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    CREMLINO A PEZZI - LE BOMBE DI PUTIN INIZIANO A CREARE INSOFFERENZA NELL’ELITE RUSSA: LA FUGA IN TURCHIA DELL’INVIATO PER IL CLIMA, ANATOLY CHUBAIS, È UNO DEI MOLTI SEGNALI CHE LA CLASSE DIRIGENTE DI MOSCA VUOLE ABBANDONARE “MAD VLAD”. CHUBAIS, EX DELFINO DI ELTSIN, FU IL PADRE DELLE GRANDI PRIVATIZZAZIONI DEGLI ANNI NOVANTA - LA CAPA DELLA BANCA CENTRALE NABIULLINA, ORMAI, È IN APERTO DISSENSO CON IL PRESIDENTE RUSSO E VUOLE DIMETTERSI (MA PUTIN VUOLE RICONFERMARLA) - IL MALESSERE SERPEGGIA TRA GLI UFFICIALI DELL’FSB (L’EREDE DEL KGB)


     
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    1 - MOSCA BANCA CENTRALE E DIPLOMAZIA DUE CREPE NEL MURO DI PUTIN

    Estratto dell’articolo di Francesca Sforza per “La Stampa”

     

    Chi si aspettava che fossero gli oligarchi, o i politici della cerchia più stretta, a lanciare per primi segnali di insofferenza e ribellione a Vladimir Putin ieri ha dovuto spostare lo sguardo in un'altra direzione, verso coloro che hanno a cuore, perché ne conoscono i meccanismi, il destino dell'economia russa.

     

    boris eltsin anatoly chubais boris eltsin anatoly chubais

    L'inviato per il clima di Mosca Anatoly Chubays, l'architetto delle riforme economiche del periodo post-sovietico e uomo forte di Boris Eltsin, ha rassegnato le sue dimissioni e ha lasciato la Russia, dicendosi apertamente contrario alla guerra contro l'Ucraina.

     

    È il primo funzionario di rango a lanciare un segnale di inequivocabile presa di distanza dal Cremlino, e anche se il suo peso specifico interno non era ormai più ai livelli del passato, il valore simbolico del suo gesto non è sfuggito all'opinione pubblica russa, anche a quella più martellata dalla propaganda.

     

    elvira nabiullina. elvira nabiullina.

    Se Chubays se ne è andato, il governatore della banca centrale russa Elvira Nabiullina ha fatto trapelare - attraverso fonti bene informate che ne hanno parlato con Bloomberg - tutto il suo dissenso. Oggi scade il termine per la presentazione delle nomine del prossime governatore della Banca centrale russa, e Putin ha scelto di riconfermarla al suo posto, malgrado tutto il mondo abbia visto la sua espressione di gelo e sconcerto durante il discorso presidenziale in cui veniva annunciata l'invasione all'Ucraina e la capacità della Russia di fronteggiare la scarica di sanzioni occidentali.

     

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    Nabiullina, secondo la maggior parte degli analisti, sarà costretta a rimanere: troppo forte è il suo legame con il presidente Putin, troppo pesante sarebbe la condanna che l'attenderebbe nel caso decidesse di passare dalla parte dei «traditori», come il Cremlino ha definito «quelli che fuggono dal loro Paese nel momento della difficoltà». Ma il caso di Nabiullina non è paragonabile a quello di chi se ne va perché troppo affezionato allo champagne, alle vacanze stellate e ai marchi di lusso - sempre per usare le parole di Putin.

    carro armato russo carro armato russo

     

    (...) Quando prese in mano l'economia russa, subito dopo l'annessione della Crimea nel 2014 e con tutto il carico di sanzioni che le sono seguite, nessuno pensava che il governatore della banca centrale russa Elvira Nabiullina ce l'avrebbe fatta. E invece nel 2015 fu nominata "banchiere dell'anno" da Euromoney, e Christine Lagarde, capo della banca Centrale Europea, come lei amante dell'opera, la definì «un grande direttore d'orchestra».

     

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    Soltanto 30 mesi dopo l'annessione della Crimea, infatti, la Russia era tornata sui mercati obbligazionari internazionali. Questa volta però l'impresa deve essere apparsa disperata anche a lei. Putin ha detto a più riprese di essere fiducioso che la Russia supererà le attuali difficoltà economiche e ne uscirà più indipendente, ma gli indicatori economici dicono tutt' altro: si tratta di affrontare un'economia in tempo di guerra, con il Paese isolato e disperatamente bisognoso di investimenti.

