Marco Zonetti per Dagospia
SIMONA BRANCHETTI
Arnaldo Magro. Per anni, questo nom de plume chiaramente ispirato ad Aldo Grasso ha imperversato sul quotidiano Il Tempo, suscitando ipotesi sull'identità di chi si celasse dietro i suoi retroscena sulla rubrica "Segretissimo". Questo finché Paolo Madron e Luigi Bisignani, nel loro libro I potenti al tempo di Giorgia Meloni, non hanno svelato l'arcano. Arnaldo Magro altri non era che il compagno della leader di Fratelli d'Italia, ovvero Andrea Giambruno.
In questi giorni nei quali si è consumata la caduta di Giambruno, abbiamo fatto una passeggiata sul viale dei ricordi raccogliendo qualche perla di "bellicapelli" in veste di editorialista mascherato, scoprendo interessanti perle firmate "Arnaldo Magro".
Andrea Giambruno Giorgia Meloni
Il 14 ottobre 2020, egli ci rivelava per esempio che Giorgia Meloni in quel periodo aveva ripreso a fumare una sigaretta dopo l'altra. Ma il pettegolezzo serviva solo ed esclusivamente a incensarne il successo nei sondaggi e sulla ribalta internazionale con la nomina a presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei.
Secondo l'informatissimo "Magro", Meloni aveva ripreso a fumare perché era in fibrillazione all'idea di poter entrare prossimamente al Governo con un ruolo diverso rispetto al 2008 (sottinteso: come Presidente del Consiglio). Con il senno di poi si può dire che, dal suo osservatorio privilegiato, almeno in questo Giambruno ci abbia decisamente azzeccato.
SIMONA BRANCHETTI
Quindi il 12 maggio 2021, l'editorialista sotto copertura esaltava il best-seller meloniano Io sono Giorgia, "il libro più venduto del Paese". Arnaldo Magro aveva tempo per lodare anche se stesso: "lo avevamo già scritto, in verità anticipandolo anche prima di altri".
Per poi sperticarsi in una descrizione agiografica del contenuto dell'opera, con un encomio nei confronti de "l'amico fraterno Giovanbattista Fazzolari, punto fermo del partito e fedelissimo della Meloni". E ancora: "è con lui ad esempio, che disegna le strategie prospettiche del partito o approfondisce le ospitate in tivù. Lui l'unica persona di cui si fida ciecamente". Tanto da designarlo, qualche anno dopo, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
ANDREA GIAMBRUNO
Il 13 febbraio 2021, Arnaldo Magro lodava la Meloni televisiva: "Dite ciò che volete, ma la sensazione è rassicurante. Un po’ come quando si torna a casa affamati e pure al buio, sapreste individuare il frigorifero da aprire. Vi sintonizzate su Rete4 e sentite dire a Giorgia Meloni, ciò che da Giorgia Meloni vi aspettate di sentire".
FEDERICA PANICUCCI E SIMONA BRANCHETTI
E rincarava: "In studio tra autori e tecnici parte l’applauso spontaneo. L’impressione è che la Meloni abbia le idee più chiare che mai. Per nulla pentita di aver detto “no” al governo Draghi".
Il 17 aprile 2021, l'editorialista sotto copertura raccontava di un incontro sull'aereo fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Un'occasione giusta per parlare della mozione di sfiducia all'allora ministro della Salute Roberto Speranza, mozione che "imbarazzava la Lega" e divideva i due leader (il Carroccio faceva parte del governo Draghi all'epoca, assieme allo stesso Speranza). Tale mozione di sfiducia, come rivelava Arnaldo Magro, era apparentemente "stata suggerita da Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera, che in questioni parlamentari pare sia non solo avveduto ma anche fra i più astuti".
ANDREA GIAMBRUNO
Nel mirino di Arnaldo Magro, c'era poi un grande nemico della Meloni, ovvero Roberto Saviano, che - querelato dalla leader di FdI - era accusato dall'editorialista del Tempo di vittimismo e di "aizzare il suo popolo sui social", oltre che di ricostruire i fatti in maniera non sincera, "come parte dei suoi scritti".
