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La legge marziale è un sistema di governo in cui le leggi in vigore in uno Stato vengono temporaneamente sospese e i tribunali militari prendono il controllo della normale amministrazione della giustizia. L'aggettivo marziale deriva dal latino "Martialis", derivato di "Mars", e si riferisce a Marte, antico dio italico e romano venerato soprattutto come divinità della guerra.
Nel corso della storia la legge marziale è stata adottata in tutto il mondo, assumendo forme diverse a seconda del Paesi. E se non sorprende che Stati con governi notoriamente instabili o fortemente autoritari abbiano attuato la legge marziale nel corso degli anni (Filippine, Cina, Pakistan, Tailandia, Taiwan ed Egitto), c’è da dire che anche il mondo occidentale non è immune alla legge marziale, come è successo negli Stati Uniti, in Irlanda o in Canada.
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Canada
Il Canada ha applicato la legge marziale tre volte: durante la prima guerra mondiale, durante la seconda guerra mondiale e durante la crisi di ottobre del 1970, quando membri del "Front de libération du Québec" rapirono e uccisero un funzionario del governo canadese e tennero in ostaggio un diplomatico britannico rapito in Quebec.
Le forze militari canadesi furono inviate in Quebec e alla polizia venne data ampia autorità all'interno della provincia, portando all'arresto di circa 500 persone.
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Stati Uniti
La relazione americana con la legge marziale è molto più ampia di quella canadese. Durante la Guerra Civile, sebbene il Congresso non avesse dichiarato l’introduzione della legge marziale, approvò molti dei principi per sospendere certi diritti, come la revoca del requisito dell'habeas corpus. La Guerra Civile è l'esempio più noto, ma non l’unico.
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Durante la guerra d’indipendenza americana gli inglesi imposero la legge marziale sui coloni, principalmente in risposta al Boston Tea Party. Poco dopo, sotto la presidenza di George Washington, l'esercito venne schierato per sconfiggere la Whiskey Rebellion in Pennsylvania, anche se ci sono diverse discussioni sul fatto che ciò costituisca un'attuazione della legge marziale, in quanto le autorità civili avevano ancora potere.
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Due decenni dopo, una regione americana si trovò sotto la legge marziale quando il generale (e futuro presidente) Andrew Jackson la impose a New Orleans durante la guerra del 1812. La legge marziale venne introdotta anche nel 1893 nell’Idaho durante la rivolta di alcuni operai e negli anni successivi venne adottata anche in Colorado e in West Virginia durante gli scioperi dei lavoratori del carbone sfociati nella violenza.
Nel 1934 lo sciopero dei lavoratori portuali fece sì che San Francisco venisse sottoposta alla legge marziale, dopo esserlo già stata nel 1906 in seguito al grande terremoto, anche se per un breve periodo.
Anche gli Stati Uniti, quindi, non sono immuni dalla possibilità di introduzione della legge marziale, nonostante il Posse Comitatus Act (1878), una legge federale, proibisca al personale militare e alla Guardia Nazionale sotto l'autorità federale, di agire come forze dell'ordine, tranne quando espressamente autorizzate dalla Costituzione o dal Congresso.
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Recentemente, nel Paese si è discusso se lo "stato di emergenza" possa essere paragonato a una forma di legge marziale, visto che, in seguito a disastri naturali come l'uragano Katrina, alcune leggi sono state sospese e al governo e ai militari sono stati dati poteri come la limitazione delle vendite di determinati articoli e l’introduzione del coprifuoco.
Altri Paesi
Con la minaccia del comunismo, per 38 anni i cittadini di Taiwan hanno vissuto sotto la legge marziale: dopo la Seconda guerra mondiale, la Repubblica di Cina (RDC), sotto il Kuomintang (KMT), divenne l'entità di governo di Taiwan. Nel 1949, dopo aver perso il controllo della Cina continentale in seguito alla Guerra civile cinese, il governo della RDC sotto il KMT si ritirò a Taiwan e Chiang Kai-shek dichiarò la legge marziale.
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Il Giappone rinunciò formalmente a tutti i diritti territoriali su Taiwan nel 1952 con il Trattato di San Francisco. Il KMT governò Taiwan come uno Stato monopartitico per quarant'anni, finché non furono imposte riforme democratiche durante l'ultimo anno di dominio autoritario sotto Chiang Ching-kuo. Le riforme furono promulgate sotto il successore di Chiang, Lee Teng-hui, culminando nel 1996 nella prima elezione presidenziale diretta mai tenuta. Nel 2000, Chen Shui-bian fu eletto presidente, divenendo il primo presidente non del KMT di Taiwan.
La Siria è riuscita comunque a superare Taiwan: la legge marziale venne introdotta nel 1963 in seguito a un colpo di stato militare in cui il partito Baath prese il controllo del Paese. Per quasi 50 anni i siriani si sono trovati alle prese con diritti limitati, sorveglianza, interrogatori ingiustificati e media controllati dal governo.
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L'Egitto si avvicina alla Siria in termini di tempo in cui i cittadini hanno vissuto con diritti limitati (dal 1967 fino al 2013), con la minaccia del terrorismo costantemente usata come motivo per continuare ad averla. Secondo la legge marziale egiziana, la gente poteva essere incarcerata anche senza motivo, la censura era legale e i civili potevano essere processati in un tribunale militare. La fine giunse nel 2011 con la rivoluzione egiziana.
Anche le Filippine sono state sotto legge marziale per un lungo periodo, dal 1972 al 1981. Marcos dichiarò la legge marziale il 21 settembre 1972. Affermò che la legge marziale era il preludio per la creazione di una Bagong Lipunan (in italiano "Nuova Società") basata su nuovi valori sociali e politici.
