DAGONEWS
BOMBASSEI MONTEZEMOLO PUNZO DELLA VALLE PRESENTANO ITALO NTV
“Ogni dollaro speso dal governo federale dovrebbe essere leveraged, sostenuto, da partnership con i governi locali e degli Stati e, dove appropriato, si unirà l’investimento da parte del settore privato – per aggiustare definitivamente il nostro deficit infrastrutturale […] Insieme, dobbiamo riappropriarci della nostra forza nelle costruzioni. Costruiremo scintillanti nuove strade, ponti, ferrovie e corsi d’acqua sulla nostra terra. E lo faremo con cuore americano, mani americane e determinazione americana”.
C’è (anche) questa frase del discorso sullo Stato dell’Unione di Donald Trump dietro alla mossa dei fondi americani su Ntv, la società che controlla i treni Italo.
La chiave per capire l’interesse della finanza d’oltreoceano è il piano delle infrastrutture da One point Five Trillion (1500 miliardi) di dollari in dieci anni che il Presidente svelerà il prossimo lunedì, e che ha anticipato subito dopo l’ennesimo incidente ferroviario americano, avvenuto nello stato di Washington lo scorso 18 dicembre:
TRUMP STATO UNIONE 1
‘L’incidente di DuPont mostra ancora una volta perché il nostro piano sulle infrastrutture che presenteremo a breve dovrà essere approvato velocemente. Sette trilioni di dollari spesi in Medioriente mentre le nostre strade, ponti, tunnel, ferrovie (e altro) cadevano a pezzi! Non andrà avanti così!”
Lo stato delle infrastrutture americane è effettivamente pietoso, ed è soprattutto nel settore ferroviario che gli Stati Uniti sono rimasti ai tempi dei rail baron e della conquista del West. Linee obsolete, lente, collegate male. Ma mentre i visionari alla Elon Musk puntano su progetti come Hyperloop One per creare treni-capsula che vanno a 1000 km/h, i più prosaici vogliono agganciare il loro vagone a questo mega-bottino di investimenti il prima possibile, e con la tecnologia disponibile oggi.
LUCA DI MONTEZEMOLO SULLA MOTRICE ITALO
Per questo hanno rivolto lo sguardo su Ntv: in giro per il mondo non ci sono molti mercati ferroviari liberalizzati– il grosso è ancora in mano statale – e dunque sono poche le società private che possono essere rilevate per garantirsi rapidamente il know-how necessario.
Questo ha risvegliato il ciuffo di Montezemolo, ultimamente un po’ ammosciato dalle vicende bancarie, olimpiche e politiche. Luchino sogna da anni la rivincita su Marpionne, reo di avergli sfilato la Fiat e soprattutto la Ferrari da sotto l’aristocratico deretano, e di essere pure diventato l’eroe della famiglia Agnelli con la sua conquista americana.
Italo vuo’ fa l’americano, ma senza vendere, quantomeno non subito e non alle cifre offerte finora. Il board sa che la cifra può raddoppiare o triplicare nei prossimi mesi, man mano che si delinea il piano Trump, e tira la faccenda per le lunghe.
Tra i potenziali compratori c’è chi vuole prendersi il 40% che sarà messo sul mercato alla quotazione, e c’è chi vuole tutto il cucuzzaro. Ma Monteprezzemolo vuole gestire personalmente l’avventura americana, fare con Ntv quello che Fiat fece con Chrysler ed eguagliare Sergio sul suo stesso terreno.
TRUMP MARCHIONNE
Per questo ha cambiato nettamente strategia: ha fatto pace con il suo ex porta-cachemire Carlo Calenda (che gestì il suo partito senza voti Italia Futura e l’Interporto Campano da dove partirono i treni Italo), e non intende più essere divisivo, ma amico di tutti, anche dentro Confindustria…