinua. Ne ottiene una narrazione infinita molto vicina alla realtà, ma che si presenta anche come una sfida per il lettore, nello stesso senso in cui lo fu il libro che inaugurò questo tipo di letteratura, l’Ulisse di Joyce, e soprattutto il suo quindicesimo capitolo, “Circe”.
prostituzione in america
Dal punto di vista dell’uomo moderno e illuminato la prostituzione deve essere – ammesso che debba essere – sempre politicamente corretta e giusta. Almeno in certi casi questa utopia non è poi così lontana. Gli uomini con cui le prostitute hanno a che fare sono quasi sempre gentili.
Almeno stando a quanto riferiscono le prostitute del quartiere a luci rosse di Francoforte nell’inchiesta di due sociologhe, Martina Low e Renate Ruhne, pubblicata nel 2011 e intitolata Prostituzione. Modalità produttive di un altro mondo. Il cosiddetto girlfriendsex, per esempio, prevede che ci si incontri come se si fosse vecchi amici e ci si coccoli un po’ in cambio di un piccolo sostegno per la vita di tutti i giorni.
PROSTITUZIONE A ROMA
Un po’ più complicato è definire la correttezza del sesso forfettario (flatratesex), che prevede la partecipazione di entrambi. Qui il sesso appare come una struttura impersonale in cui si evidenzia il mero gesto penetrativo più che una relazione tra persone. Anche un tempo, forse, le cose stavano in questo modo.
Lo sugar daddy, che intrattiene quasi sempre relazioni stabili, ha contatti teneri e compie atti sessuali con giovani donne in cambio di denaro e favori. Non gode di molta stima, allo stesso modo delle più rare, e quasi sempre zitelle, cougar, le “donne-giaguaro”, che invece intrattengono i loro scambi con giovani uomini. Il “sostegno umanitario” che alcune donne avanti con l’età concedono a giovani di colore sulle spiagge del Kenya non è meno problematico del sesso nudo e crudo che gli uomini occidentali comprano nelle città thailandesi.
PROSTITUZIONE A ROMA
Assolutamente corretto, anche se non accessibile a tutti, è il servizio di escort, consistente in una relazione personale che non può essere ridotta a donne che si offrono e a uomini che chiedono. Si mangia bene e si va al cinema, si beve qualcosa e poi si passa la notte insieme, in un «normale scambio sessuale, ma con un po’ di stile». Questo, almeno, è quanto sostiene Julia Hummer nella parte della prostituta Jacky in Top Girl, di Tatjana Turanskyj (2014).
PROSTITUZIONE A ROMA
Siccome il business si estende a entrambi i sessi, dovremmo rivedere la limitazione storica condivisa, secondo la quale la parte dei clienti spetterebbe esclusivamente agli uomini. In ogni caso, già nella Grecia antica, i maschi non si rivolgevano solo alle pornai, cioè alle donne svergognate con cui fare sesso, ma anche alle etere, ragazze con le quali chiacchierare.
L’immagine che Platone dà di Aspasia nel Simposio, nelle vesti di Diotima, è proprio quella di un’etera: donne colte che potevano essere partner alla pari e per periodi prolungati. Non è un caso che Aspasia sia stata la compagna di Pericle per tutta la vita.
Le forme dell’amore a pagamento sono tante e accompagnano il passaggio alle relazioni borghesi. Capitale materiale e sociale vengono offerti come contropartita di quello sessuale, con l’aggiunta dei sentimenti. È un filo rosso della storia. Anche nel XX e XXI secolo si può assistere in alcune culture a un mutamento della costellazione fondamentale di valori che, come avviene in Iran, arriva perfino a legittimare la prostituzione dal punto di vista religioso, come “matrimonio temporaneo”.
PROSTITUZIONE A ROMA
Un mullah certifica l’accordo tra due persone a costituirsi come coppia per un paio d’ore, ma anche per qualche settimana, mese o anno. Può diventare un modello per altre culture? La definizione più precisa delle aspettative reciproche nel quadro di una relazione a tempo potrebbe riempire un vuoto pragmatico.
Il sesso è qualcosa che fa perdere la dignità a chi viene pagato? Certo, ma solo se esiste un condizionamento culturale in questo senso. E soprattutto quando non deriva da una libera scelta, difficile da riconoscere con certezza assoluta. Anche l’affermazione esplicita della libertà del volere di fronte a se stessi o agli altri potrebbe, infatti, essere indotta e occultare la costrizione. I loverboys legano a sé giovani donne senza esperienza e con sentimenti confusi, raccontando loro di qualche situazione difficile in cui si sono cacciati stupidamente, ma dalla quale potranno tirarsi fuori grazie all’amore e a un po’ di soldi, che sarebbero una grande prova d’amore…
la prostituzione legale in germania
Si potrebbe pensare che vietare la prostituzione sia la soluzione migliore contro la costrizione. Ma forse le prostitute continuerebbero a esistere e la criminalità aumenterebbe. Ci si potrebbe chiedere, con tutte le cautele del caso, se a qualcuno interessa che cosa farebbero a quel punto tutti gli uomini e le donne che ne hanno bisogno.
Gli ormoni possono essere bruciati come si fa con i grassi in eccesso? I desideri e le voglie devono restare insoddisfatti? Che succederebbe alle donne che offrono sesso per passione? Devono essere retribuite, come per ogni tipo di lavoro? «La prostituzione non è un reato», gridavano alcune manifestanti contro una retata a Rio de Janeiro, «vogliamo lavorare!».
prostituzione roma 9
Ma dietro questo lavoro si può nascondere un crimine. Che può essere combattuto in due modi. Innanzitutto dal punto di vista individuale: i cosiddetti clienti devono costringersi a non essere indifferenti verso la situazione in cui versano le donne e gli uomini con cui si intrattengono, anche solo momentaneamente. Questo significa interpretare in senso stretto la parola “cliente”, come espressione di chi si interessa della libertà di colui al quale si rivolge garantendogli la dignità. E poi dal punto di vista istituzionale, grazie agli infiltrati nel mondo della prostituzione, preziosi per individuare chi costringe le donne a offrirsi in cambio di denaro, e attraverso la predisposizione di opportunità di recupero e sostegno a chi desidera uscire da questo mondo.
Per il resto non ci sono soltanto limiti esterni, che guardano all’altro, ma anche limitazioni interiori, in cui ne va del benessere di chi ricorre al sesso a pagamento. È infatti necessario tracciare una linea oltre la quale la fame di sesso si trasforma in uno schifo. È importante, infatti, riconoscere la differenza tra il buon sesso, che dà felicità, e un sesso qualunque, che si trasforma in infelicità.
PROSTITUZIONE SVIZZERA
Se le altre possibilità per raggiungere la soddisfazione sono troppo deboli, al punto da renderci bisognosi di stimoli sempre nuovi, esistono club e strutture dedicate in cui ci si può scambiare sguardi, o toccarsi, e poi si vedrà… Anche se il suono di corpi nudi che riecheggia in uno spazio buio, riempito da un paio di materassi svuotati della condivisione di una pienezza comune, disturba. Come evitarlo? Passiamo al virtuale?
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