Marco Ventura per il Messaggero
RICCARDO FALCINELLI
"Poggiata sul tavolo di fronte a me, c’è una matita gialla. E c’è tutto un mondo nell’incipit del saggio “Cromorama” del visual designer e docente di psicologia della percezione Riccardo Falcinelli. Saggio a colori, più che sui colori, con copertina Einaudi tradizionalmente bianca e titolo cangiante di-spiegatonelsottotitolo: “Come il colore ha cambiato il nostro sguardo”. Un tomo da 470 pagine con appendici, che si beve e si gusta,si legge e si assapora, passando dalla scrittura alla grafica e alle foto, sull’esempio del maestro e grande semiologo Roland Barthes.
RICCARDO FALCINELLI 2
Dietro i colori emerge la storia. Andate su google e digitate matita. Troverete una sventagliata di matite gialle. Perché? “Cromorama” risponde a questa domanda. Gialla è la matita-in-sé, platonica, perché di giallo fu dipinto il legno attorno alla grafite in quel primo lancio della Koh-I-Noor all’Esposizione di Chicago 1893. Gli psicologi hanno poi dimostrato che se usate una matita gialla e una verde, siete portati a credere che quella verde si spunti prima. Perché la matita ha da essere gialla, nel nostro immaginario. E perché la storia conta, nell’arredare la nostra mente. Gialle devono essere le pagine gialle: il loro primo editore, un genio del Wyoming, non aveva altra carta. Gialli sono i “Girasoli” di Van Gogh, il barattolo del Nesquik, i taxi newyorchesi.
COPERTINA DEL LIBRO DI RICCARDO FALCINELLI
Ogni colore ha le sue icone, che lo fissano attraverso associazioni di idee. Metti il nerofumo che si otteneva dal carbone e costava poco, rispetto allo sfarzoso blu “ultramarino” che nel ‘400 arrivava da paesi esotici “oltre il mare”, preziosa polvere di lapislazzuli che nei dipinti era perciò riservata al manto dellaMadonna. Di blu caldo veste Emma Bovary di Flaubert che per uccidersi compra un barattolo d’arsenico di vetro blu. E blu è la giacca del giovane Werther nei “dolori” di Goethe, scrittore ma anche scienziato romantico, anti-newtoniano, dei colori. Werther sotto la giacca indossa un panciotto giallo. E lo stupefacente accostamento blu-giallo diventa moda. Stessi colori nella Bella e la Bestia diWalt Disney.
MATITA
Con tinte sempre più decise e tratti di racconto psichedelici, Falcinelli ci porta a passeggio in un mondo pennellato dietro il nostro sguardo, che affonda le sue radici nella storia, nell’arte, negli scaffali dei supermarket. Come la lampadina rossa legata al sesso. Ma al divieto se accostata al verde nel semaforo, o a Natale e al circo se tra lampadine di altri colori. Per significare altro nel codice del packaging che adotta il blu per l’acqua liscia, il rosso per quella con le bolle, la rubinetteria blu per il freddo e rossa per il caldo. Convenzioni, simboli, che trasformano la nostra percezione del mondo. Il bianco degli scultori greci, classico, è il colore della moralità. Si è “visto” in Italia ai tempi del dibattito pro o contro l’introduzione della Tv a colori, che fece “pateticamente” coincidere il cromatismo con una decadenza dei costumi.
IL GIOVANE WERTHER
O nel “Mago di Oz”, il film che nel 1939 doveva mostrare i prodigi del Technicolor, tutto giocato sul contrasto tra la noia del Kansas, in bianco e nero, e il variopinto mondo di Oz. E ancora. Riflettori puntati sul giallo dei Simpson, il blu ciano di Superman, il rosso di Wonder Woman o della casacca di Zio Paperone, il nero elegante e asciutto del tubino di Audrey Hepburn. E la modernità delle tinte vetrose e scintillanti degli iMac. O le Smarties, le caramelle colorate in cui il colore è slegato dal sapore. Colore articolato e tinta unita contrappongono la pasta più classica, il diplomatico che mescola in bocca zucchero a velo e sfoglia croccante, ripieno umido e liquore, alla Nutella dal gusto “concorde per tutto il tempo che la teniamo in bocca”.
STATUA GRECA
Alla tinta unica del processo industriale si oppongono l’arte pop di Warhol e le sbavature dello stampaggio: il bello del difetto di fabbrica. Saggio dalle mille sfumature, “Cromorama” ripercorre la storia del gusto, la scienza della luce, il progresso nella produzione dei colori dal naturale al sintetico, l’arte il design e il packaging, di pagina in pagina emanando un implicito messaggio politico: il mercato non è il Male? Soldi, sessualità e dolore si esprimono nell’universo capitalista che cerca consenso legando prodotti e consumo, domanda e offerta, marketing e arte.
roland barthes
C’è un’estetica dietro il fare saggi di Falcinelli, che suggerisce di partire dalle cose senza darle per scontate, dalla matita gialla “poggiata sul tavolo di fronte a me” per scomporne l’apparente semplicità nello spettro della complessità che la precede. In una parola: raccontarla. Intersecando i linguaggi come faceva Barthes. Dalla fotografia ai fumetti, dalla scienza al design industriale… Sbianchettando le barbe lunghe e i moralismi della saggistica ideologica. Come il fascio di luce crea i colori.