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I ritratti iconici di star come Marlon Brando e Dolly Parton, firmati da Andy Warhol, sono in mostra nel deserto saudita.
La prima mostra in Arabia Saudita del gigante della Pop Art è un tributo all'ossessione per la celebrità e alla sua apparente capacità di prevedere l'ascesa degli influencer.
Ma l’elemento saliente è che oggi un artista gay venga esposto in Arabia Aaudita, un paese in cui ancora oggi l’omosessualità viene criminalizzata. Gli organizzatori hanno cercato di tracciare una connessione tra il mondo incarnato da Warhol – la New York City mezzo secolo fa – e l'Arabia Saudita di oggi.
mohammad bin salman
«Warhol è cresciuto in un periodo di cambiamento radicale in America negli anni '50 e '60, un periodo di una vibrante cultura giovanile completamente nuova. Lui l'ha registrato e riflesso - ha detto Sumantro Ghose, direttore della programmazione artistica ad AlUla, la città saudita che ospita la mostra - In Arabia Saudita, siamo in un momento di grande cambiamento, grande trasformazione».
Tuttavia è difficile immaginare un ambasciatore più improbabile per la nuova Arabia Saudita di Warhol: nel Paese infatti c’è una fiorente scena artistica e musicale insieme che convive con una dura repressione delle opposizioni politiche e con la criminalizzazione dell'omosessualità.
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«Penso che questo Paese che si sta evolvendo sotto i nostri occhi sarebbe stato affascinante per lui – ha detto il direttore del Warhol Museum Patrick Moore - Gli sarebbe piaciuto il fatto di essere stato forse il primo artista occidentale a esibirsi a questo livello in Arabia Saudita». Ma la mostra approfondisce poco della vita personale di Warhol.
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