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"Ancelotti ct? E' un momento delicato, sappiamo tutti che non possiamo fare nomi, speriamo che Carlo si metta a disposizione, come si dice a Roma 'magari ci casca'". Lo ha detto il subcommissario della Federcalcio Alessandro Costacurta, intervenuto alla Domenica Sportiva su Raidue. Sul campionato, tornato "vivo" dopo il pari di ieri della Juve e la vittoria di stasera del Napoli, l'ex difensore di Milan e Nazionale aggiunge:"E' un campionato vivo, sembrava finito qualche settimana fa, invece dai risultati delle ultime gare sembra che si sia riaperto". (ha collaborato Italpress)
DI BIAGIO
di biagio
Andrea Elefante per gazzetta.it
Due partite per iniziare a dimenticare la macchia della mancata qualificazione al Mondiale come spiega Lele Oriali, team manager e memoria storica di questa Nazionale: "Purtroppo quella resterà, perché in Russia non ci saremo, anche se faremo bene queste due amichevoli. Però potranno servire almeno a rialzare un po’ la testa. Anche perché in Nazionale non esistono amichevoli. Tanto più se si gioca contro Argentina e Inghilterra".
Due partite per ripartire, giocandosi tutti qualcosa, e lo sottolinea Alessandro Costacurta, vice commissario Figc: "L’impegno di tutti è fare in modo che il calcio italiano arrivi dove merita, e per questo ognuno deve fare un ottimo lavoro. A cominciare da Di Biagio, che è qui per quello che ha già dimostrato". Due partite per non essere solo di passaggio: alla sua prima "vera" (un mese fa si trattava di uno stage) conferenza da c.t., Di Biagio non nasconde ambizioni personali, ma soprattutto esigenze collettive. In gioco non c’è solo il suo futuro, am il domani di tutto il calcio italiano.
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Di Biagio, quanto sarà importante il risultato contro Argentina e Inghilterra?
"Mi soffermerei sull’Argentina, all’Inghilterra penseremo dopo. Il risultato è importante, certo, e a nessuno piace perdere. Ma per il mio modo di pensare è conseguenza di quello che faremo in campo. E dovremo giocare a calcio, possibilmente bene, imporre nostro modo di giocare. Se si giocano bene dieci partite, otto si vincono".
Per le chance di Di Biagio di essere confermato c.t. saranno due partite decisive?
"Questo non è importante: io sono un uomo federale, da otto anni. È una possibilità da sfruttare al massimo, anch’io mi gioco qualcosa, certo, e in cuor mio cercherò di mettere in difficoltà i vertici: ma questa non è una priorità. Oggi abbiamo altri tipo problema: rilanciare la squadra, ridare passione e entusiasmo a tifosi che credo siano anche incuriositi da queste due gare.
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Nonostante la grande delusione di novembre non c’è altra strada che guardare oltre, ripartire in maniera immediata. Il passato non si cambia. Non siamo una nazionale top, ma neanche fra le peggiori. Si può rinascere, ripartire e con un po’ di pazienza ricreare una Nazionale importante. Perché ci sono giovani che stanno crescendo".
Per questo ha chiamato Cutrone e Chiesa?
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"L’ho convocato per le sue prestazioni, perché è con noi dall’Under 15 e dunque sa cosa vogliamo qui a Coverciano e per i gol che ha segnato, che non guastano mai. E poi il suo entusiasmo che spero non lo abbandoni mai perché è il suo punto di forza. Non vedo il pericolo perda questa fame, in questo è un po’ simile a Belotti. Chiesa è pronto per stare qui in maniera definitiva: anche se devono dirlo il campionato, il tempo, le prossime gare e lui, con quello che riuscirà a proporre".
Ha avuto la tentazione di convocare anche qualche giovane in più?
"Non devo farmi dire "Bravo che porti i giovani". Io non posso creare problemi all’Under 21, far venire qui un ragazzo per fargli fare il trentesimo. Chi è qui è perché mi può servire nel contesto delle due gare. Detto questo, i giovani che ho chiamato devono dimostrare di essere pronti, di avere un target per giocare a certi livelli. In Italia si dice "un ragazzo di 24-25 anni", per gli altri si è ragazzi a 17-18 anni. E hanno ragione gli altri".
