CLAMOROSO! SPARISCONO SU RAI1 I FISCHI AL MINISTRO SANGIULIANO CONTESTATO A TAOBUK. ECCO COSA ERA SUCCESSO (I VIDEO ERANO FINITI SU DIVERSI SITI) E COSA TELEMELONI NON HA MOSTRATO ? pic.twitter.com/jGGUgMi8QE
— Giuseppe Candela (@GiusCandela) July 3, 2024
ECCO COM'È ANDATO IN ONDA SU RAI1. TAGLIATI I FISCHI, IN ONDA SOLO GLI APPLAUSI ? pic.twitter.com/rDA5fjL5hw
— Giuseppe Candela (@GiusCandela) July 4, 2024
Ilario Lombardo per “La Stampa” - Estratto
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Questo è un racconto in presa diretta. Perché eravamo lì quando tutto è accaduto. E quindi possiamo testimoniare i fischi – tanti, rumorosi e ripetuti fischi - che si è cercato di nascondere sotto la toppa pasticciata degli applausi finti della prima serata Rai, e anche quello che è successo dopo, le ansie degli organizzatori, il sussiego verso l'autorità politica, la corsa ai ripari dello staff del ministro Gennaro Sangiuliano, l'idea dei tagli alle contestazioni al governatore Renato Schifani, e l' autocensura in vista della messa in onda.
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È la sera del 22 giugno, al Teatro Antico di Taormina va in scena la serata di gala di Taobuk, il festival letterario che ogni anno impreziosisce il borgo siciliano famoso in tutto il mondo con parterre di ospiti di altissimo livello, e incontri con artisti e scrittori.
Passeggiando per le viuzze, colme di negozi e ristoranti, quest'anno, in mezzo ad americani acciabattati e rossi in viso per il troppo sole, capitava di incontrare Jon Fosse, Jonathan Safran Foer, Marina Abramovic, Ferdinando Aramburu e altri. Ebbene: il clou, mediaticamente inteso, è la serata di gala al Teatro Antico.
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Tutto registrato e destinato al palinsesto Rai del 3 luglio. A condurre c'è Massimiliano Ossini, presentatore di Unomattina, e con lui a fare gli onori di casa c'è Antonella Ferrara. È il nome da tenere d'occhio. È lei ad essersi inventata il festival, e a dirigerlo. È lei a conversare con scrittori, registi e artisti che per qualche minuto si sottopongono – chi più, chi meno imbarazzato – alle sue domande. Sarà lei a mandare un prodotto ripulito e autocensurato alla Rai.
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Le prime scalinate del teatro sono riservate agli invitati. Molti sono rappresentanti istituzionali. C'è il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, di Forza Italia, che per tutta la serata indossa il sorriso del capofamiglia orgoglioso. C'è Manlio Messina, deputato di FdI, scelto per premiare Abramovic.
Qualche fila più indietro c'è Alessandro Giuli, amico di Giorgia Meloni e direttore del Maxxi, altro alfiere, assieme a Sangiuliano, delle fatiche erculee di una destra in cerca di riconoscimento culturale. Ecco quello che succede: il ministro viene chiamato a premiare Jon Fosse, Nobel per la Letteratura. Appena si alza per raggiungere il palco, Sangiuliano viene sommerso dai fischi e dai buu, che partono dalle scalinate più in alto, dove ci sono semplici spettatori.
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Un boato che si ripete con Schifani, quando omaggia il ministro. A quel punto, la direttrice Ferrara, che non nasconde una particolare attenzione verso il governatore, esclama rivolta al pubblico: «Scusate, ma non va bene. Questo non è consentito». Una frase che suscita risa, ulteriori fischi e contestazioni. Ma che scompare dal filmato visto dai 400 mila ignari spettatori che l'altro ieri sera si sono piazzati di fronte a Raiuno.
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Anzi, gli italiani collegati hanno sentito applausi al posto dei fischi, mentre Sangiuliano parlava. … Effetti speciali al servizio del potere che si ottengono con poco mestiere e tanta voglia di compiacere. Quando ieri viene fuori il ritocco grossolano, le opposizioni annunciano un'interrogazione in Vigilanza Rai, e si scatenano con i paragoni: «Sangiuliano come Kim Jong-un» (Pd), «Ennesimo Minculpop meloniano» (M5S), «Cinegiornale Luce» (Maria Elena Boschi, Iv), «Da Telemeloni a Teleregime» (Verdi-Sinistra).
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La Rai, in enorme imbarazzo, fa uscire una nota per precisare che «il programma non è una produzione interna, ma è stato fornito dall'Associazione Taormina Book Festival, senza coinvolgimento di personale e mezzi Rai». I vertici di Viale Mazzini provano a scagionare se stessi e il ministro con un'operazione considerata dalle opposizioni una prova di «tartufismo», perché nella stessa nota, nonostante l'evidenza, gli interventi sugli effetti sonori vengono definiti «presunti».
Eppure, la storia dei fischi a Sangiuliano era nota da giorni, pubblicata sui siti e persino sul TgR Sicilia: chi ha ordinato i tagli e modificato gli audio doveva sapere che la censura sarebbe emersa al primo confronto tra il girato originale e cosa poi è andato in onda. La Rai e il ministero offrono il nome del colpevole: è la direttrice Ferrara. Fece lo stesso due anni fa, quando tagliò il battibecco tra i comici Ficarra e Piccone e l'allora governatore Nello Musumeci (oggi ministro).
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Questa volta, però, è costretta a dare una spiegazione, per sollevare la Rai da ogni responsabilità. In una nota in cui sostiene l'insostenibile: che «escludere il suono ambientale» è «una scelta stilistica», «senza entrare nell'agone politico», e «senza richieste esterne».
L'occhio di riguardo della direttrice ha una ragione: 300 mila euro circa di finanziamenti che arrivano dalla Regione. Altri 45 mila per l'edizione 2024 invece li ha forniti la Rai. Una novità che, stando a fonti interne, sarebbe stata imposta direttamente dal Dg Giampaolo Rossi, facendo passare Taobuk su Raiuno……
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