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Mosso da una fede fortemente anti-comunista, il Presidente decretò la riduzione della libertà di stampa e di altre libertà civili, chiuse il Congresso e aziende nel campo dei media, ordinò l'arresto dei leader dell'opposizione e degli attivisti militanti, accusati di istigazione alla violenza, tra cui i senatori più critici verso di lui, come Benigno Aquino Jr., Jovito Salonga e José Diokno. La proclamazione della legge marziale venne ben accolta inizialmente. Il tasso di criminalità diminuì profondamente dopo l’attuazione del coprifuoco. Molti oppositori politici furono costretti all'esilio.
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La legge marziale venne revocata ufficialmente il 17 gennaio 1981 e sei mesi dopo Marcos venne rieletto per un terzo mandato della durata di 6 anni. Questa non fu la prima esperienza delle Filippine con la legge marziale, poiché il Paese l’aveva già sperimentata durante la Seconda guerra mondiale.
E nemmeno l’ultima: il 23 maggio 2017, giorno in cui il gruppo Maute affiliato allo Stato Islamico occupò la città di Marawi nel nord dell’isola di Mindanao, il presidente Rodrigo Duterte proclamò l’introduzione della legge marziale. Il periodo iniziale, limitato a 60 giorni come previsto dalla costituzione del paese, era stato prorogato fino alla fine del 2017 dagli organi legislativi nel mese di luglio, ma venne successivamente esteso a tutto il 2018.
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In Pakistan vi sono stati vari colpi di stato militari che hanno provocato l'imposizione della legge marziale, con comandanti militari che hanno governato come presidenti de-facto dal 1958 al 1971, dal 1977 al 1988 e dal 1999 al 2008, mentre la Thailandia ha attraversato diversi periodi in cui si è trovata sotto la legge marziale: nel 2004, nel 2006 e nel 2014.
Nel 2015 la legge marziale venne sostituita con l'articolo 44 della Costituzione ad interim, soprannominata dai media thailandesi come "la legge del dittatore" perché concede al leader della giunta militare di scavalcare qualsiasi ramo del governo in nome della sicurezza nazionale.
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Anche la Polonia ha sperimentato la legge marziale dal 1981 al 1983, quando il governo comunista della Repubblica Popolare Polacca limitò drasticamente la vita quotidiana dei cittadini nel tentativo di schiacciare l'opposizione politica, guidata dal movimento di Solidarnosc. Migliaia di attivisti dell'opposizione furono internati senza accuse formali, e almeno 100 persone vennero uccise. Anche se la legge marziale fu revocata nel 1983, molti dei prigionieri politici non vennero rilasciati fino all'amnistia generale del 1986.
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In Cina la legge marziale fu introdotta a Pechino da maggio a giugno 1989 come reazione alle manifestazioni in piazza Tiananmen. Durante quel periodo le truppe avevano l'autorità di usare qualsiasi potere necessario per l'autodifesa se incontravano qualche impedimento o ritardo nell'esecuzione della loro missione.
Gli iraniani furono soggetti alla legge marziale per un periodo di circa tre mesi nell'autunno del 1978, quando lo Scià nominò un generale militare come responsabile di Teheran. Sebbene il regime abbia avuto vita breve, provocò centinaia di morti quando i militari massacrarono i dimostranti a Teheran.
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Nell’Italia del 1943, divisa tra Repubblica di Salò a nord e Italia occupata dagli Alleati a sud, Mussolini, per evitare ribellioni o fughe di massa e ingrossare il più possibile le fila dei soldati della RSI, instaurò le leggi marziali attraverso delle corti apposite che dovevano giudicare di volta in volta i diversi casi.
Il caso più recente riguarda l'Ucraina di Petro Poroshenko, che ha introdotto la legge marziale per 30 giorni a partire dal 26 novembre 2018, in risposta al sequestro da parte della Russia di tre navi della marina militare ucraina nello stretto di Kerc’, tra il Mar d’Azov e il Mar Nero.
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L'Ucraina ha introdotto la legge marziale: un atto che rischia di limitare le libertà civili ma che, secondo il capo di Stato Petro Poroshenko, non costringerà a rimandare le elezioni presidenziali in programma il 31 marzo. Una seduta del Parlamento non esente da tensioni ha approvato il decreto firmato questo pomeriggio da Poroshenko, che ha già ridotto da 60 a 30 i giorni di applicazione delle misure straordinarie da lui proposte.
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Con la luce verde da parte dell'organo legislativo - stando a quanto riportano i media locali -, il governo avrà il potere di limitare le manifestazioni pubbliche e il diritto di sciopero, e potrà regolare l'attività dei media in base alle necessità di guerra e quindi limitare il diritto di opinione e di parola. I cittadini potranno essere obbligati a svolgere compiti "socialmente necessari" per le strutture di difesa e a ospitare militari nelle loro case se verrà loro ordinato.
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Verranno inoltre ridotti il diritto al segreto delle comunicazioni (comprese lettere e telefonate) e quello alla non intromissione nella vita privata familiare, il diritto allo spostamento e il diritto al lavoro, il diritto all'istruzione e quello a possedere, usare e gestire i propri beni, che potranno quindi essere confiscati e utilizzati dallo Stato.
L'Ucraina non aveva introdotto la legge marziale neanche nel 2014 e nel 2015, cioè nei mesi più sanguinosi della guerra nel Donbass tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti sostenuti dal Cremlino. La proposta di applicarla dopo lo scontro di ieri tra le forze marittime di Kiev e di Mosca a largo della Crimea è considerata da alcuni analisti un tentativo di Poroshenko di usare la carta del conflitto con la Russia per aumentare la propria popolarità in vista del voto di marzo, che lo vede sfavorito alle spalle di Yulia Tymoshenko e Volodymyr Zelensky.
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