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    COSA È RIMASTO NEL TANTO SBANDIERATO DDL SULL'ABBATTIMENTO DELLE LISTE D'ATTESA? POCO O NIENTE – LE REGIONI ASSEGNERANNO AI DIRETTORI GENERALI DELLE AZIENDE SANITARIE, GIÀ CON LE PEZZE AL CULO, LA RIDUZIONE DELLE LISTE D’ATTESA: PER FARLO SARANNO COINVOLTI GLI SPECIALIZZANDI CON INCARICHI FINO A 10 ORE SETTIMANALI – LA RESPONSABILITÀ DI RIDUZIONE DELLE LISTE D’ATTESA VIENE SCARICATA SU REGIONI E DIRETTORI GENERALI - SARANNO CONTENTI I MEDICI CHE SI VEDONO AUMENTARE DEL 20% LA TARIFFA ORARIA…


     
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    Estratto dell'articolo di www.corriere.it

     

    GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI

    Le Regioni assegneranno ai direttori generali delle aziende sanitarie alcuni obiettivi annuali sulla riduzione delle liste d'attesa. Il mancato raggiungimento può determinare la sospensione dall'elenco nazionale dei direttori per un periodo di 12 mesi. E, per aiutare a smaltire gli appuntamenti, verranno coinvolti anche gli specializzandi. La bozza di ddl sull'abbattimento delle liste d'attesa che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri oggi 4 giugno, prevede infatti anche un maggior coinvolgimento dei giovani medici con incarichi fino a 10 ore settimanali. […]

     

    SANITA PUBBLICA SANITA PUBBLICA

    Alle Regioni, invece, spetta «l'attuazione di tutte le iniziative utili a garantire l'effettiva erogazione delle prestazioni sanitarie nell'ambito delle strutture pubbliche e private accreditate, per garantire il rispetto dei tempi di attesa» nonché «di monitorare e vigilare sul rispetto dei tempi di attesa e in caso di mancato rispetto prevedere misure nei confronti dei direttori generali delle aziende». Che, come detto, potrebbero anche rischiare la sospensione.

     

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    Ancora, tra le novità ci sarebbe un «aumento della tariffa oraria del 20% (soprattutto nei servizi che presentano maggiori necessità) delle prestazioni aggiuntive e decontribuzione fiscale con tassazione separata ad aliquota fissa del 15%» e che le Regioni possano destinare «risorse aggiuntive per la contrattazione collettiva integrativa privilegiando le specialità mediche più carenti o con condizioni di lavoro più disagiate (indennità di disagio)».

     

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