Estratto dell’articolo di Dom. Aga. Per “la Stampa”
Franco Romeo
Franco Romeo, fino a pochi giorni fa presidente della Società italiana di Cardiologia, spiega perché la fibrillazione atriale non è un disturbo da prendere sottogamba.
Intanto professore ci aiuti a capire cos'è…
«È l'aritmia più diffusa nella popolazione generale e la sua prevalenza tende a crescere con l'avanzare dell'età. Si verifica quando invece del normale ritmo cardiaco, regolato dal "nodo del seno", che è il segnapassi naturale del cuore, partono dall'atrio una serie di stimoli incontrollati e irregolari, con frequenza superiore a 400 battiti al minuto».
PAPA FRANCESCO
[…] E questo quali rischi comporta?
«Le problematiche sono fondamentalmente due. La prima è costituita da disturbi respiratori anche importanti. Questo perché si verifica una riduzione della quantità di sangue inviata dal cuore. Da quanto trapela il Papa è stato ricoverato non per la fibrillazione atriale in sé, ma per una insufficienza respiratoria legata a questa.
Ma nei casi più gravi si può andare incontro ad edema polmonate e allo scompenso cardiaco, qualora il ventricolo sia già danneggiato. Altro rischio grave è quello embolico. L'atrio sinistro del cuore si ferma e in una sua sacca si possono formare dei trombi che se vanno in circolo possono colpire a livello cerebrale e provocare ictus. Un rischio che si è ridotto da quando abbiamo cominciato a scoagulare i pazienti con fibrillazione atriale».
bergoglio ai funerali di ratzinger
Quando è necessario il ricovero?
«Quando si evidenzia una difficoltà respiratoria, come sembra sia il caso del Pontefice. In questo caso si somministrano dei farmaci che generano quella che noi chiamiamo cardioversione farmacologica. Ma quando con questa non si riesce a riportare alla normalità il ritmo cardiaco, allora si ricorre alla cardioversione elettrica, una specie di elettroshock cardiaco che serve ad azzerare l'attività elettrica del cuore per poi farlo riprendere con i normali ritmi». […]