1-NAPOLI, INCIDENTE IN UN CANTIERE DELLA METRO: MORTO UN 63ENNE, FERITI ALTRI DUE OPERAI
Estratto da www.tgcom24.mediaset.it
antonio russo
Incidente sul lavoro in un cantiere della metropolitana di Napoli, per la nuova linea tra Capodichino e Poggioreale. Il bilancio è di un morto e due feriti. L'incidente sarebbe stato determinato da un malfunzionamento del treno che stava portando i tre operai nel tunnel. Secondo il sindaco Gaetano Manfredi, si sarebbe verificato un guasto ai freni.
La vittima è un 63enne, Antonio Russo, e sarebbe rimasta schiacciata tra due mezzi in movimento all'interno del cantiere. Ricoverato in codice rosso con un trauma cranico un operaio di 54 anni, Michele Pannone, mentre l'altro ferito è il 59enne Salvatore Agliottone, che ha riportato la frattura delle costole.
Gli operai lavorano tutti per la Sinergo, società che sta realizzando la metro di Capodichino. Sono inoltre iscritti alla Filca Cisl Napoli. Il guasto ai freni avrebbe comportato la perdita del controllo di un locomotore che stava trasportando un carrello. "C'erano a bordo tre operai: uno si è lanciato e quindi ha riportato solo escoriazioni, due invece sono rimasti a bordo e si sono schiantati contro la parete", ha aggiunto Manfredi. […]
2-INCIDENTE SUL LAVORO A NAPOLI, CHI È ANTONIO RUSSO, L’OPERAIO ESPERTO MORTO NEL CANTIERE: «ERA VICINO ALLA PENSIONE»
Estratto dell’articolo di Melina Chiapparino per www.ilmattino.it
il dolore della figlia di antonio russo
«Vi prego. No». Parole gridate con le lacrime agli occhi, ripetute più volte piegata in due dal dolore fino a svenire sull'asfalto del cantiere della metropolitana, a Capodichino. Parole di una delle figlie di Antonio Russo che, ieri pomeriggio, dopo essersi precipitata in viale Fulco Ruffo di Calabria, ha urlato la sua disperazione, insieme ad altri familiari sopraggiunti al cantiere.
Lei, insieme ai tre fratelli, figli del 63enne di Giugliano, era il centro intorno a cui ruotava la vita dell’operaio deceduto a un passo dalla pensione. Antonio aveva cominciato a fare progetti e immaginare come sarebbe stata la sua vita da settembre quando, dopo anni di sacrifici e duro lavoro, sarebbe andato in pensione.
INCIDENTE NEL CANTIERE DELLA METROPOLITANA CAPODICHINO DI NAPOLI
La serenità che trasmetteva sia sul posto di lavoro che tra le pareti domestiche - come raccontano gli amici - l’aveva conquistata rimboccandosi le maniche, dopo la morte per malattia della moglie, una donna molto conosciuta e stimata che gestiva un negozio piccolo ma molto pregiato di baccalà, poco distante dalla loro abitazione.
Dopo il lutto, avvenuto qualche anno fa, Antonio aveva trascorso anni difficili dedicandosi, come sempre, alla famiglia con la quale abitava nel rione Sant’Anna a Giugliano. L’operaio, però, non aveva mai perso la sua «natura gioiosa e allegra» come lo hanno descritto i colleghi che parlano del suo «sorriso contagioso».
INCIDENTE NEL CANTIERE DELLA METROPOLITANA CAPODICHINO DI NAPOLI
Una delle figlie di Antonio, Giusy, ha ricoperto la carica di consigliere comunale a Qualiano ma le gioie familiari sono state turbate dalla morte del marito di una delle figlie e, ieri, un’ennesima tragedia si è abbattuta sulla loro famiglia.
«Era un carpentiere altamente specializzato e un operaio modello». Questa descrizione di Antonio Russo mette d'accordo tutti i suoi colleghi e nessuna voce è discorde nel ritenerlo «un grande professionista molto preparato e con una significativa esperienza di cantieri» come ha sottolineato Andrea Lanzetta, segretario generale del sindacato Feneal Uil che ieri si è recato nel cantiere dopo l’incidente.
il dolore della figlia di antonio russo 1
«Antonio aveva cominciato a lavorare più di 35 anni fa accumulando esperienza con imprese serie e strutturate come pure lo era quella in cui lavorava da circa un anno, nel cantiere della metropolitana dove ha perso la vita» continua Lanzetta che non ha dubbi sul «rispetto delle norme di sicurezza nel cantiere e da parte dei tre operai coinvolti nell’incidente, Antonio era un professionista attento anche sotto il profilo della sicurezza». […]