Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
GIANNI LETTA GIORGIA MELONI
Quella sera Antonio Tajani cercava insistentemente Gianni Letta. Il leader di Forza Italia doveva gestire il malumore dei «fratellini» di FdI, l’ira della ministra per le Riforme Elisabetta Casellati, i sorrisini dei leghisti e un certo disorientamento nelle file del partito. Ma Letta non rispondeva: era impegnato al convegno di Firenze dove stava bocciando il progetto del premierato che «fatalmente» ridurrebbe i poteri del capo dello Stato, mentre — a suo giudizio — quei poteri «andrebbero tenuti così come sono».
gianni letta - commemorazione di silvio berlusconi alla camera
Quando il Gran Ciambellano di Silvio Berlusconi ha finalmente richiamato, come prima cosa si è complimentato con Tajani: «Avete fatto bene a intervenire sulla questione del mercato tutelato per l’energia». Per un attimo il titolare degli Esteri è rimasto spiazzato: «Veramente ti ho cercato per le tue dichiarazioni sulle riforme». «Parlavo a una platea di giovani. Ma non c’è problema. Se volete, smentitemi pure».
GIORGIA MELONI E GIANNI LETTA NEL 2009
Smentire Letta? Con Letta non si può: come il famoso canarino in una vecchia pubblicità di Carosello, il braccio destro del Cavaliere è intoccabile nel centrodestra. Giorgia Meloni infatti si è limitata a dire di essere «in parte d’accordo e in parte no», Casellati è stata costretta a sfogarsi riservatamente con i forzisti che avevano condiviso le parole di «Gianni», mentre l’ex sottosegretario alla Presidenza incassava olimpico i complimenti pubblici delle opposizioni e quelli privati delle istituzioni.
gianni letta silvio berlusconi
Perché lui, come dice un dirigente azzurro, «ha accesso alle Sacre scritture», cioè al soglio più alto, «e incontra spesso anche un altro grande vecchio: Giuliano Amato». A sentire un’autorità di FdI, Letta è «l’espressione di un mondo dove la mediazione è l’essenza della politica. E con un’elezione diretta la mediazione inciderebbe molto meno».
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GIULIANO AMATO
[…] Letta è tornato alla ribalta contraddicendo Meloni, come per decenni aveva a volte fatto con Berlusconi. C’è chi ritiene sia uscito allo scoperto «perché con Giorgia i rapporti sono poco più che formali e per nulla incisivi», sulla politica e sulle nomine. C’è chi sostiene volesse avvisare Forza Italia, «perché con il premierato non conterebbe più nulla». E chi mette insieme le cose e aggiunge che «Palazzo Chigi non può pensare di limitare i rapporti con il Quirinale a qualche telefonata tra il sottosegretario Alfredo Mantovano e Ugo Zampetti», potente segretario generale della presidenza della Repubblica. Chissà qual è la verità. […]