     

    Con il crollo del rublo la banca centrale ha più che raddoppiato i tassi di interesse e ha imposto controlli sui capitali per frenare l'emorragia di denaro contante, ma ha dovuto rinunciare a ulteriori interventi difensivi nei confronti del rublo dopo che le sanzioni hanno congelato più della metà dei 643 miliardi di dollari di riserve.

     

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    (...) Qualcuno ha notato che dal discorso di Putin in poi, Nabiullina si è sempre vestito di nero, «in segno di lutto e di protesta». Ma al momento sembra difficile che al dress code seguano gesti più politici. A meno che Nabiullina non voglia ritrovarsi come Alexey Ulyukayev, uno dei suoi vice fino al 2013, che per essersi opposto a una decisione del Cremlino si trova oggi a scontare otto anni in una colonia penale in provincia di Tver. -

     

    2 - IL CREMLINO INIZIA A PERDERE PEZZI FUGGE L'UOMO CHE CREÒ GLI OLIGARCHI

    Estratto dell'articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

     

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    Era sopravvissuto al crollo dell'Urss e al passaggio di testimone da Eltsin a Putin, restando sempre lì, nel cerchio magico di chi tira le fila e comanda, ma davanti all'offensiva russa in Ucraina ha deciso di farsi da parte da solo.

     

    Anatoly Chubais, ex delfino di Boris Eltsin, padre delle grandi privatizzazioni degli anni Novanta, ha rassegnato le dimissioni come inviato per il clima di Vladimir Putin ed è andato via dalla Russia. Sarebbe già a Istanbul, in Turchia, dove hanno trovato rifugio migliaia di russi fuggiti dal Paese dall'inizio del conflitto.

     

    (…)  Si tratta della defezione più alta dall'inizio dell'offensiva un mese fa che potrebbe innescare un effetto a catena ai vertici dello Stato. Del resto il dissenso serpeggia da settimane nei corridoi del potere.

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    Ieri fonti ben informate avrebbero confermato a Bloomberg che anche la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina avrebbe provato a dimettersi, come anticipato da Repubblica. (…)

     

    Stando a Bloomberg, prima a dare notizia dell'addio, Chubais si sarebbe licenziato in disaccordo con quella che il Cremlino chiama "operazione militare speciale".

     

    Economista dell'Università di Leningrado, oggi San Pietroburgo, ex leader del partito liberale, Chubais, 66 anni, è stato vicepremier e capo dell'amministrazione presidenziale sotto Eltsin. Si devono a lui le grandi e dolorose riforme degli anni Novanta. Una privatizzazione selvaggia in uno schema di prestiti per azioni che svendette a buon mercato risorse industriali e minerarie statali di enorme valore a una sparuta cricca di oligarchi. La "rapina del secolo", venne chiamata. Tanto che ancora oggi tra i russi si usa dire: «È tutta colpa di Chubais».

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    Il nostro "governo ladro". Quand'era capo dello staff di Eltsin nel 1996, fu lui a dare il primo lavoro al Cremlino all'allora sconosciuto Vladimir Putin. Che, una volta arrivato al potere, lo ha prima nominato alla guida della rete elettrica statale Rao Ues, poi di Rusnano, l'agenzia statale per la ricerca sulle nanotecnologie, e infine nel 2020 suo inviato speciale per lo sviluppo sostenibile.

     

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    (...) In un segnale premonitore, poco dopo il lancio dell'offensiva, Chubais aveva commemorato il settimo anniversario dell'uccisione a due passi del Cremlino dell'ex vice premier diventato oppositore Boris Nemtsov, assassinato a due passi dal Cremlino, pubblicandone una foto sui social.

     

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    Nel 2014, protestando contro l'annessione russa della penisola ucraina di Crimea, Nemtsov aveva detto che Putin era «molto malato di mente» e aveva usato il conflitto con l'Ucraina «per tornare ad aprire dittature, campi di concentramento e prigionieri politici». Domenica scorsa, infine, Chubais aveva pubblicato su Facebook la foto del riformatore economico liberale Egor Gaidar e il commento: «Capiva i rischi strategici meglio di me e io mi sbagliavo».  (…)

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