Costanza Cavalli per “Libero Quotidiano”
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Il club di #MeToo ha arruolato anche Gesù Cristo. Il Figlio è stato raggiunto dalla leva obbligatoria involontaria delle femministe post Weinstein, per mano di due teologi anglosassoni: Katie Edwards, docente all' Università di Sheffield dove insegna "Bibbia nella cultura e nella società contemporanea", e David Tombs, professore neozelandese di teologia.
I due hanno scritto un saggio a quattro mani per The Conversation, un sito di discussione accademica, in cui sostengono che quando Gesù venne spogliato prima della crocifissione fu vittima di un atto di violenza sessuale e abuso. E che anche le "ferite penetranti" che gli furono inflitte sono un elemento di simbolismo sessuale.
«Durante la Quaresima», scrivono, «è bene ricordare la spogliazione di Gesù e riconoscerla come una potente manifestazione di umiliazione e violenza di genere a sfondo erotico». Gli artisti, continuano i due, spesso raffigurano Gesù in croce coperto da un perizoma ma «la realtà storica sarebbe diversa». Riconoscere Gesù come vittima di abusi potrebbe fare «un' enorme differenza sul modo in cui la Chiesa si impegna verso movimenti come #MeToo», concludono.
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Ma questo è solo l' ultimo episodio dell' isteria collettiva che trova maniaci ovunque. TripAdvisor, a novembre, ha annunciato che avrebbe contrassegnato con un bollino gli hotel nei quali è stata denunciata una violenza, indipendentemente dalle responsabilità degli albergatori. Un caso esemplare di violenza al contrario, è il Shitty Media Men, un file compilato nell' ottobre 2017 da una donna, Moira Donegan, e reso pubblico in forma anonima sul web: conteneva una lista di 73 uomini che lavorano nel giornalismo e nell' editoria.
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Di questi si sussurrava che avessero tenuto comportamenti impropri, dall' ammiccamento allo stupro. Il file è stato rimosso, ma è riuscito a diventare virale e molti dei presunti molestatori sono stati messi sotto inchiesta o licenziati. Non è da meno Mazie Hirono, senatrice democratica hawaiana: a ogni senatore che comparirà davanti alla Commissione Giustizia del Senato, qualsiasi sia l' accusa, farà due domande, "Da quando sei diventato adulto, hai mai fatto richieste sessuali indesiderate?" e "Sei mai stato d' accordo con questo tipo di condotta?".
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Mentre la pubblicità si è già mostrata sensibile a questi argomenti (Adidas indossate da modelle con gambe pelose) e le serie tv propongono nuovi modelli di femminilità (Jessica Jones è una supereroina alcolizzata, volgare e mangiauomini), letteratura e arte subiscono l' onta dei tempi: "Lolita" di Nabokov è continuamente bersagliata e gli scrittori classici, Shakespeare incluso, sono tacciati di misoginia. Alla Manchester Art Gallery il dipinto "Hylas and the Nymphes" del preraffaellita Waterhouse è stato rimosso perché le ninfe rappresentano «una fantasia erotica inadatta e offensiva».
Ha rischiato di fare la stessa fine "Therese" di Balthus al Met; riproduzioni dei nudi di Schiele nella metro di Londra sono stati censurati. Tutti colleghi di Groucho Marx, che non vorrebbero mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci gente come loro.