Testo tratto dal libro di Costantino Della Gherardesca, “Punto - aprire la mente e chiudere con le stronzate” - Rizzoli
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….Il giornalismo, in tutto questo, ha delle responsabilità atroci. Basta aprire un giornale qualsiasi per accorgersi che il 99 per cento degli articoli è scritto con l’unico scopo di farsi belli e attirare attenzione sull’autore del pezzo. L’argomento trattato passa quasi sempre in secondo piano, permettendo a chi scrive di rivelare il suo segreto più inconfessabile: il rancore di chi si sente un entertainer mancato.
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La vanità di queste persone è incontenibile e trova la sua massima espressione in Marco Travaglio, il Gran Visir dello star-system giornalistico tricolore. Un uomo di una vanità esemplare, abilissimo nel cavalcare l’onda populista grillina, la stessa onda che ha delegittimato e spazzato via tutti i suoi colleghi giornalisti, elevando lui e solo lui a ruolo di Bocca della Verità.
Marco Travaglio in copertina su Vanity Fair
Tra le macerie culturali del nostro Paese, oltre all’allarmismo antiscientifico foraggiato dai servizi delle Iene, sono poche le voci capaci di incidere sul pensiero della gente. Il più delle volte sono voci estremamente retrograde e autarchiche, di quelle che sacralizzano il passato e i suoi simboli: ignorano completamente la politica internazionale e reagiscono a ogni novità facendosi scudo col cadavere della Costituzione, un testo così spremuto dai suoi falsi santificatori che non mi sorprenderei se, prima dell’uscita di questo libro, 99 lanciassero una linea di candele aromatiche ispirata ai suoi Principi fondamentali.
scanzi
Tra queste voci della reazione, quelle che per prime mi vengono in mente sono quelle di Beppe Grillo, Andrea Scanzi e, ovviamente, Marco Travaglio. Il successo che riscuotono è per me inspiegabile quanto un mocassino con la suola di gomma. I loro difetti sono così lombrosianamente evidenti che mi chiedo come si possa non notarli. Prendiamo Grillo: la noto solo io quella crema che si spalma sulla bocca? C’è più lip gloss sulle sue labbra che su quelle di tutto il cast di un film di John Waters. È come se la Sora Lella si mettesse le calze a rete e il push-up.
costantino della gherardesca
E Scanzi? Con quel look da vecchio discotecaro morto di figa... Si considera un esperto di musica e un cultore dei Pink Floyd ma, se Roger Waters sapesse di avere un fan del genere, sono certo che disconoscerebbe la propria discografia. Per non parlare di Travaglio e del suo sguardo vitreo, come quello degli aguzzini che adorano assistere alle torture, ma non hanno il coraggio di torturare. La cosa che accomuna queste tre persone, oltre alla famelica brama di consensi, è quel tocco à la Kusturica che permea il loro aspetto esteriore.
GRILLO CON LA LOMBARDI
Sono convinto che in realtà questo terzetto non sia altro che l’avanguardia di un complotto balcanico per colonizzare l’Italia, devastarla e renderla inappetibile a chiunque, in modo. da dirottare tutto il nostro turismo balneare sulle coste dell’Ex-Jugoslavia. Fateci caso: grazie alle sue terribili giacche di pelle (di cui parleremo più avanti), Grillo somiglia in tutto e per tutto a un tassista macedone; Scanzi deturpa il nostro patrimonio paesaggistico con il suo look da playboy slovacco; mentre Travaglio – con quell’aria rapita e austera – mi ricorda un professore albanese omosessuale di Storia dell’Arte.
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Chiaramente non un gay dichiarato, ma una grigia figura asessuata che vive con profondo disagio la sua vera natura. È un personaggio a suo modo affascinante. Tant’è che rispetto ai primi due, più rozzi e approssimativi, il look di Travaglio merita un approfondimento a parte. È così evocativo e denso di sottintesi che, ogni volta che me lo ritrovo davanti, faccio volare la fantasia e cerco di immaginare la storia che si nasconde dietro quella maschera di cera.