Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Yaroslav Hrytsak
«Ero e resto scettico sugli esiti della conferenza in Svizzera. I tempi non sono maturi per avviare un concreto negoziato di pace con la Russia, credo che ancora adesso sia la guerra a dominare i rapporti di forza», ci risponde per telefono da Leopoli lo storico Yaroslav Hrytsak, uno dei più attenti commentatori ucraini.
E la mossa di Zelensky volta a creare un vasto fronte di Paesi alleati per costringere Putin a trattare sulla base di un piano di pace condiviso?
«Cambia di poco la situazione. […] non vedo per quale ragione oggi Putin dovrebbe essere motivato a negoziare più di prima».
putin zelensky macron
[…] sarà inutile anche la seconda conferenza prevista da Zelensky entro l’estate, dove dovrebbero venire invitati anche i russi?
«Putin ha già formulato la sua controproposta, che per noi è totalmente inaccettabile: sarebbe la nostra resa totale. […]».
Ma non potrebbe costituire il punto di partenza su cui poi trattare?
«Non in questo momento. Occorre che sui campi di battaglia cambino i rapporti di forza. Putin crede tuttora di stare vincendo, s’illude. Ma il vero negoziato potrà iniziare solo quando i nostri soldati avranno nettamente la meglio e questo dipende dal sostegno militare occidentale».
Yaroslav Hrytsak
Difficile però che ciò avvenga. Come lei sa bene, c’è una grande fatica che deprime il morale ucraino: la qualità dei soldati volontari della prima ora pareva molto migliore di quella di coloro che ora vengono costretti alla leva coi reclutamenti forzati…
«Non ho dubbi in proposito. Però la qualità dei soldati russi non è affatto migliore, tutt’altro! Ciò per sottolineare che il conflitto può ancora proseguire a lungo. Nel frattempo, cresce in modo significativo la percentuale degli ucraini che è favorevole al negoziato per trovare un compromesso territoriale pur di porre fine alla carneficina. Erano una piccola minoranza, ora sono la maggioranza. Ma quasi nessuno è disponibile alla resa incondizionata o ad affidarsi a negoziatori che operano sulla base di premesse ambigue: siamo impantanati in un’area grigia, manca chiarezza».
volodymyr zelensky
E il fantasma della possibile elezione di Trump, che ovviamente alimenta le aspettative di Putin?
« […] questo è il fattore cruciale […] assieme alla situazione militare sui nostri fronti pesa sul futuro del negoziato».
Dunque, i veri colloqui tra Kiev e Mosca potranno sbloccarsi solo dopo il voto americano?
«[…] Non escludo affatto che i nostri soldati possano ottenere importanti vittorie già nelle prossime settimane. […] Siamo riusciti a bloccare l’attacco russo nel settore di Kharkiv. Ma adesso vediamo che i russi premono nel Donbass. […] Va aggiunto che Putin non può vincere, però resta il problema che l’Occidente manca di una strategia condivisa per batterlo».
PUTIN ZELENSKY