1. ROMA, IL PROF ARRESTATO PER VIOLENZA AL LICEO MASSIMO: «TUTTO VERO, ERO INNAMORATO»
Michela Allegri per www.ilmessaggero.it
Di fronte al gip crolla e ammette le contestazioni: «È tutto vero quello che è successo, ma io ero innamorato di lei. Una cosa del genere non mi era mai successa in 25 anni di insegnamento. È stato un rapporto consenziente». Così il professore Massimo De Angelis, arrestato a Roma per violenza sessuale ai danni di una sua alunna di 15 anni, si è difeso davanti al giudice nel corso dell'interrogatorio di garanzia. Oggi il magistrato deciderà se deve restare in carcere o se concedergli una misura cautelare alternativa.
massimo de angelis
De Angelis ha chiesto scusa a tutti e si è detto pronto a dimettersi: «Chiedo scusa a tutti, a cominciare dai genitori della ragazza. Ho tradito me stesso, gli studenti, i miei colleghi e l'istituto», ha detto L'indagato, difeso dall'avvocato Fabio Lattanzi, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, dopo avere passato due notti nel carcere di Regina Coeli. Di fronte al giudice ammette le contestazioni e ripercorre alcune tappe della vicenda. «Ho cercato tante volte di smettere, di non cercarla, ma ogni volta ci ricadevo. Mi sono ritrovato immerso in questo gioco affascinante da cui non riuscivo a uscire». «È prostrato, per questa vicenda ha già tentato il suicidio», ha detto il legale Lattanzi.
La relazione con la ragazzina, quindicenne, è iniziata lo scorso settembre. La minore ha raccontato agli inquirenti che i primi approcci del docente risalgono a luglio, quando De Angelis ha cominciato a inviarle messaggi e fotografie che lo ritraevano nudo. Dopo un'iniziale ritrosia, lei gli ha risposto.
massimo de angelis
Quattro mesi fa, durante delle ripetizioni pomeridiane di latino, i due hanno intrapreso quella che, a dire dell'adolescente, era una relazione sentimentale, consumata nelle aule dell'istituto Massimo. Sono stati i genitori della quindicenne, sollecitati da altri docenti, a sporgere denuncia. Controllando il cellulare della figlia, nella notte tra il 18 e il 19 dicembre, hanno trovato un sms dell'insegnante. Un messaggio, per il gip, dal tenore "inequivoco".
2. LE LACRIME DEL DOCENTE IN CARCERE
Michela Allegri per ‘il Messaggero’
La prima notte in carcere, la disperazione che prende il sopravvento, la vergogna e la paura che pesano come un macigno sul petto. «Temo per la mia vita, qui dentro me la faranno pagare», continua a dire Massimo De Angelis, il professore dell'istituto Massimo di Roma arrestato due giorni fa per atti sessuali con una studentessa quindicenne. «Non posso andare avanti così - si sfoga da Regina Coeli - Ho provato a uccidermi due volte prima di entrare qui. Lei mi aveva telefonato, mi aveva detto che i genitori avevano trovato i messaggi, che aveva raccontato che avevamo una storia e sarebbe scoppiato l'inferno».
È la notte tra il 18 e il 19 dicembre quando la madre e il padre di Barbara - il nome è di fantasia - controllano il cellulare della ragazzina, mentre lei sta dormendo. La chat su whatsapp con il professore è stata cancellata, ma in quel momento De Angelis manda un sms: «Notte amo, scusa», scrive. I genitori svegliano la figlia, chiedono spiegazioni. Lei nega, poi crolla. Tra pianti disperati, ripercorre la storia partendo dal luglio 2017, quando l'insegnante inizia a inviarle messaggi e foto che lo ritraggono nudo. Dice che da settembre, quando ha cominciato a prendere ripetizioni di latino a scuola nel pomeriggio, lei e il professore hanno una relazione.
LA TELEFONATA
massimo de angelis
«Mi ha telefonato e me l'ha detto. Ho perso la ragione, ho provato a uccidermi. La prima volta con delle medicine. La seconda volta con il gas di scarico della macchina, mi sono addormentato e il motore si è spento. Mi ha salvato la mia compagna», racconta il professore dalla prigione.
Anche quando il suo avvocato Fabio Lattanzi gli chiede dettagli per rispondere al gip in vista dell'interrogatorio di garanzia previsto questa mattina, De Angelis piange, è in panico, «non so cosa sia successo - ripete - non ho mai mandato messaggi a nessun'altra ragazzina». Vive nell'angoscia che in prigione possano punirlo, perché reati di questo tipo difficilmente vengono perdonati. Ha paura del compagno di cella: «Vorrei andare in infermeria, da qui non uscirò vivo, ho paura che me la faccia pagare». Ieri ha avuto un colloquio con la psicologa del carcere, «non ho detto che ho tentato il suicidio, mi vergognavo».
