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“Scuole calcio sì e calcetto tra gli amici no? Faccio fatica anche io a cogliere il razionale di questo particolare, però evidentemente ci sono delle ragioni che ci sfuggono”. Così Andrea Crisanti ha commentato una delle principali misure anti coronavirus prevista dal Dpcm firmato stanotte da Giuseppe Conte.
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A L’aria che tira - la trasmissione condotta da Myrta Merlino su La7 - il virologo dell’Università di Padova è rimasto sorpreso dall’assenza di valutazioni sull’impatto della riapertura delle scuole: “Le decisioni devono essere prese sulla base di osservazione. Se ci basiamo solo sui bambini sintomatici, sottostimiamo notevolmente. Nella fascia fino a 10 anni gli asintomatici sono il 95 per cento. Bisognerebbe fare un campionamento di massa su varie classi di alunni per capire se il virus si trasmette in questa comunità. A quel punto capiremmo se le misure adottate per la scuola sono adeguate”.
Proprio sulla scuola è in corso un dibattito tra il governo e le Regioni, con quest’ultime che vorrebbero imporre la didattica a distanza per gli alunni delle superiori in modo da porre un freno agli assembramenti sui mezzi pubblici negli orari scolastici. La ministra Lucia Azzolina non vuole neanche sentirne parlare, ma il premier Conte ci sta riflettendo con attenzione.
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Per quanto riguarda il Dpcm nel suo complesso, Crisanti si è dichiarato attendista: “Per vedere gli effetti di queste misure dovranno passare almeno 2-3 settimane. Immagino che tra due settimane avremo un numero di casi più elevato rispetto ad ora. Francia, Spagna e Inghilterra hanno curve parallele, vale a dire hanno la stessa dinamica. Se l’Italia prende la stessa inclinazione, si potrà capire dove saremo tra due settimane”.
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