Qual è il suo concetto di giocare bene a calcio?
di biagio
"Avere coraggio, andare a offendere gli avversari, pressarli alto mantenendo il giusto equilibrio fra fase offensiva e difensiva fatta nello stesso modo. In due parole: non avere paura di affrontare giocatori di così alto livello nella loro metà campo. Dirlo a parole è semplice, cercheremo di farlo. E se non ci riusciremo, avrò le mie responsabilità".
Il perché della mancata convocazione di Balotelli
"Credo di averlo spiegato in modo chiaro anche l’ultima volta: i numeri, dunque i gol, per gli attaccanti sono importanti. Ma vanno conditi da prestazioni fatte in un certo modo. Io ho guardato, ho valutato, ho deciso. Giuste o sbagliate che siano, ho pensato per il mio bene e il bene della squadra che queste siano le scelte migliori".
Balotelli
La sua è una chiusura definitiva?
"Non ci sarà mai una chiusura totale. Ne possiamo parlare per due ore: io continuerò a seguirlo, poi vedremo quello che accadrà nei prossimi mesi".
Hanno influito anche i suoi comportamenti? Ad esempio la sua ultima uscita social sul senatore leghista di colore?
"Mario non ha fatto nulla, questo non c’entra niente. Le mie valutazioni sono state fatte a 360°, ma riguardano il campo".
Buffon ha detto che è qui per senso di responsabilità, per aggregare.
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"Gigi è qui anche per aggregare. Ma è qui per giocare, aiutarmi, dare un valore aggiunto dentro e fuori dal campo. Giocherà una o due partite: lo valuterò. E il fatto che in Italia ci sia una tendenza alla rottamazione non è problema: io faccio quello che sento in base a quello che vedo, non che leggo".
È una Nazionale senza blocchi.
"Ma vedo un gruppo coeso, in maggioranza cresciuto insieme".
Verratti ha detto: “Di Biagio gioca un calcio che mi piace, adatto al mio modo di giocare.
buffon
"Non so cosa intenda: l’ho avuto nell’Under 20, ha visto come vorrei giocare e forse si identifica nel mio tentativo di provare a fare la gara. Ha visto le nostre Under e sa in quel tipo di contesto si può trovare bene. Marco può diventare giocatore molto importante per questa Nazionale: per me può fare di più. È giudicato in maniera severa, ma è perché da lui ci aspettiamo per forza un salto di qualità. Gioca da anni in Champions, e non ce ne sono tanti: tutti abbiamo l’obbligo pensare che può fare di più, perché ne ha la possibilità"
In che ruolo?
"In un centrocampo a tre può fare sia il vertice basso che interno, poi dipende da chi sono gli altri due centrocampisti, e lo stesso discorso può valere ad esempio per Gagliardini. Se giochiamo in un altro modo, può essere uno dei due centrali".
Possibile una coesistenza con Jorginho?
"Certo assolutamente: devo essere io a trovare la combinazione giusta".
Ha già in mente una gerarchia dei portieri?
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"Gigi giocherà, poi ci sono due portieri pronti a rubargli il posto quando invecchierà un pochino. Donnarumma e Perin sono cresciuti, sono diventati uomini: abbiamo un monumento, quando non ci sarà più, loro si giocheranno il suo posto".
Cosa ha detto il campionato in questo ultimo mese?
"Diversi giocatori sono cresciuti fisicamente, mentalmente: penso a Gagliardini, a Candreva. Insigne resta una certezza, Belotti si sta riprendendo. Abbiamo perso dei difensori centrali, l’infortunio di Chiellini non ci voleva, ma mancano anche Romagnoli e Caldara. Troveremo delle soluzioni, non dobbiamo fermarci a questa lacuna e a Costacurta posso chiedere solo scherzando se si è portato gli scarpini...".
Tre squadre italiani nei quarti delle coppe europee: un segnale di risveglio?
"Direi una dato significativo".
Il primo raduno senza Astori: cosa ha sentito nell’aria?
"Manca qualcosa. Davide non l’ho vissuto quanto tanti di loro, ma l’ho conosciuto abbastanza nei passati raduni con gli altri c.t. e mi è bastato. C’è qualcosa di strano, ma cerchiamo di normalizzare, riportare tutto a qualche mese fa, anche se non è semplice. Però è necessario: altrimenti diventa tutto devastante, soprattutto per i più anziani".
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