A inchiodare De Angelis, 53 anni, i messaggi sul cellulare della quindicenne e i racconti della ragazzina, sentita in audizione protetta dal pm Stefano Pizza. È il 2 gennaio, Barbara racconta di quegli approcci iniziati in luglio, quando l'insegnante le manda sms e foto. Dopo un'iniziale ritrosia, lei risponde. Prof e alunna si scambiano video, messaggi audio erotici. Si telefonano in continuazione. In settembre pianificano «fittizie lezioni di latino per incontrarsi», scrive il gip nell'ordinanza.
massimo de angelis
L'inchiesta scatta il 23 dicembre, con la querela dei genitori. Barbara è disperata, teme conseguenze giudiziarie per De Angelis, si autoaccusa. Gli inquirenti sequestrano il suo cellulare. Nella chat, accanto al nome del docente, c'è un cuore. Le conversazioni sono state cancellate. Era stato lui a chiederlo, sottolinea il giudice, «le aveva detto di serbare il più rigoroso silenzio».
Gli investigatori recuperano alcuni messaggi «inequivoci». Scambi che ora De Angelis non riesce a ricostruire: «Non so cosa sia successo», continua a dire. Il gip usa toni pesanti. Il fatto che la ragazzina dichiari di provare affetto per il professore è un'aggravante: l'indagato «approfittando del suo ruolo, mostrando un atteggiamento premuroso, induceva la ragazzina ad acconsentire agli incontri sessuali». Incontri che avvenivano «con notevole frequenza (due o tre volte alla settimana) e per un lungo periodo (tre mesi)», tra i banchi di scuola.
3. «AMORE NON ESSERE TROPPO GELOSA» I MESSAGGI DEL PROF ALLA SUA ALLIEVA
Fulvio Fiano e Ilaria Sacchettoni per il Corriere della Sera
Sesso ma anche premure: «'Notte amo' scusa». Oppure: «Non essere gelosa dai, lo sai che io amo la figlia e non la madre». Sono decine i messaggini che Massimo De Angelis, 53 anni, insegnante di teatro e latino al liceo Massimo arrestato per violenza sessuale, inviava a Livia (nome di fantasia) la quindicenne che, dopo sei mesi di approcci, ha presentato una denuncia nei suoi confronti. Sia le provocazioni che il conforto, secondo i pm, erano destinati a «plasmare» la volontà della ragazza.
Il docente sarebbe un seduttore seriale e il rischio è che possa colpire ancora.
ISTITUTO MASSIMILIANO MASSIMO
«L' uomo - sottolinea la gip Annalisa Marzano - è un insegnante titolare che per lavoro è a contatto con altri soggetti minorenni per i quali ha mostrato di avere una preoccupante e pericolosa inclinazione sessuale, sfruttando la sua esperienza e il ruolo per abusarne». De Angelis, che una volta scoperto avrebbe ingerito dei farmaci, sarebbe ancora pericoloso: «Le modalità di avvicinamento, di seduzione e induzione - si legge nell' ordinanza- nonché le precauzioni prese affinché non venissero scoperti gli atti sessuali, sono certamente indici di una spiccata pericolosità».
Livia lo subiva (e lo subisce) ancora al punto da manifestare «genuine preoccupazioni per le conseguenze giudiziarie che si sarebbero abbattute sul professore autoresponsabilizzandosi così dell' accaduto». Agli inquirenti ha cercato di contrabbandare la storia come frutto della propria iniziativa, avvertendolo perfino dopo la denuncia: «La nostra era una relazione sentimentale».
Un elemento che aggrava la posizione dell' insegnante, difeso dall' avvocato Fabio Lattanzi (oggi l' interrogatorio). «Non vi è dubbio -scrive il gip - che, ove libero, l' adulto non perderà occasione per condizionare le scelte della giovane, la quale ha già ampiamente manifestato nella sua audizione le straordinarie capacità persuasive dell' insegnante il quale era riuscito - con accattivante astuzia - a plasmare la sua volontà».
Istruita dal docente sul da farsi Livia ha cancellato dal suo iPhone le foto di lui nudo.
ISTITUTO MASSIMO ROMA
Eliminati anche gli scatti di lei in posa provocante. Ma soprattutto sono stati fatti sparire alcuni audio nei quali erano registrati momenti dei rapporti sessuali. De Angelis amava riascoltarli. Il prof inventava false ripetizioni per incontrare l' alunna. Dice il padre di Livia: «Di fronte alla sofferenza di mia figlia chiediamo solo che sia fatta giustizia. L' abbiamo vista cambiare, era turbata. Quello che ha fatto il professore è grave».
istituto massimiliano massimo roma