1 - LA STANGATA
Paolo Baroni per “la Stampa”
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La botta sulle bollette questa volta è davvero molto pesante: arriva nel complesso a quota 15 miliardi di euro e va ben al di là delle peggiori aspettative. Il governo anche in questa occasione è intervenuto, ma i 3,8 miliardi di euro stanziati con la legge di bilancio approvata in via definitiva giusto ieri (8 in tutto da ottobre ad oggi) sono serviti a ben poco. In base ai calcoli dell'Autorità per l'energia, infatti, dal primo gennaio sul mercato tutelato il gas rincara del 41,8% e l'elettricità addirittura del 55%. Questo significa che in media in un anno una famiglia italiana spenderà 823 euro in bollette elettriche (+68% in un anno) e 1.560 per quelle del gas (+64%) pagando ben 944 euro in più.
Senza contare poi che a breve il nuovo aumento produrrà rincari a cascata su beni e servizi spingendo ancor di più in alto il livello dell'inflazione. «Una stangata senza precedenti che rischia di diventare una Caporetto per famiglie e piccole e medie imprese. Sono bollette da infarto!», denuncia Marco Vignola, responsabile del settore energia dell'Unione nazionale consumatori, secondo il quale il rincaro medio ammonterà a più di mille euro (441 euro in più per la luce e 567 euro per il gas).
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«Tra il 2021 ed il 2022 gli aumenti raggiungono la cifra record di 1.119 euro a famiglia: un vero massacro», lo definisce il presidente del Codacons Carlo Rienzi, che chiede all'Unione europea «di imporre prezzi fissi per elettricità e gas, bloccando le speculazioni in atto». Preoccupante anche l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre che parla di ben 500 mila posti a rischio nei primi sei mesi del 2022 in settori energivori come il vetro e la carta, la ceramica, il cemento, la plastica, la produzione di laterizi, la meccanica pesante, l'alimentare e la chimica.
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Gli aumenti delle bollette, ha spiegato l'Arera nel comunicato con cui ieri sera ha reso note le nuove tariffe choc, «riflettono il trend di forte crescita delle quotazioni internazionali delle materie prime energetiche e del prezzo della Co2». In particolare, spiega l'Autorità, il prezzo spot del gas naturale sul mercato di riferimento europeo da gennaio a dicembre di quest' anno è aumentato di quasi il 500% (da 21 a 120 euro per MWh nei valori medi mensili). Nello stesso periodo, il prezzo della Co2 è più che raddoppiato (da 33 a 79 euro per ogni tonnellata).
La crescita marcata dei costi si è quindi riflessa nel prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso che, nello stesso periodo, è aumentato di quasi il 400% (da 61 a 288 MWh nei valori medi mensili). Grazie alle nuove risorse stanziate dal governo, l'Arera ha confermato anche per il primo trimestre del nuovo anno l'annullamento transitorio degli oneri generali di sistema in bolletta e ha potenziato il bonus sociale alle famiglie in difficoltà, oltre a ridurre l'Iva sul gas al 5%.
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In questo senso, ben 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese hanno visto alleggerito l'impatto sulle loro bollette. Oltre a ciò, per 2,5 milioni di nuclei familiari aventi diritto, in base all'Isee, ai bonus sociali per l'elettricità e per 1,4 milioni che fruiscono del bonus gas, gli incrementi tariffari sono stati sostanzialmente azzerati. Come previsto dalla legge di Bilancio è poi previsto che i clienti domestici che dovessero trovarsi in condizioni di morosità possano rateizzare in 10 mesi senza interessi le bollette emesse da gennaio ad aprile 2022.
Se il governo non fosse intervenuto di nuovo incrementando la dotazione del Fondo taglia bollette, la stangata su famiglie e imprese sarebbe stata ancora più pesante: gli ultimi rincari dei prezzi all'ingrosso dei prezzi dei prodotti energetici avrebbero infatti comportato un aumento del 65% della bolletta dell'elettricità e del 59,2% di quella del gas.
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«Siamo in presenza di una situazione assolutamente eccezionale», sottolinea il presidente di Arera, Stefano Besseghini, aggiungendo che «siamo coscienti che parti importanti della società si trovano oggi di fronte a difficoltà pesanti e inattese, l'Arera sta valutando modifiche a quella parte di regolazione che normalmente si applica alle fasi ordinarie, adeguandola - coerentemente con il proprio mandato istitutivo - a una situazione che non ha precedenti».
2 - SISTEMA SALTATO, È IL FALLIMENTO DELL'EUROPA
Davide Tabarelli per “la Stampa”
Per definizione, le tariffe dovrebbero variare del 2-3% alla volta, perché devono garantire stabilità ai consumatori. Questa regola vale ancora di più per l'energia, in quanto è un bene essenziale per imprese e famiglie e perché i suoi costi derivano da investimenti di lungo termine stabili nel tempo. L'aumento del 55 e del 41,8% delle bollette di luce e gas sul mercato tutelato (almeno così è chiamato) calpesta questi principi e indica che il sistema è saltato.
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La tariffa elettrica è a 46 centesimi per KWh, più del doppio rispetto ai 21 di un anno fa. Il gas costa 1,37 euro per metro cubo, quasi il doppio dei 71 centesimi di un anno fa. È uno choc di prezzo, non molto diverso da quello degli anni '70 del petrolio, per coloro che se lo ricordano. Questo arriva nonostante siano stati stanziati 8,8 miliardi che non sono investimenti, come il governo li ha chiamati, ma risorse degli italiani che vanno ad aumentare il debito, il nostro tallone d'Achille. Ce n'è a sufficienza per richiedere le dimissioni del nostro governo e della Commissione europea.
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Le nostre democrazie, italiana ed europea, hanno eletto maggioranze che hanno posto la transizione ecologica alla base dei loro programmi per (legittimamente) rispondere alle richieste di un vasto elettorato molto preoccupato del cataclisma climatico. È un dovere civico, anche per il bene delle democrazie, chiamare a rendere conto quei politici che ci promettevano una facile transizione energetica. Ci portino loro quest' inverno le rinnovabili che dovrebbero far crollare i prezzi del gas e dell'elettricità.
La cosa da fare sarebbe cercare di ridurre quanto prima la domanda di gas in Europa, in particolare nel settore elettrico. La soluzione sarebbe quella di fare andare al massimo la capacità a carbone, invece, con entusiasmo, in Italia è stata appena annunciata la chiusura di La Spezia e di Fusina. Nel frattempo la Germania, nonostante i Verdi al governo, ha aumentato i consumi di carbone del 30% quest' anno. Se ora arriva in Europa nuovo gas dagli Usa è perché in Asia se ne consuma meno, perché si usa più carbone.
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La nostra Commissione, di fatto guidata dal rivoluzionario Timmermans, dice che tutto va bene e tradisce addirittura soddisfazione nel vedere i prezzi alti dell'energia, perché così si accelera l'abbandono dei combustibili fossili. Invece, dovrebbe quanto prima forzare la Germania a dare il via libera al Nord Stream 2 e proporre ai singoli Paesi un allentamento dei vincoli ambientali sulle emissioni di CO2, per permettere il consumo di combustibili diversi dal carbone. Permane, invece, un grave distacco della politica italiana ed europea dalla realtà della gente, delle fabbriche e delle bollette e questo fa temere che questa crisi sia tutt' altro che finita.