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    CREDIT SUISSE SULL’ORLO DEL CRAC – NONOSTANTE IL SALVATAGGIO DA PARTE DELLA RIVALE UBS, LA BANCA SVIZZERA CONTINUA AD ASSISTERE IMPOTENTE ALLA FUGA DI CORRENTISTI E INVESTITORI: DALLE SUE CASSE SONO USCITI QUASI 130 MILIARDI DI FRANCHI SVIZZERI, A CUI VANNO AGGIUNTE ALTRE DECINE DI MILIARDI DI ASSET IN FUMO – A CONTI FATTI, L’ISTITUTO HA VISTO VOLATILIZZARSI UNA CIFRA SUPERIORE AL PIL DELL’ALGERIA IN UN SEMESTRE – L’AD DI UBS, SERGIO ERMOTTI, OSTENTA OTTIMISMO, MA LA SITUAZIONE È GRAVE…


     
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    1. UBS, COMBINAZIONE CON CREDIT SUISSE PER CREARE VALORE

    (ANSA) - Ubs concluderà l'acquisizione di Credit Suisse "probabilmente nel secondo trimestre dell'anno e questo rafforzerà il portafoglio clienti", Lo spiega Ubs nella presentazione dei risultati finanziari del primo trimestre. Pur riconoscendo l'entità e la complessità dell'integrazione e della ristrutturazione di Credit Suisse, "riteniamo che questa combinazione rappresenti un'opportunità unica per apportare un valore significativo e a lungo termine a tutti i nostri stakeholder", conclude la nota.

     

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    "Prevediamo - spiega il gruppo Ubs - che la combinazione con Credit Suisse rafforzerà la nostra posizione di gestore patrimoniale leader e realmente globale, con circa 5 trilioni di dollari di patrimonio investito". "Prevediamo - conclude la banca - inoltre di rafforzare la nostra posizione di banca universale leader in Svizzera, e di potenziare le nostre capacità complementari di investment banking e di gestione patrimoniale, aggiungendo al contempo una scala strategica nei mercati in crescita più interessanti".

     

    2. UBS,NUOVI ASSET PER 7 MILIARDI DOPO L'ANNUNCIO SU CREDIT SUISSE

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    (ANSA) - Ubs nel primo trimestre dell'anno ha ottenuto 28 miliardi di dollari di nuovi capitali netti nel wealth management, di cui 7 miliardi di dollari negli ultimi dieci giorni di marzo, dopo l'annuncio dell'acquisizione di Credit Suisse. Il gruppo ha anche registrato 20 miliardi di dollari di nuove attività nette generatrici di commissioni. I risultati sono stati ottenuti in un trimestre "caratterizzato da persistenti preoccupazioni sui tassi d'interesse e sulla crescita economica, esacerbate da interrogativi sul futuro dell'economia e da interrogativi sulla stabilità del sistema bancario, soprattutto negli Stati Uniti", spiega la banca in una nota.

     

    3. ERMOTTI, 'UBS HA SOSPESO RIACQUISTO DI AZIONI MA NON ANNULLATO'

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    (ANSA) - "Abbiamo ribadito la nostra intenzione di avere un aumento progressivo del dividendo in contanti ogni anno e abbiamo sicuramente intenzione di riprendere i riacquisti di azioni proprie quando sarà opportuno". Lo ha detto l'amministratore delegato di Ubs, Sergio Ermotti, nel corso di una intervista a Bloomberg Tv. Il manager ha evidenziato che i "piani di riacquisto di azioni sono temporaneamente sospesi e non annullati perchè Ubs si trova alle prese con l'enorme integrazioni di Credit Suisse". E' ancora troppo presto per "dire quando riprenderanno i riacquisti perchè serve maggiore visibilità sui numeri e sui piani relativi all'operazione".

     

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    4. ERMOTTI,'CON CREDIT SUISSE NON C'È BISOGNO DI LICENZIAMENTI'

    (ANSA) – L'amministratore delegato di Ubs, Sergio Ermotti, incontrando gli analisti finanziari dopo i risultati del primo trimestre, ha evidenziato che con l'operazione Credit Suisse "non c'è bisogno di licenziamenti immediati". Il manager, secondo quanto riporta Bloomberg, non si aspetta "ostacoli normativi per l'accordo con Credit Suisse. E non ci sarebbe nessun problema reale sulla quota di mercato in Svizzera".

     

    5. Clientela in fuga dal Credit Suisse

    Estratto dell’articolo di Rodolfo Parietti per “il Giornale”

    ralph hamers colm kelleher sergio ermotti ralph hamers colm kelleher sergio ermotti

     

    Non ci sono più le «mani decenti di gente d'affari» cantate da Gaber, ma quelle assai maldestre di chi per anni ha retto il timone di Credit Suisse. Nonostante gli sforzi profusi negli ultimi due anni dal presidente Axel Lehmann e dal ceo Ulrich Koerner, la vita spericolata pregressa, scandita da scandali finanziati assortiti e dalla fallimentare gestione del rischio, ha portato la banca a un passo dal binario morto e alla fuga in massa della clientela.

     

    Altre mani, ansiose di recuperare in fretta il proprio denaro. In altri tempi si sarebbero viste code chilometriche davanti agli sportelli del Credit: oggi basta invece un clic da computer, e il rapporto di fiducia si trancia in un istante. E questo adieu digitale e collettivo è stato pronunciato chissà quante volte, tra gennaio e marzo di quest'anno, quando la sorte dell'istituto zurighese sembrava ormai segnata.

     

    UBS CREDIT SUISSE UBS CREDIT SUISSE

    Così, le stime più o meno «spannometriche» circolate nelle settimane drammatiche che avevano preceduto l'unione coatta con Ubs trovano ora riscontro nella trimestrale della banca, dove nero su bianco si dà conto dei quasi 130 miliardi di franchi svizzeri che hanno preso il volo dai forzieri CS nel corso del primo trimestre 2023.

     

    Una crisi di fiducia generalizzata, tale da indicare l'uscita di emergenza sia agli investitori (ritirati oltre 61 miliardi, il 5% del totale), sia ai correntisti (deflussi di depositi per 67 miliardi); cifre che devono inoltre essere sommate ai 110 miliardi di asset netti e ai 138 miliardi di c/c migrati dai caveau della banca nel quarto trimestre del 2022. A conti fatti, il Credit ha visto volatilizzarsi una cifra superiore al Pil dell'Algeria in appena un semestre. E la grande fuga non è ancora finita: la tendenza, seppure attenuata, ad oggi «non si è ancora invertita» ammette il management del Credit.

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    A molti, quindi, l'unione con i rivali della porta accanto di Ubs non pare ancora sufficientemente rassicurante. […]

     

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