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    “NON FATE TROPPI PETTEGOLEZZI” - COSTANZO E LE LEGGENDE METROPOLITANE SU DI LUI: "DISSERO CHE FIORELLO ERA IL MIO AMANTE. E PERFINO CHE MI CONCEDEVO UN MENÀGE A TROIS: IO, MARIA E PAOLA BARALE. FIGURIAMOCI..." – I NEMICI CELENTANO E NANNI MORETTI "CHE SI STUPIVA FOSSI UN SIMBOLO DELLA LOTTA ALLA MAFIA”: “PER IL MOLLEGGIATO MI DISPIACE, PER MORETTI NON ME NE FREGA NIENTE" - "ALDO GRASSO? CON LUI NON HO MAI CHIUSO I CONTI" – L’EPIGRAFE DA FAR METTERE SULLA TOMBA? “E' LA FRASE VERGATA DA CESARE PAVESE, PRIMA DEL PASSO ESTREMO…”


     
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    Estratto dell’articolo di Paolo Scotti per il Giornale pubblicato da Dagospia il 27 lug 2018

     

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    maurizio costanzo da giovane maurizio costanzo da giovane

    Maurizio Costanzo ha sempre sognato di fare il giornalista?

    «O il batterista. Suonare la batteria mi piaceva molto. Ma non ho mai dubitato su quale sarebbe stata la mia strada. Da ragazzino mia madre mi beccò con un porta-sapone girato a mo' di microfono, mentre declamavo una commedia di Goldoni. Poveretta: m' avrà preso per matto. Alla maturità mi rimandarono perché il tema era scritto in modo troppo giornalistico. Beh: non potevano farmi complimento migliore».

     

     

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    Tanto successo, tanti applausi ma anche tanti nemici.

    «I nemici bisogna conservarseli per la vecchiaia, mi disse Enzo Biagi. Basilare. Il giorno che non ne avessi più sarebbe la fine. Così li ho conservati quasi tutti. Non ho più rapporti con Adriano Celentano, che si offese quando definii qualunquista una delle sue uscite, né con Nanni Moretti, che si stupiva fossi un simbolo della lotta alla mafia.

     

    maurizio costanzo maria de filippi maurizio costanzo maria de filippi

    Per il Molleggiato mi dispiace; per Moretti non me ne frega niente. Col critico tv Aldo Grasso non ho mai chiuso i miei conti. Ne mai lo farò: se ne faccia una ragione. Anche con Pippo Baudo per anni ci siamo stati cordialmente sulle scatole. Ma la vecchiaia aggiusta tutto. Anzi, oggi vorremmo fare insieme un programma: I videosauri. Io e lui su un divano, a commentare la tv di oggi».

     

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    Nella sua carriera tutto è macroscopico. Anche le leggende metropolitane che la riguardano.

    costanzo fiorello costanzo fiorello

    «Due in particolare sono memorabili. Quando Buona domenica era al top del successo dissero che Fiorello era il mio amante. E perfino che mi concedevo un menàge a trois: io, Maria e Paola Barale. Figuriamoci».

     

     

     

    Per i politici lei ha sempre manifestato nei suoi programmi una malcelata intolleranza.

    «Che provo tuttora. Restano lontani dalla vita vera della gente. A Massimo D' Alema consigliai di salire le scale d' un condominio, di quelli dove senti la puzza dei broccoli. Non so se l' ha fatto. Ammirai invece Giancarlo Pajetta, che alla mia domanda-tormentone Cosa c' è dietro l' angolo? rispose: Un altro angolo. Berlusconi, le prime volte che veniva da me, si portava uno che controllava luci e posizioni delle telecamere. Poi ha smesso. Gli dissi: Non voterò mai per te. Non me ne ha mai voluto. Ci siamo sentiti proprio ieri, per augurarci buone vacanze».

     

     

     

    È vero che ha già deciso quale epigrafe far mettere sulla sua tomba?

    «Sì. E' la frase vergata da Cesare Pavese, prima del passo estremo: Non fate troppi pettegolezzi».

     

    costanzo de filippi barale costanzo de filippi barale fiorello costanzo fiorello costanzo fiorello costanzo fiorello costanzo

     

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