Anna Guaita per “il Messaggero”
trump stormy daniels
Se è vero che la miglior difesa è l' attacco, Donald Trump ieri si è difeso bene. All' indomani di quella che era stata la giornata più nera della sua presidenza, con due dei più stretti collaboratori condannati per evasione fiscale, frode bancaria e violazione della legge sul finanziamento elettorale, Trump ha concesso un' intervista al suo canale preferito, la Fox, e si è sfogato, coltello in bocca.
Il suo primo commento è stato quasi una minaccia: «Se fossi sottoposto a procedura di impeachment penso che i mercati crollerebbero. Tutti sarebbero più poveri. Gli americani vedrebbero numeri negativi da non crederci». Poi, quasi a rassicurare se stesso, ha aggiunto: «Ma non credo che succederà, sto facendo un grande lavoro».
una delle foto pubblicata dalla pagina 'resisters' contro donald trump
Anzi, ha sostenuto di meritarsi un A+, cioè 30 e lode. L' intervista è stata un flusso di accuse, con gli attacchi più duri contro Michael Cohen, il suo ex legale che ha ammesso di aver violato le leggi sul finanziamento elettorale pagando due donne perché non rivelassero le loro relazioni con Trump. In quell' ammissione, Cohen tirava in ballo anche il presidente, il quale ieri ha sostenuto che l' uomo aveva mentito per ottenere una condanna più mite.
Paul Manafort
Peccato che ci siano prove registrate, e anche la deposizione di un altro testimone, David Pecker, che lo accusa di complicità nel silenziare Karen McDougal e Stormy Daniels. Pecker è l' editore della rivista scandalistica, il National Enquirer, che comprò l' esclusiva della McDougal, per chiuderla in un cassetto e così proteggere Trump. Altre storie simili sarebbero conservate in quel cassetto e potrebbero venire fuori.
L' IMMUNITÀ
Michael Cohen
Non a caso si è saputo che Pecker ha ricevuto l' immunità, in cambio della sua collaborazione. Trump ha anche accusato il ministro della Giustizia di comportamento scorretto, per essersi escluso dall' inchiesta sul Russiagate (visto che aveva avuto contatti con i russi) e non averlo difeso, quasi che il ministro della giustizia sia un legale personale al servizio del presidente.
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Davanti a simili parole, Sessions ha risposto duramente che non si farà influenzare «da considerazioni politiche». C' è dunque tensione fra i poteri dello Stato, ma c' è anche attesa. Non c' è dubbio infatti che al momento nessuno abbia voglia di avviare procedure di impeachment contro Trump: i repubblicani perché temono la rabbia della base fedele al presidente, i democratici perché comunque non hanno i voti al Congresso.
Michael Cohen e Trump
Il presidente però è al centro di varie inchieste, giornate come quella di mercoledì rischiano di ripetersi, e l' equilibrio potrebbe infrangersi. Difatti si è appena saputo che la sentenza finale contro l' ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn è stata rimandata, perché l' ex generale sta collaborando con l' inchiesta del Russiagate.
MICHAEL FLYNN
Intanto Cohen è stato convocato a New York per testimoniare sulla fondazione Trump, che la famiglia avrebbe usato a scopo politico invece che umanitario, commettendo numerose violazioni fiscali.
TIME COPERTINA SU TRUMP 'IN DEEP'
LE INCOGNITE
Varie spade di Damocle pendono sul capo del presidente, tanto che la rivista Time in copertina lo illustra annaspante in uno Studio Ovale allagato. Trump sa che il suo futuro dipende dalla maggioranza alla Camera, per evitare l' impeachment, e capisce che deve tenersi stretta la base.
Cerca dunque di soddisfarla con altri bocconi saporiti. Spara un tweet contro il Sudafrica, per criticare la riforma agraria che potrebbe portare alla confisca di terreni di proprietà di bianchi, parla di massacri di agricoltori bianchi, e si guadagna il plauso dei neonazisti e lo sgomento del governo di Pretoria che sottolinea come il presidente non sia informato dei fatti.
donald trump
Cavalca spudoratamente l' uccisione di Molly Tibbetts una ragazza di 20 anni da parte di un immigrato messicano clandestino e lo definisce colpevole violando ogni tradizione che vuole che tutti si sia «innocenti finché provati colpevoli».
E i repubblicani gli stanno dietro: «Se riusciremo a rendere il nome di Molly conosciuto in tutte le case, vinceremo» dice Newt Gingrich, grande sostenitore di Trump.