• Dagospia

    PRESTO, UNA COLLETTA! - IL PRESIDENTE ESECUTIVO DI “ITA”, ALFREDO ALTAVILLA, SI LAMENTA PER LO STIPENDIO TROPPO BASSO (400MILA EURO): “LA RETRIBUZIONE È GRAVEMENTE LESIVA DELLA MIA STORIA MANAGERIALE, ESPERIENZA E COMPETENZA. È ILLOGICA E SLEGATA DAL BENCHMARK DI SETTORE” - NEL FRATTEMPO, LA VENDITA DELLA COMPAGNIA È PIÙ VICINA: SONO ARRIVATE AL MEF LE PROPOSTE DI MSC-LUFTHANSA E CERTARES-AIR FRANCE-DELTA, CON LA PRIMA FAVORITA. CHE DIRE: CHIUNQUE SARÀ IL VINCITORE, SPERIAMO PAGHI DI PIÙ I MANAGER…


     
    Guarda la fotogallery

    1 - ITA AIRWAYS, PRIVATIZZAZIONE ALLE BATTUTE FINALI

    Luca Di Carmine per www.tag43.it

     

    fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 8 fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 8

    Ma davvero i manager di Ita Airways, la compagnia nata dalle ceneri della vecchia Alitalia, si lamentano perché guadagnano così poco? E proprio adesso, nella fase finale di una privatizzazione che sta andando faticosamente in porto?

     

    Così pare, almeno leggendo l’articolo di Repubblica apparso martedì 24 maggio che dava notizia della rivolta salariale dei colletti bianchi. Reazioni perplesse nei palazzi romani, perché molti hanno subito rilevato come si trattasse di un cavallo di ritorno, ovvero di una notizia di cui si era già a conoscenza e che soprattutto risale indietro nel tempo.

    ITA AIRWAYS RISPONDE AL CEO DI RYANAIR MICHEAL OLEARY ITA AIRWAYS RISPONDE AL CEO DI RYANAIR MICHEAL OLEARY

     

    La lettera con cui il presidente Alfredo Altavilla criticava le modalità del processo decisionale in materia (lettera di cui Tag43, ma evidentemente non solo, è in possesso) risale infatti al marzo scorso. In essa non ci sono rivendicazioni economiche da parte del presidente, né una loro quantificazione.

     

    Si parla piuttosto di un modo singolare di procedere che si discosta dalla disciplina vigente, che non ha tenuto conto delle indicazioni degli advisor coinvolti dal cda e non è conforme alle regole di mercato. «Non è mia intenzione in questa sede», vi si legge, «esprimere commenti sul quantum. Infatti, sono la metodologia seguita e le assunzioni alla base del risultato finale a essere criticabili, qualunque fosse stato l’importo delle retribuzioni per le due figure apicali…».

     

    Una lettera indirizzata al cda nel marzo scorso

    La nota al cda lamenta un modo di lavorare non conforme alla corporate governance, ma non è riconducibile a rivendicazioni di carattere personale sul quantum, ma sulla la metodologia. Il tema è quindi il processo che ha portato alla politica di remunerazione, ad esempio non basata su logiche di incentivo a lungo termine, quindi poco interessante per i talenti in azienda.

    alfredo altavilla 2 alfredo altavilla 2

     

    Un elemento fondamentale per la competitività e per limitarne rischi. La proposta di remunerazione è slegata dal corretto benchmark, pur essendosi il Comitato Remunerazioni e Nomine avvalso di ben tre advisor, per poi arrivare a una politica che non teneva conto delle professionalità di ciascun membro della classe dirigente. Dividere al 50 per cento tra i due executive il fisso di 800 mila euro è una pratica distante dal mercato, che ha penalizzato entrambi, con la bizzarria della restituzione dell’eccedenza dello stipendio di 400 mila euro di cui godeva l’ad Fabio Lazzerini. Un episodio davvero fuori dal comune.

     

    Oltre il danno dell’abbassamento di stipendio, anche la beffa della restituzione retroattiva. Singolare però che tutto questo affiori in superficie nel momento cruciale del processo di privatizzazione, soprattutto pensando che i manager interessati non hanno mai sollevato pubblicamente il tema.

     

    Anche perché era da mesi che la politica retributiva era all’ordine del giorno di tutte le riunioni del cda, e ogni volta si era deciso di non decidere. Intanto, in mezzo alle polemiche su una partita in cui la politica fino all’ultimo non rinuncia a mettere becco, la procedura che potrebbe portare fino a un miliardo di euro nelle casse dello Stato ha imboccato la fase finale.

     

    ita airways ita airways

    Due cordate alla sfida finale e la politica che mette becco

    Saranno Msc-Lufthansa e Certares a sfidarsi per l’acquisto di Ita Airways. Il ministero dell’Economia ha ricevuto le due offerte vincolanti per rilevare la maggioranza della compagnia.

     

    A contendersi l’aviolinea e il mercato italiano in alta quota saranno la Msc dell’armatore Gianluigi Aponte in cordata con Lufthansa (i primi a inviare l’offerta) contro Certares che si appoggia a Delta Air Lines e Air France. Fonti governative, segnalano le antenne di Palazzo Chigi, fanno filtrare l’esistenza di due fronti, di cui quello pro Certares-Air France-Delta capeggiato da alti dirigenti del Mef molto attivi negli ultimi giorni.

