COSA HANNO IN COMUNE AVRIL LAVIGNE E FILIPPO TURETTA? UN COMPLOTTO, NATURALMENTE
Estratto da “Occam”, la newsletter di Pietro Salvatori per www.huffingtonpost.com
l audio di filippo turetta
[…] Cosa hanno in comune Filippo Turetta e Avril Lavigne? Che cosa può unire un ragazzo italiano in carcere per l’uccisione brutale della fidanzata e una cantautrice canadese icona pop della musica mondiale?
È semplice: entrambi non esistono. O meglio: il primo sarebbe il frutto di una macchinazione studiata a tavolino con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, la seconda sarebbe stata sostituita da una sosia.
avril lavigne (2)
La teoria della sostituzione di persona o dei personaggi che non sono altro che delle false-flag create dal sistema è comune nelle teorie cospirazioniste e Turetta e Lavigne sono paradigmi delle due matrici principali che si riscontrano in questi casi.
Avril Lavigne durante un concerto
La sostituzione di una star con una sosia è un grande classico delle cospirazioni, l’esempio più noto è quello di Paul McCarthney, che non sarebbe lui almeno dal 1966. In generale ci sarebbero dietro i poteri forti delle case discografiche, che non accetterebbero le “svolte artistiche” dei loro artisti e per massimizzare i profitti mettere dei fantocci al loro posto.
giulia cecchettin filippo turetta
La presunta sosia di Lavigne ha anche un nome, Melissa Vandella, e perseguita la cantante da almeno un ventennio. Lavigne ci ha ironizzato su in una recente intervista in radio: “Potrebbe andare peggio, dai, la cosa mi diverte”.
Il caso di Turetta è leggermente diverso, e risponde a uno schema di base più torbido e anche più diffuso. “Avete mai visto una sua foto dopo l’arresto?”, è la domanda retorica che si fanno i teorici del complotto. La risposta è no, e questo basterebbe a dimostrare che sia tutta un’invenzione, e che i suoi pochi ritratti circolati negli ultimi mesi sarebbero stati generati con l’AI (ipotesi già ampiamente confutata).
Persino il padre e la sorella della povera Giulia Cecchettin sarebbero in realtà attori ingaggiati per recitare una parte. Ma perché? Ogni volta che succede un fatto di cronaca violento c’è qualcuno pronto a sostenere che sia tutto finto, che sia tutta un’invenzione. È il deep-state a confezionare ad arte queste narrazioni, a falsificare foto e video, a ingaggiare comparse che recitino una parte in commedia.
avril lavigne melissa vandella
Una foto di Filippo Turetta
Un sacco di tempo perso, direte voi? Sciocchi!, risponderebbe chi sostiene questo tipo di contro-narrazione.
Perché è interesse di chi muove le fila del mondo costruire artatamente stragi e tragedie, per poi servirsene per i suoi oscuri scopi: A) una stretta sul possesso delle armi (in modo tale che quando vi verranno a prendere non potrete difendervi), B) giustificare una stretta legislativa per privarvi delle vostre libertà fondamentali C) o più semplicemente per contribuire al caos generale per rendere la società più debole e frammentata, e dunque più manipolabile.
Nel caso dei femminicidi il riferimento consueto è quello all’ipotesi B.
LE BIMBE DI FILIPPO TURETTA - GRUPPO FACEBOOK
Il sotto testo ideologico considera il femminicidio un reato “sbagliato”, perché mina l’uguaglianza tra uomo e donna (“E il maschicidio allora?” vi risponderebbero) o, peggio, mette in discussione il modello patriarcale di famiglia sulla cui tradizione si è fondato sino ad oggi il mondo e che le perfide élite liberal vogliono smantellare di sana pianta. […]
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