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    COSE TURCHE! ARRESTATO VICINO VITERBO IL BOSS BARIS BOYUN, SUPER RICERCATO IN TURCHIA: L’OPERAZIONE SAREBBE LEGATA A UN TRAFFICO D’ARMI - NEL BLITZ DELL’ANTIMAFIA DI MILANO SONO FINITE IN MANETTE 19 PERSONE - L’ITALIA SI ERA OPPOSTA ALL'ESTRADIZIONE PERCHÉ BOYUN RISCHIAVA DI ESSERE SOTTOPOSTO “A TRATTAMENTI DISUMANI” IN TURCHIA, ERDOGAN AVEVA CHIESTO ALLA MELONI IL TRASFERIMENTO DEL 40ENNE FILO-CURDO NEL SUO PAESE D’ORIGINE - LA REAZIONE DELL'INTELLIGENCE DI ANKARA AVEVA MESSO IN ALLERTA…


     
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    Alessio Campana, Giuseppe Scarpa per roma.repubblica.it - Estratti

     

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    È finito di nuovo nelle mani della giustizia Baris Boyun, 40 anni, maxi ricercato in Turchia. È stato arrestato in un blitz a Bagnaia, frazione di Viterbo, scattato alle prime luci dell’alba in via Cardinal de Gambara e coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. È stato portato in questura a Viterbo. Nel blitz sarebbero coinvolte diverse persone in più parti d’Italia.

     

     

    Boyun è l’uomo che era già stato protagonista di una querelle giudiziaria tra Ankara e Roma, per via di una richiesta di estradizione da parte dell’autorità turca che era stata respinta prima dalla corte d’appello di Bologna e poi, nel giugno dell’anno scorso, dalla Corte di Cassazione. A quanto risulta a Repubblica, nell’operazione che ha coinvolto il quarantenne stanno operando anche agenti dell’Interpol e altri blitz sarebbero in corso.

     

     

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    Non si conoscono ancora i motivi dell’operazione, ma sarebbero legati al traffico di armi. Per la Turchia l'affaire Boyun sarebbe estremamente delicato, tanto che lo stesso presidente turco Erdogan avrebbe chiesto, in un bilaterale a gennaio con la premier Giorgia Meloni, il trasferimento del quarantenne nel suo Paese d'origine. In Italia però è il potere giudiziario che stabilisce chi debba essere estradato.

     

    L’estradizione negata nel 2023 era stata chiesta dell’autorità turca “per dare esecuzione a un provvedimento di cattura internazionale emesso il 6 aprile 2022 dal Tribunale di Istanbul” nei confronti dell’uomo, che all’epoca dei fatti risultava “indagato nell'ambito di un procedimento penale pendente nello Stato richiedente nel quale è stato chiamato a rispondere dei reati di omicidio, lesioni personali, minacce, partecipazione ad un'associazione per delinquere e violazione della disciplina sulle armi”, come si legge nel provvedimento dei Supremi giudici che avevano negato l’estradizione.

     

     

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    Baris Boyun, scrivono tra l’altro i giudici, aveva “fondatamente rappresentato il rischio di essere sottoposto, se consegnato alla Turchia, a trattamenti disumani o degradanti, in quanto egli è di etnia curda (come parrebbe confermato dalla regione di provenienza di entrambi i genitori) nonché affiliato a un partito filo curdo”.

     

    Il quarantenne era stato arrestato il 3 agosto del 2022 a Rimini. Il rifiuto italiano di spedirlo in Turchia avrebbe scatenato una reazione, nei mesi scorsi, molto aggressiva da parte dei servizi segreti turchi: secondo quanto anticipato da Repubblica, si sarebbe trattato di un'attività di spionaggio in Italia subito scoperta dai nostri apparati che hanno avvisato tutte le forze dell'ordine.

     

    In pratica il Mit turco avrebbe cercato di reclutare informatori tra i traduttori che assistono magistrati, polizia, carabinieri e finanza, nelle indagini che riguardano cittadini turchi che compiono reati in Italia. I traduttori avrebbero dovuto passare informazioni delicate sulle indagini in corso ai servizi segreti di Ankara, il Mit avrebbe creato una rete per monitorare diverse inchieste delle procure italiane. Una rete scoperta dai nostri 007.

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    Baris Boyun sarebbe scampato a un agguato in Italia e poi avrebbe pianificato un attentato contro il presunto mandante del suo omicidio, il boss di un clan rivale, attivando un gruppo di fuoco che avrebbe dovuto colpire una fabbrica in Turchia. Emerge dall'indagine della Dda di Milano. L'uomo era stata arrestato a Milano lo scorso 21 gennaio: la polizia lo aveva trovato in macchina con la moglie armato di pistola. Dal 2 febbraio era passato agli arresti domiciliari a Crotone, dove la notte del 18 marzo avrebbe subito un attentato con due killer che avrebbero fatto irruzione nel suo palazzo e sparato contro la sua porta d’ingresso.

     

    Il blitz di oggi coinvolge in tutto 19 cittadini turchi (…)

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