Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”
CRISTANTE
L' autogol non ha intralciato la marcia trionfale della Roma a Bologna, però ha avuto un effetto collaterale in vista della partita di giovedì sera contro il Torino: Cristante è stato squalificato per una giornata dal Giudice Sportivo per «aver pronunciato un' espressione blasfema, individuabile e udibile senza margini di ragionevole dubbio, al 23' del primo tempo». In estrema sintesi: una bestemmia subito dopo aver mandato il pallone nella propria porta con un intervento maldestro.
CRISTANTE
La squalifica non è appellabile, essendo di una sola giornata, e la Roma non può parlare di scambio di persona. La decisione è arrivata attraverso la prova televisiva che, secondo il Giudice Sportivo, «è di piena garanzia tecnica e documentale». Fonseca dovrà fare a meno di Cristante ma anche di Kumbulla, che è uscito per un problema muscolare nel secondo tempo. Oggi gli esami medici per l' albanese: si spera che non abbia già chiuso il suo 2020. Insieme a Ibanez ci sarà di sicuro Smalling, che contro Cska Sofia e Bologna ha messo un po' di minuti nelle gambe, e lo staff medico giallorosso cercherà di recuperare anche Mancini. Altrimenti toccherà a uno tra Juan Jesus (favorito) o Fazio.
GIANNI PETRUCCI
Dopo essere stato un reato, dal 1999 bestemmiare in pubblico in Italia è un illecito amministrativo, come da articolo 724 del Codice penale (se condannati, la sanzione va da 51 a 309 euro). Bestemmiare in campo porta invece alla squalifica. Dalla stagione 2009-2010 è entrata in vigore una normativa specifica, fortemente voluta dall' allora Commissario straordinario della Federcalcio, Gianni Petrucci.
bryan cristante
Come ricorda «Ultimo Uomo» il primo a pagare, appena una settimana dopo, fu Silvio Baldini, allenatore dell' Empoli. Gli allenatori, che erano più «a rischio di intercettazione», così come i portieri, chiesero di spegnere i microfoni vicino alle panchine e alle porte. Azeglio Vicini, presidente dell' Aia, fece un esposto al garante della privacy, ma senza successo. Gli stadi senza pubblico e perciò silenziosi, più la proliferazione dei microfoni delle televisioni («Immergiamoci», dice Fabio Caressa di Sky), hanno un ruolo importante nella maggior facilità di scoprire un bestemmiatore, ma non possono essere usati come attenuanti. La norma, da molti contestata a prescindere, visto che l' Italia non è uno Stato confessionale, è una delle meno sopportate dai tifosi.
C' è chi sospetta che per qualcuno le orecchie siano aperte e per altri chiuse, chi vede un complotto in ogni caso, chi chiede se ci sia parità di trattamento in caso di blasfemia verso altre religioni. E in passato c' è chi si è rivolto ai logopedisti per dimostrare che la «di» in realtà era una «zeta»
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