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Biagio Simonetta per www.ilsole24ore.com
Lo scandalo Cambridge Analytica ha acceso in modo impietoso i riflettori su Facebook. E per il social network, che in borsa continua a far registrare tonfi importanti, è arrivato il momento di fare i conti con una gestione della privacy complicata. Facebook, del resto, è un impero fondato sui dati degli utenti.
È la miniera più florida di informazioni personali mai esista. Ma il vero punto, in questo particolare momento storico, è un altro: la difficoltà principale, che emerge chiaramente dalle mezze risposte in arrivo da Menlo Park, sta nel dover giustificare procedure che di illegale non hanno niente. E che anzi sono nella maggior parte dei casi autorizzate dagli utenti, spinti dalla superficialità che spesso contraddistingue le operazioni digitali
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L'ultimo capitolo di questa saga esplosa il 18 marzo scorso con la notizia dei dati finiti nelle mani di Cambridge Analytica, è relativa ad alcuni metodi che consentono a Facebook di raccogliere dati anche sulle telefonate e sugli Sms degli utenti iscritti alla piattaforma. La faccenda è emersa grazie ad alcuni utenti che, cancellando il loro account dal social network, hanno scaricato un archivio di tutte le attività svolte su Facebook. E fra queste, un po' a sorpresa alcuni hanno trovato anche le telefonate effettuate dal loro smartphone, con tanto di nomi, numeri di telefono, durata della chiamata e orario. Un particolare che, dato il momento, è diventato in fretta caso internazionale. Con Facebook accusata di questa nuova forma di profilazione che avviene al di fuori della piattaforma.
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Il vero “colpevole”, in questo caso, è l'applicazione Messenger, quella che gli utenti Facebook utilizzano per scambiarsi messaggi, telefonarsi o videochiamarsi. Il tutto è possibile solo fra utenti iscritti alla piattaforma. C'è un “però” enorme, tuttavia. E riguarda i possessori di smartphone Android. L'app di Messenger, una volta installata su un device Android, al primo utilizzo chiede all'utente in modo più o meno esplicito di sincronizzare i suoi contatti in rubrica e di essere impostata come sistema predefinito per la gestione degli Sms.
Tanto che chi acconsente di farlo, non riceverà più i messaggi nell'applicazione classica, ma all'interno di Messenger (lo stesso problema non si configura, invece, per gli utenti Apple, dato che iOS, per quanto concerne la privacy, è strutturato in modo molto più rigido). Il tutto, dunque, nasce da un primo consenso da parte dell'utente. Anche se rimangono tante incognite sulla chiarezza con la quale Facebook espone le cose, e come sia possibile che – Sms a parte – tenga traccia anche delle telefonate.
Come fare a vedere se si è tracciati
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È molto probabile che molti lettori di questo articolo abbiano condiviso i loro contatti con Facebook. Per scoprirlo è necessario accedere all'area contacts disponibile a questo link: https://www.facebook.com/mobile/messenger/contacts/, dove è possibile anche eliminare gli eventuali contatti condivisi con il social network. Se invece si desidera sapere se Facebook ha tenuto traccia delle telefonate, la procedura da seguire è quella del “download delle tue informazioni”, e funziona così: selezionare in alto a destra “Impostazioni” e successivamente cliccare su “Scarica una copia dei tuoi dati di Facebook” che si trova in fondo alle Impostazioni generali dell'account. Da questo file, che raccoglie tutta l'attività di un utente sulla piattaforma, emergeranno anche le eventuali chiamate tracciate.
FACEBOOK REGISTRA DATI SU CHIAMATE E SMS DEGLI SMARTPHONE ANDROID
La replica di Facebook
In un post pubblicato nella newsroom ufficiale, da Menlo Park hanno spiegato che questa tipologia di raccolta dati non è attiva in modo predefinito, ma spetta agli utenti attivarla: «La registrazione della cronologia delle chiamate e degli Sms – è scritto - fa parte di una funzione di attivazione per le persone che utilizzano Messenger o Facebook Lite su Android. Questo ti aiuta a trovare e a rimanere in contatto con le persone a cui tieni e ti offre un'esperienza migliore su Facebook». Nello stesso post vengono condivise le procedure per disattivare questa raccolta e viene precisato che «questa funzione non raccoglie il contenuto delle chiamate o dei messaggi di testo. Le tue informazioni sono archiviate in modo sicuro e non vendiamo queste informazioni a terzi». Un messaggio che, dopo lo scandalo Cambridge Analytica, non soddisfa del tutto.
L AZIONE DI FACEBOOK DOPO CAMBRIDGE ANALYTICA
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