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    COSA È SUCCESSO A PROIETTI? - TUTTA COLPA DELL'AORTA: ERA STATO OPERATO UN ANNO E MEZZO FA, E PURTROPPO NON ERA ANDATA BENE. LA SECONDA OPERAZIONE È STATA FATALE - IL RADIOLOGO: ''QUANDO GLI HO FATTO LA TAC, POCHI GIORNI FA, IRONIZZAVA SULLE SUE CONDIZIONI: 'COME VADO? JE LA FACCIO?', CHIEDEVA. NON L'HO MAI PERCEPITO ANSIOSO E PREOCCUPATO. MA IL 17 OTTOBRE È ARRIVATO QUI IN CONDIZIONI PREOCCUPANTI. IL PROBLEMA DI UN CUORE CHE NON FUNZIONA BENE È…''


     
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    DAGONOTA - Gigi Proietti un anno e mezzo fa è stato operato all'aorta. Un'operazione un tempo molto complicata ma che ormai è diventata quasi di routine. Resta però un fattore di rischio, e non tutte le operazioni riescono. La sua purtroppo non è riuscita. È stato operato per la seconda volta. E non ce l'ha fatta.

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    Da www.ilmessaggero.it

     

    Gigi Proietti è morto a 80 anni lasciando un vuoto immenso accanto a sé. Nonostante fosse ricoverato da giorni, nella clinica romana di Villa Margherita non aveva perso lo humour che lo ha sempre contraddistinto. Fabrizio Lucherini è medico radiologo della clinica: «Quando gli ho fatto la tac, pochi giorni fa, ironizzava sulle sue condizioni: "Come vado? Je la faccio?", chiedeva. Non l'ho mai percepito ansioso e preoccupato. Era lui, è sempre stato lui». È il racconto fatto all'Adnkronos. «Da anni era un cardiopatico grave ed è venuto qui il 17 ottobre scorso già in condizioni preoccupanti. Anche diversi anni fa - continua - per motivi analoghi, aveva avuto un ricovero, ma questa volta era diverso».

     

     

    «Il problema di un cuore che non funziona bene crea uno scompenso su tutto il resto, dando il via a patologie multiorgano. Negli ultimi giorni - prosegue - si è aggravato moltissimo. Gli ho fatto la tac che era ancora lucido, ma c'erano davvero troppe complicanze». «Di lui conservo ancora un ricordo di qualche anno fa - aggiunge il medico - quando con la squadra di calcetto avevamo vinto una coppa e andammo a festeggiare nel suo ristorante preferito. Lui era lì con delle persone, lo abbiamo chiamato al tavolo per un brindisi ed è rimasto con noi al tavolo. Uno di noi, divertente, umile. Abbiamo perso forse il più grande attore di tutti i tempi, io una folla come quella di questa mattina qui in clinica non l'ho mai vista per nessuno».

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