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    L’EUROPA DEI PONZIO PILATO - SULL’IMMIGRAZIONE L’UE RINVIA A DOPO LE ELEZIONI EUROPEE 2014: TUTTI HANNO PAURA DEL VOTO ANTI-MIGRANTI


     
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    Marco Zatterin per "La Stampa"

    Quando l'alto funzionario europeo si irrigidisce, dice «facile criticare!» e poi sbotta in un «bravo lei, mi dica cosa dovremmo fare», non è un buon segno. Anzi. I politici dovrebbero fare la politica e esprimere l'arte del possibile, invece nel tragico caso dei disperati che fuggono dalle guerre e affogano nel Mediterraneo l'Europa fatica a trovare la sua rotta.

    NAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSANAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA

    Qualcosa si muove, è vero, a Roma dicono persino che vedere il dopo Lampedusa nell'agenda del vertice a Ventotto che si apre domani a Bruxelles è «un successo». Il quadro trabocca però di tensioni, si può fare poco e quel poco è davvero complesso, per ragioni oggettive di sicuro, e per la mancanza di una giusta sensibilità condivisa in casa Ue.

    «Non ci saranno decisioni», mette le mani avanti una fonte altolocata al corrente delle trattative. La bozza di conclusioni in circuito da lunedì sera pronuncia un chiaro «Mai più Lampedusa!», sostiene la task force che si riunisce proprio domani per cominciare a scrivere delle soluzioni concrete, e apre formalmente alla cooperazione con le organizzazioni umanitarie (come l'Unhcr) per rafforzare il dialogo con i Paesi da cui i migranti partono e quelli in cui transitano. Non parla di distribuzione di profughi o di aiuti finanziari all'accoglienza. Prende tempo, rinvia alla ministeriale di dicembre (Interni) e al vertice Ue di giugno. Dopo le elezioni europee, si noti.

    NAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSANAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA

    Cominciamo da qui. «Aprire un dibattito su immigrati e rifugiati, su come e quanti riceverne, è un invito a nozze per i populisti in vista del voto di maggio», nota una fonte diplomatica nordeuropea, consapevole dello show di Maroni a Torino qualche giorno fa: «Non c'è la temperatura appropriata per un confronto tranquillo, si rischia una miscela esplosiva di cose diverse». D'altro canto, «è meglio non creare aspettative che non possono essere realizzate».

    NAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSANAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA

    Non che sia una corsa in discesa. Questa non è un'onda di migranti che cercano fortuna, ma una fuga di disperati dai conflitti, oltre due milioni dalla Siria, decine di migliaia da Somalia e Eritrea. Fermarli alla partenza? «La Siria è un problema che va oltre le capacità europee», ricordano dal fronte dei duri. Trattare con la Libia? «Ci vorrebbe un interlocutore», è una frase pronunciata anche dal nostro ministro degli esteri Emma Bonino. Nessuno crede che si possa avere una soluzione di breve periodo.

    NAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSANAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA

    Bloccarli in mare rafforzando l'agenzia Frontex che vigila sulle frontiere comuni? «Non ho visto resistenze», dice un omino del Consiglio. Ci si arriverà, ma non subito. Si dovranno attendere i lavori della task force, «a fine anno». Intanto rivediamo i patti di Dublino, quelli secondo cui è lo stato di prima accoglienza che deve trattare la pratica dei rifugiati? «Non lo chiede più nessuno e chi lo faceva dovrebbe guardarsi allo specchio», taglia corto la fonte altolocata. Ce l'ha con l'Italia, accusata dai Paesi del Nord a partire dalla Germania di aver accolto un numero di rifugiati che loro reputano ridicolo.

    MERKEL E VAN ROMPUYMERKEL E VAN ROMPUY

    Per evitare scontri, la distribuzione dei profughi ha ottime possibilità di finire in un angolo. La Merkel non vuole parlarne, non le interessa che i suoi 70 mila siano arrivati in aereo a Francoforte e i nostri siano recuperati in mezzo al mare. Per scandinavi e baltici dovrebbe occuparsi di tutto l'Italia e forse ci sarà un contributo finanziario, più avanti, però.

    CAMERON HOLLANDE MERKEL E VAN ROMPUY AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGOCAMERON HOLLANDE MERKEL E VAN ROMPUY AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGO

    Si sommano resistenze nazionali, timori politici, pregiudizi culturali, paura di scoprirsi inesistenti. Così mentre Francia, Spagna e Italia tentano di far fronte comune e sognano una politica comune in cui tutti facciano tutto, il presidente del Consiglio Van Rompuy convoca il vertice e annuncia che «in conclusione, avremo uno scambio sulla situazione dopo i recenti tragici fatti del Mediterraneo». Una riga e mezza, contro le due del partenariato a Est. Chi cercava un buon auspicio, non lo ha trovato qui.

    MERKEL E VAN ROMPUYMERKEL E VAN ROMPUY

     

     

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