Il 13 aprile 2022, Arnaldo Magro raccontava poi il retroscena di un direttore di Mediaset che aveva incontrato Silvio Berlusconi a Villa Grande, per chiedergli un prolungamento contrattuale o in alternativa una candidatura blindata alle elezioni politiche. "Il sogno del Direttore neanche troppo sottaciuto, sarebbe quello di chiudere con la carriera giornalistica e blindarsi in qualche dicastero" scriveva Magro/Giambruno sul Tempo. E ancora: "Le caratteristiche ci sono tutte, al punto che anche un altro partito, sempre di centrodestra, pare gli abbia messo gli occhi addosso. Che si prospetti un derby interno per accaparrarselo? Lo scopriremo presto".
simona branchetti
Sempre riguardo a Berlusconi, il 2 ottobre 2021 Arnaldo Magro deplorava i tentativi del Cavaliere di prolungare il governo Draghi quando invece gli alleati Salvini-Meloni smaniavano per il voto anticipato.
Il 13 luglio 2022, durante la crisi del governo Draghi, l'editorialista sotto copertura annunciava le elezioni anticipate al 7 ottobre (sbagliando di pochi giorni soltanto) e raccontava che nelle aule istituzionali c'era un viavai di parlamentari che cercavano di salvare la pelle: "L'ex viceministro milanese dal ciuffo pettinato (...) che si propone 'sottobanco' a Di Maio. L'ex giornalista con la barba, che manda decine di sms nella speranza di essere un giorno ricevuto. Vi è la bionda valchiria che, in rotta col partito, cerca di affidarsi all'intercessione degli amici degli amici". Poi la stoccata al Movimento Cinque Stelle: "Quanto rimpiangono oggigiorno, di aver votato quel demagogico taglio dei parlamentari?".
ANDREA GIAMBRUNO
Ad Arnaldo Magro non piacevano minimamente né il M5s né Giuseppe Conte. Un esempio è dato dall'articolo dell'8 dicembre 2021, nel quale il leader dei 5 Stelle veniva accusato di collezionare figuracce e di non aver imparato nulla dallo sbarco in politica. Nella stessa disamina Magro parlava dei disastri romani compiuti dai cinque Stelle", e suggeriva che Conte smaniasse per avere un posto in Parlamento.
simona branchetti
Le indiscrezioni politiche dell'editorialista mascherato prendevano di mira anche esponenti politici protetti dall'anonimato. Vedi gli incontri a luci rosse fra due non meglio identificati onorevoli (maschio e femmina) di centrodestra, come Arnaldo Magro scriveva nel giugno 2022. Un menage rovente nato dal timore di entrambi di non vedersi riconfermare lo scranno. Magro sottolineava poi che "lei" si riconsolava non soltanto fra le braccia di "lui", ma anche di altre persone.
Il 10 novembre 2021, Arnaldo Magro si occupava poi del coming out di Vincenzo Spadafora a Che Tempo che Fa, chiamando in causa Striscia la Notizia (echi di futuro...). Magro citava l'interrogativo sollevato da Striscia all'epoca, e cioè perché Spadafora non avesse parlato delle persone da lui "piazzate" in Rai. E l'editorialista mascherato puntualizzava: "Basterebbe forse, anche solo menzionare le promozioni scaturite per sola amicizia personale". A chi voleva alludere la firma del Tempo?
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La risposta a questa domanda era forse contenuta in parte nell'articolo dell'11 giugno 2022, quando Arnaldo Magro andava nuovamente all'assalto dei "grillini" criticando Giuseppe Conte per aver tuonato contro la lottizzazione dei partiti alla Rai. Magro scriveva: "Nel 2018 il Movimento fece di Viale Mazzini un fortino pressoché inespugnabile. Da Angelo Carbone (un lapsus freudiano questa apparente crasi fra l'ex direttore del Tg1 in quota pentastellata Giuseppe Carboni e il meloniano Angelo Mellone, attuale direttore del Day Time Rai?) a Luisella Costamagna passando per Alberto Matano e Franco Di Mare, solo per citarne i primi sherpa, tutti erano adepti del potentato di Vincenzo Spadafora. Tutta l'informazione pubblica era in mano loro".
SIMONA BRANCHETTI CHI
Del resto Arnaldo Magro prendeva assai di mira l'ambiente televisivo, Rai e Mediaset. Il 1 maggio 2022, egli rivelava che "la bionda e brava conduttrice Rai" aveva "chiesto e ottenuto un surplus di 8mila euro al mese". E approfondiva: "Vista l'amicizia storica che la lega all'attuale direttore dell'approfondimento (all'epoca Mario Orfeo ndr.), pare non si sia fatta scrupoli nel chiedere. A quel punto Magro infieriva: "Mario Orfeo come fosse il protagonista di un vecchio claim pubblicitario degli anni 90 ha detto sì".