     

    gianluigi aponte 7 gianluigi aponte 7

    Chi segue il dossier della privatizzazione della compagnia italiana non nasconde qualche perplessità per l’assenza al fianco del ministero – che guida la procedura – di un advisor industriale chiamato a valutare questo profilo nelle offerte vincolanti spedite ieri sera. Il decreto di privatizzazione stabilisce che la cessione dovrà essere effettuata anche valutando la solidità industriale delle proposte e la loro capacità di far sviluppare il mercato italiano e di garantire la connettività intercontinentale necessaria.

     

    Firma dell’accordo a giugno e conclusione a dicembre

    fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 11 fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 11

    L’obiettivo del governo è individuare l’offerta migliore – da un punto di vista finanziario e industriale – la prima settimana di giugno, così da poter arrivare alla firma di un accordo a metà mese con l’obiettivo di chiudere il dossier entro dicembre. L’esecutivo si dà almeno tre mesi per mettere a punto un percorso che porterà lo Stato, oggi azionista al 100 per cento, prima a diventare socio di minoranza, poi a uscire dall’azienda.

     

     Nelle prossime ore si potrebbero capire i contorni dell’offerta di Certares, in particolare se il fondo Usa intende entrare da solo o assieme a Delta o se nella documentazione c’è la garanzia che nel 2023 investirà pure Air France chiamata a superare la contrarietà di Klm all’operazione. L’altra cordata, Msc-Lufthansa, prevede una formula che si può definire 60-20-20: il 60 per cento in mano a Msc (che può salire al 65), il 20 per cento a Lufthansa (che può scendere al 15) e la parte restante al Tesoro che potrebbe cederla entro il 2026.

     

    2 - DUE CORDATE IN CAMPO PER L'EX ALITALIA MSC E LUFTHANSA FAVORITE SU CERTARES

    Luca Monticelli per “la Stampa”

     

    Nella serata di ieri, poco prima della deadline di mezzanotte, sono arrivate sul tavolo del ministero dell'Economia le offerte vincolanti per rilevare Ita Airways. A contendersi la privatizzazione dell'ex Alitalia ci sono da una parte Msc-Lufthansa e dall'altra la cordata guidata dal fondo americano Certares, che si avvale della partnership commerciale con Air France-Klm e Delta Airlines. Il Tesoro, azionista del 100% di Ita, conta di chiudere il processo di vendita entro giugno.

     

    ITA AIRWAYS ITA AIRWAYS

    Il binomio tra la svizzera Msc Crociere dell'armatore Gianluigi Aponte e il colosso tedesco dei voli Lufthansa, come spiega una fonte vicina al dossier, sembra aver preparato una proposta più solida e strutturata sia dal punto di vista finanziario che industriale, grazie alla sinergia tra un leader internazionale dei cieli e uno dei mari.

    fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 5 fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 5

     

    L'offerta dovrebbe attestarsi intorno a un miliardo e trecento milioni di euro: il piano prevede molte rotte intercontinentali, con Fiumicino e Linate hub principali per i passeggeri. Per Malpensa, invece, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini segnala «l'importanza» che verrebbe ad assumere il settore cargo.

     

    C'è assoluto riserbo sulle risorse messe sul piatto dal fondo Certares, secondo alcune indiscrezioni, però, in questa fase Air France non stanzierebbe soldi perché obbligata a restituire gli aiuti concessi da Macron, prima di procedere con le acquisizioni.

    alfredo altavilla alfredo altavilla

     

    Sembra fuori dalla partita Indigo, la società con diversi investimenti nelle low cost, che non ha visitato la data room per studiare i conti di Ita e ha rifiutato l'invito di Certares di allearsi con la cordata franco-americana.

     

    Il governo Draghi vuole un'azienda che stia in piedi, sia parte di un gruppo più grande e in grado di tutelare l'occupazione. In più, il Tesoro ha intenzione di mantenere una quota di minoranza, e non di controllo, proprio per accompagnare la nuova azienda nel prossimo futuro e monitorare i riflessi di questa operazione sul sistema produttivo italiano. L'ipotesi che circola a via XX settembre è quella di conservare una partecipazione pubblica tra il 10 e il 25% per due o tre anni, con un'uscita da concordare direttamente con l'acquirente durante la trattativa.

     

    Il governo si è già impegnato a pagare la tranche di 400 milioni di euro di aumento di capitale che è stato autorizzato dalla Commissione europea, il versamento potrebbe essere erogato dopo giugno, quindi a privatizzazione avvenuta.

    gianluigi aponte 6 gianluigi aponte 6

     

    Sul destino della compagnia di bandiera pesa il ruolo della politica a meno di un anno dalle elezioni: in questi mesi si sono ipotizzate le preferenze del Partito democratico verso la soluzione francese o quelle del centrodestra per la partnership con i tedeschi. «Non ci saranno segreti, ne discuteremo in Consiglio dei ministri e in Parlamento», ha assicurato il ministro Daniele Franco. Partiti permettendo.

    air france 9 air france 9 ITA AIRWAYS DEDICA UN AEREO A FRANCESCO TOTTI ITA AIRWAYS DEDICA UN AEREO A FRANCESCO TOTTI

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport