1 – ARRESTATO MAGNATE RUSSO, "È OPPOSITORE"
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(ANSA) - Un magnate russo, Andrey Smyshlyaev, è stato arrestato dalla Polizia di Stato in provincia di Como dove possiede una villa sul lago. L'uomo, ricercato nel Paese d'origine, sarebbe un oppositore di Vladimir Putin e la vicenda, riportata oggi dal Corriere della Sera, appare quindi particolarmente delicata.
L'imprenditore, che è un milionario, da quando ha lasciato la Russia si occupa di affari tra Londra e l'Italia, e su di lui grava un ordine di cattura internazionale "per una sottrazione da 40 mila euro". "E' come smuovere l'Interpol per arrestare un italiano autore di uno scippo in vacanza all'estero", ha detto il suo legale, l'avvocato Alexandro Maria Tirelli che si oppone a un'estradizione "che ha l'odore della persecuzione politica".
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2 – IL GIALLO DEL MAGNATE ARRESTATO
Andrea Galli per www.corriere.it
Ai poliziotti della squadra Mobile di Como che l’hanno arrestato nel primo pomeriggio di ieri, Andrey Smyshlyaev ha dichiarato soltanto una cosa: di non conoscere la lingua italiana. Ammesso che sia vero, non c’è stato bisogno della traduttrice perché comprendesse la ragione della cattura, spiccata in ambito internazionale dal governo russo. Da tempo, spiega al Corriere una fonte investigativa, il magnate 47enne, prelevato nella villa milionaria nella parte settentrionale del lago di Como, manager e uomo d’affari, figlio d’arte (il padre è un influente «boiardo»), sapeva di non essere «gradito». Anzi, di rischiare. Molto.
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E come puntualmente succede nelle grandi storie russe, anche in quella di Smyshlyaev, che dalla originaria città di Ufa si era trasferito a Londra aprendo un canale privilegiato con l’Italia — l’aereo privato sosta con frequenza a Linate —, è una storia di lotta di potere. Da una parte, aggiunge la fonte del Corriere, c’è il presidente Putin; dall’altra, ci sono quelli che non stanno con lui. A leggere i verbali depositati in Questura, la cattura di Smyshlyaev è dovuta alla violazione dell’articolo 196 del codice penale russo e al presunto ammanco di una cifra modesta — modesta se paragonata al suo impero —, risalente al 2015 e relativa a obbligazioni non pagate. Quasi che si cercasse un pretesto. Da allora, il magnate ha aumentato le precauzioni per sé e i parenti.
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La famiglia Smyshlyaev ha seguito l’identico percorso di altri russi passati dall’anonimato a ricchezze infinite. Un esempio noto è quello di Roman Abramovich, il presidente del Chelsea: l’accumulo di ingenti fortune con la privatizzazione dei sistemi produttivi e industriali dell’ex Unione sovietica. La cattura di Smyshlyaev, va da sé, innesca conseguenze che toccheranno il già delicato rapporto tra Italia e Russia, sul quale una parte pesante del governo Lega-Cinque Stelle ha investito parecchio, ma che non può dimenticare le problematiche in Russia del mancato rispetto dei diritti umani con i detenuti (e questo è solo un esempio).
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L’avvocato del magnate, Alexandro Maria Tirelli, vuol parlare da difensore, senza addentrarsi in analisi geopolitiche. Dal punto di vista della giurisprudenza, dice: «Richiedere un mandato internazionale contro un multi-milionario per una “distrazione” di 40 mila euro, è come smuovere l’Interpol per arrestare un italiano autore di uno scippo in vacanza all’estero». Dunque no tassativo all’estradizione, che «ha l’odore della persecuzione politica». Sul caso dovrà pronunciarsi il ministro della Giustizia Bonafede. Quale sarà il futuro di Smyshlyaev? Fin qui ha girato il mondo. Ma sempre evitando la sua Russia.
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