Il 7 maggio 2022, Arnaldo Magro svelava smanie da parte di Carlo Fuortes di lasciare l'incarico di Ad Rai, e le mire di Monica Maggioni e di Mario Orfeo per prenderne il posto. A pensar male, l'indiscrezione sembrava un invito a Fuortes a schiodare al più presto e un espediente per bruciare i nomi di Maggioni e Orfeo come suoi sostituti.
ANDREA GIAMBRUNO GIORGIA MELONI
Ma l'editorialista mascherato non prendeva solo di mira Viale Mazzini. Anche l'azienda in cui lavora Giambruno, ovvero Mediaset si beccava qualche suo strale. Il 15 settembre 2021, Arnaldo Magro criticava l'azienda per voler "imbavagliare" Mario Giordano, giudicato troppo accondiscendente con i no vax. Magro riempiva di lodi Giordano, gradito copiosamente dal pubblico il martedì grazie alla sua "grande professionalità".
Quindi si lanciava in una promozione della giornalista romagnola Simona Branchetti - molto amica di Giambruno, tanto da ergersi pubblicamente a difesa del malcapitato in questi giorni bui. Il 21 agosto 2021, Arnaldo Magro sottolineava che Morning News veniva prolungato da Mediaset "grazie agli ottimi risultati ottenuti da Branchetti & co."
simona branchetti 3
Nello stesso articolo Arnaldo Magro malignava su un "malore" di Federica Panicucci, conduttrice di Mattino Cinque, apprendendo della bella notizia per la rivale Branchetti. E l'editorialista mascherato lodava altresì la bella Simona definendola "una gallina dalle uova d'oro", chiedendosi inoltre: "perché non sfruttare a pieno il magic moment della giornalista romagnola?".
Gli articoli di Arnaldo Magro dedicati alla Branchetti sono vari. Il 21 luglio 2021, la definiva "bella, ma soprattutto brava" alimentando sempre fra le righe la sua rivalità con Federica Panicucci. Il 14 agosto 2021, egli parlava di "picchi di gradimento pazzeschi" per il Morning News della Branchetti. "Attirando su di sé giustamente le attenzioni dei massimi vertici aziendali" perché "la conduzione di Simona Branchetti, dato alla mano, piace al pubblico", "che ha voglia di vedere volti nuovi e competenti".
GIORGIA MELONI FESTEGGIA IL COMPLEANNO CON ANDREA GIAMBRUNO
Il 18 giugno 2022, Arnaldo Magro loda ancora Simona Branchetti , questa volta per non essersi rifiutata di svegliarsi presto per condurre Morning News, a differenza dei "tre volti del Tg1 che rifiutano di lavorare all'alba". Si tratta di Emma D'Aquino, Silvia Chimenti e Francesco Giorgino, all'epoca contrari al loro spostamento dal più prestigioso Tg1 delle 20.00, voluto dall'allora direttrice Monica Maggioni.
Arnaldo Magro parlava di una "casta dei giornalisti in Rai, contro cui non vi è "in questo caso, nessuna levata di scudi da parte dei grillini". Egli maligna anche che uno dei tre giornalisti (non Giorgino) "abbia chiesto l'intercessione di un alto dirigente del Pd, per tenersi la conduzione delle 20.00. Invano".
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Arnaldo Magro aveva un interesse peculiare per Alberto Matano, della cui situazione sentimentale si occupava il 4 novembre 2020, molto prima del suo coming out, domandandosi di chi fosse innamorato, e profittandone per sottolineare che era molto stimato dal governo Conte bis e amico di Vincenzo Spadafora. Il 30 gennaio 2021, invece, Magro rivelava che, nel caso in cui Amadeus avesse rinunciato a condurre il Festival di Sanremo, c'era già pronto il sostituto, ovvero "Alberto Matano, in continua ascesa tra i vertici Rai".
andrea giambruno
Il 28 settembre 2022, tre giorni dopo le elezioni che hanno visto trionfare la Meloni, Arnaldo Magro rivela che c'è "fibrillazione in Rai" e che i direttori dei tg cercano il numero di Giorgia. Quindi infierisce: "A proposito di Rai, sarà vera quella voce che riguarda il barbuto conduttore? Davvero sta cercando in tutti i modi il numero di cellulare della futura premier per garantirsi continuità televisiva? Nel qual caso piaggeria e suppliche, potrebbero non bastargli". Sarebbe interessante capire chi possa essere questo "conduttore barbuto" in forza alla Rai citato...
Qui s'interrompe il piccolo florilegio della produzione giornalistica di Arnaldo Magro alias Andrea Giambruno. Vista la sterminata produzione, chissà che non possano arrivare altre puntate.